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Vaiolo delle scimmie in Italia ed Europa

Perché i positivi al vaiolo delle scimmie dovrebbero evitare il contatto con gli animali domestici

Gli esperti temono che il virus possa essere trasmesso dall’uomo alle specie maggiormente suscettibili, con il rischio che il virus possa stabilirsi nella fauna selvatica europea.
A cura di Valeria Aiello
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I positivi al vaiolo delle scimmie dovrebbero evitare qualsiasi contatto con gli animali domestici per 21 giorni. Lo raccomandano le autorità sanitarie del Regno Unito dove, finora, sono stati confermati 106 casi di vaiolo nelle scimmie (monkeypox) nell’uomo. Sebbene ad oggi non sia stato sospettato o rilevato il contagio di animali domestici e la definizione di rischio di trasmissione del virus dall’uomo ad altre specie suscettibili rimanga basso, gli esperti temono che “il vaiolo delle scimmie possa diffondersi tra gli animali domestici ed essenzialmente fare ping-pong tra loro e gli esseri umani – ha affermato il professor Lawrence Young, virologo dell’Università di Warwick – . Se non stiamo attenti, rischiamo di creare un serbatoio animale per la malattia che potrebbe causare la sua diffusione negli esseri umani, portando a un ciclo di infezione”.

La trasmissione del vaiolo delle scimmie

Come noto, il virus del vaiolo delle scimmie colpisce principalmente i roditori, soprattutto scoiattoli, ratti e topi, ma può essere trasmesso anche a criceti e gerbilli, che potrebbero essere particolarmente suscettibili alla malattia. Nel Regno Unito, secondo i dati di vendita, si stima che ci siano circa 2 milioni di famiglie che hanno un roditore domestico di qualche tipo in casa, pertanto l’Agenzia britannica per la sicurezza sanitaria (UKHSA) e altre autorità sanitarie raccomandano che i criceti, così come i porcellini d’India e gli altri roditori da compagnia vengano rimossi dalla casa dei soggetti positivi al vaiolo delle scimmie e siano testati per la malattia.

Le autorità sanitarie raccomandano inoltre di porre in isolamento domestico anche altri animali domestici, come cani e gatti, e di eseguire regolari controlli veterinari per “assicurarsi che non siano osservati segni clinici dell’infezione”. Secondo il Dipartimento per l’ambiente, l’alimentazione e gli affari rurali (Defra) del Regno Unito, i positivi al virus dovrebbero evitare “ove possibile” di preparare il cibo o di prendersi cura del proprio animale domestico se ciò può essere fatto da qualcun alto in famiglia.

Il rischio di un serbatoio animale in Europa

Un documento, pubblicato questa settimana dal Centro europeo per il controllo delle malattie (ECDC), afferma che i roditori di proprietà di pazienti affetti da vaiolo delle scimmie dovrebbero “idealmente” essere isolati in strutture monitorate e testati per la malattia prima della fine del periodo di quarantena. Gli animali dovrebbero essere abbattuti solo come ultima risorsa, in situazioni in cui l’isolamento non è fattibile, afferma il documento. Gli animali domestici più grandi, come i cani, potrebbero essere messi in quarantena a casa, con controlli regolari del loro stato di salute.

Al momento, precisano gli esperti, si sa ancora poco su come il vaiolo delle scimmie possa diffondersi negli animali domestici, ma è probabile che i roditori e alcune specie di scoiattoli possano contrarre e trasmettere la malattia più facilmente degli umani. L’ECDC afferma che un evento di “spillover”, in cui un essere umano infetta un animale da compagnia, potrebbe potenzialmente portare il virus a stabilirsi nella fauna selvatica europea, sebbene descriva il rischio come “molto basso”.

In altre parole, la preoccupazione è che il vaiolo delle scimmie possa diventare una “zoonosi endemica”, ovvero una malattia che salta tra specie animali diverse ed è costantemente presente in nuove popolazioni animali. A titolo precauzionale, i Centers for Disease Control and Prevention (CDC) degli Stati Uniti sottolineano che tutti i mammiferi dovrebbero essere considerati suscettibili al vaiolo delle scimmie, dal momento che non sono attualmente conosciute quali siano tutte le specie animali che possono contrarre l’infezione. In generale, la trasmissione da animale ad animale, può avvenire attraverso goccioline respiratorie, inalazione di virus aerosolizzati o materia organica contenente particelle virali, il contatto con le lesioni cutanee o attraverso l’ingestione di tessuti di animali infetti.

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