Perché i nuovi aerei e i jet privati che producono più scie nel cielo sono un problema: lo studio
È noto da tempo che le scie di condensazione o contrails degli aerei – le cosiddette “scie chimiche” dei complottisti – rappresentano un problema per il clima, intrappolando il calore e catalizzando l'effetto serra sulla Terra. Esse, infatti, modificano la nuvolosità sul pianeta creando un disequilibrio del forzante radioattivo, cioè il bilancio tra l’energia solare assorbita (in entrata) e quella irradiata verso lo spazio (in uscita) attraverso l'atmosfera. Un nuovo studio ha determinato che gli aerei di nuova generazione in grado di volare a quote più elevate generano scie di condensazione più lunghe e durature di quelle dei velivoli più vecchi, contribuendo in modo più significativo al riscaldamento globale.
Potrebbe sembrare un controsenso, dato che volando più in alto i nuovi aerei attraversano aria più rarefatta e con meno resistenza aerodinamica, permettendo consumi sensibilmente inferiori di carburante e ridotte emissioni di carbonio (anche alla luce di motori più efficienti). Del resto è proprio questo il motivo per cui si è deciso di farli volare a quote tra i 12 e i 13.000 metri, rispetto ai precedenti modelli che si attestavano tra i 10 e gli 11.000. Eppure, secondo gli esperti, le scie di condensazione hanno un effetto climalterante peggiore delle emissioni di carbonio. In altri termini, gli aerei che producono scie chimiche più lunghe e persistenti possono avere un impatto peggiore dei velivoli che volano a quote più basse e consumano più carburante, nonostante siano più “green”.
Si tratta di una scoperta significativa che evidenzia ancora una volta le conseguenze del traffico aereo sulla crisi climatica, con effetti particolarmente negativi per quel che concerne i jet privati dei ricconi. Questi aerei, infatti, volano a quote ancora superiori rispetto agli aerei di linea di ultima generazione e, pur essendo solitamente di piccole dimensioni, producono scie di condensazione paragonabili a quelle di grandi velivoli, dunque ancor più lunghe, persistenti e dannose. Se a questo aggiungiamo il fatto che l'emissione di carbonio pro-capite rispetto a un comune aereo passeggeri è molto superiore, risulta lampante quanto questi mezzi per pochi privilegiati rappresentino un problema per l'ambiente e, più in generale, l'intera umanità.
A determinare che i nuovi aerei che volano a quote più elevate producono scie chimiche più persistenti e dannose è stato un team di ricerca internazionale guidato da scienziati britannici dell'Imperial College di Londra, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi del Centro aerospaziale tedesco, Istituto di fisica dell'atmosfera di Brema e Oberpfaffenhofen (Germania), del NASA Langley Research Center (Stati Uniti) e della società Analytical Mechanics Associates Inc. I ricercatori, coordinati dal professor Edward Gryspeerdt, docente presso il Grantham Institute – Cambiamento climatico e ambiente dell'ateneo londinese, sono giunti alle loro conclusioni dopo aver analizzato attraverso un il machine learning (apprendimento automatico, un tipo di intelligenza artificiale) i dati satellitari di decine di miglia di scie di condensazione prodotte dagli aerei in volo tra gli Stati Uniti, il Canada e l'Europa, sopra l'Oceano Atlantico settentrionale.
Dall'analisi dei dati è stato determinato che gli aerei più moderni che volano a quote di circa 12 chilometri producono più scie di condensazione rispetto agli aerei più vecchi che viaggiano a quote inferiori. Anche se i primi producono meno emissioni perché hanno motori più efficienti e volano nell'aria più rarefatta, i secondi hanno un impatto migliore perché le scie di condensazione sono peggiori delle emissioni per il riscaldamento globale. Ricordiamo che le scie di condensazione o contrails sono strisce di nubi bianche che si formano quando il vapore acqueo (caldo) dei gas di scarico entra in contatto contatto con l'aria fredda e a bassa pressione a oltre 10.000 metri di quota. Quella delle cosiddette "scie chimiche" è solo una bufala dei complottisti, secondo i quali i poteri forti spargerebbero metalli pesanti e altre sostanze tossiche dagli aerei per ammazzarci (anche attraverso la sabbia del Sahara).
Secondo un recente studio del Massacusetts Institute of Technology (MIT) le scie di condensazione hanno un impatto significativo sul cambiamento climatico, rappresentando ben 1/3 del contributo complessivo legato all'industria aeronautica. Sono una piccola parte del traffico aereo globale – fino al 10 percento – produce larghissima parte delle scie di condensazione (80 percento), con una quota significativa legata proprio ai jet privati. “I nuovi aeromobili volano sempre più in alto nell'atmosfera per aumentare l'efficienza del carburante e ridurre le emissioni di carbonio. La conseguenza indesiderata di ciò è che questi aerei che volano sopra l’Atlantico settentrionale stanno ora creando più scie di condensazione, più durature, intrappolando ulteriore calore nell’atmosfera e aumentando l’impatto climatico dell’aviazione”, ha dichiarato in un comunicato stampa il professor Gryspeerdt. “Questo non significa che gli aerei più efficienti siano una cosa negativa, anzi, perché hanno emissioni di carbonio inferiori per passeggero-miglio. Tuttavia, la nostra scoperta riflette le sfide che l'industria aeronautica deve affrontare quando riduce il suo impatto sul clima”, ha chiosato l'esperto.
Per ridurre la formazione delle scie di condensazione alcune compagnie aeree hanno condotto voli di prova modificando e calibrando l'altitudine all'occorrenza; ciò ha effettivamente determinato una produzione ridotta, a fronte di un maggior consumo di carburante a causa degli spostamenti. Poiché nella formazione delle scie di condensazione gioca un ruolo significativo anche la fuliggine rilasciata dai motori, gli autori del nuovo studio sottolineano che rendere i motori degli aerei ancora più puliti ed efficienti potrebbe abbattere in modo significativo la formazione di scie che intrappolano il calore. “Il nostro studio fornisce la prima prova che l'emissione di meno particelle di fuliggine provoca scie di condensazione che scompaiono più velocemente rispetto alle scie di condensazione formate da particelle di fuliggine più numerose provenienti da motori più vecchi e sporchi”, ha dichiarato il dottor Marc Stettler, coautore dello studio. I dettagli della ricerca “Operational differences lead to longer lifetimes of satellite detectable contrails from more fuel efficient aircraft” sono stati pubblicati sulla rivista scientifica specializzata Environmental Research Letters.