Perché i polpi domineranno il mondo dopo l’uomo secondo questo scienziato
La vita sulla Terra è destinata a finire. Il Sole, infatti, è circa a metà del suo ciclo vitale e ha 5 miliardi di anni, ma già fra 1 miliardo di anni inizierà un processo di trasformazione che renderà rapidamente inospitale il nostro pianeta. Quando esaurirà l'idrogeno, la stella comincerà a utilizzare l'elio come “carburante” per le reazioni nucleari; ciò avrà un effetto significativo sulle sue dimensioni. Si trasformerà infatti in una gigante rossa, iniziando a espandersi copiosamente al centro del Sistema solare. Secondo le stime degli esperti il volume del Sole si espanderà fino all'orbita di Marte, inglobando e distruggendo tutto ciò che si trova in mezzo, Terra compresa. Il nostro pianeta potrebbe avere anche un altro destino: essere espulso dalla sua posizione e scagliato nello spazio profondo come una pallina da golf. Ciò che è certo è che, molto prima di questo evento apocalittico, le temperature estreme del Sole in espansione faranno evaporare gli oceani e uccideranno tutti gli esseri viventi ancora presenti.
Questo è il destino che tra 1 miliardo di anni attenderà inesorabilmente l'intera biosfera della Terra, ovvero l'insieme delle specie viventi. Ma non è detto che l'essere umano sarà tra le specie ancora in vita. Anzi, tra cambiamento climatico, armi nucleari, intelligenza artificiale e magari grandi asteroidi (questione di quando, non di se, per gli esperti), in molti non escludono che la nostra fine, o perlomeno quella della nostra civiltà, sia abbastanza vicina, mentre continuiamo ad ammazzaci tra di noi con le guerre e a riscaldare il pianeta attraverso le emissioni di gas climalteranti.
Spesso si dice che senza l'essere umano in giro, le specie con le maggiori probabilità di successo sono quelle che hanno imparato a colonizzare gran parte degli ambienti e a convivere con noi nonostante la “guerra” che facciamo loro, come topi e scarafaggi. Anche i tardigradi hanno elevate chance di imporsi, vista la "resistenza soprannaturale" di questo gruppo di microscopici esseri viventi. Ma quali sarebbero gli animali in grado di sostituirci anche dal punto di vista della civiltà? Cioè in grado di rimpiazzarci come specie dominante nel pianeta? Secondo uno scienziato, non ci sono dubbi: i polpi. Questi meravigliosi molluschi cefalopodi, infatti, avrebbero tutte le carte in regola per poterci sostituire in un lontanissimo futuro: curiosità, destrezza, intelligenza, intraprendenza, adattabilità, uso di strumenti e capacità di comunicare – anche attraverso i colori – sono solo alcune delle loro incredibili caratteristiche. Hanno anche un sistema nervoso decentralizzato che permette loro un sofisticato problem solving, inoltre hanno otto braccia (non tentacoli come siamo erroneamente abituati a chiamarli).
La pressione evolutiva potrebbe premiare queste caratteristiche a tal punto da permettere a questi animali di costruire vere e proprie città sottomarine, come future “Altantidi”. A sottolinearlo in un'intervista al The European il professor Tim Coulson dell'Università di Oxford, un biologo specializzato proprio nella ricerca su come i cambiamenti ambientali influenzano l'ecologia e la biologia evolutiva delle varie specie presenti sulla Terra. Recentemente ha pubblicato un libro chiamato “The Universal History of Us” nel quale ha descritto l'affascinante percorso che ha permesso alla nostra specie, Homo sapiens, di diventare quella dominante a partire dal Big Bang. Il professor Coulson spiega che scimpanzé e bonobo sono estremamente intelligenti e potrebbero anch'essi sostituirci, tuttavia, molto probabilmente, si estinguerebbero insieme agli esseri umani andando incontro al medesimo destino. Insomma, niente “pianeta delle scimmie”. Anche gli uccelli più intelligenti – come i corvi – o determinati insetti non potrebbero costruire una civiltà perché privi delle necessarie “capacità motorie fini”. I polpi invece hanno tutti gli ingredienti di base affinché possano arrivare a sostituirci.
In assenza dell'influenza umana, la loro cognizione avanzata e la destrezza potrebbero essere messi sullo stesso binario che hanno permesso a noi di diventare ciò che siamo oggi attraverso la selezione naturale e l'evoluzione. Certo, trattandosi di invertebrati avrebbero difficoltà a conquistare la terraferma, ma non si può escludere che fra qualche milione di anni, senza di noi, possano imparare a costruire esoscheletri, respiratori e armi per dare la caccia ai futuri animali terrestri. Chiaramente quella del professor Coulson è una speculazione, perché è impossibile prevedere con precisione quale sarà la traiettoria evolutiva di una specie in periodi di tempi così lunghi. Ciò nonostante, stando alle conoscenze attuali, i polpi e non altri animali avrebbero buone probabilità di essere i prossimi esseri "civili" del globo terracqueo.