Perché i noodles istantanei fanno male alla salute
“È uno degli alimenti ultra-processati più nocivi alla salute”. È questo l’allarme lanciato da Barry Popkin, un professore americano di nutrizione dell’Università della Carolina del Nord che in una dichiarazione al Guardian ha puntato il dito contro i noodles istantanei a causa degli alti livelli di sale contenuti in questi prodotti. “Non sorprende che le persone che ne mangiano due o tre pacchetti al giorno abbiano la pressione alle stelle” dice Popkin, spiegando che il loro odore, derivante da additivi artificiali, è parte del loro successo. A fare il resto, è la popolarità cultura pop sudcoreana che, oltre a invadere le piattaforme con serie tv come Squid Game, sta facendo crescere anche la domanda di cibi tradizionali nei Paesi più ricchi e tra le classi medie dei Paesi in via di sviluppo.
“Negli Stati Uniti vedo continuamente studenti universitari che li mangiano camminando per strada. Sono molto popolari, ma questo non è nulla rispetto ad altri Paesi. In Cina, Asia e Africa, la quantità consumata dalle persone è davvero elevata. E, ad eccezione della Cina, si tratta spesso di Paesi che non hanno mai avuto una dieta tradizionale a base di noodle – spiega l'esperto – . Se si guarda l’andamento delle vendite, è impressionante”.
Secondo la World Instant Noodles Association, l’anno scorso sono state consumate 121,2 miliardi di porzioni di noodles, con un aumento del 2,6% rispetto all’anno precedente. I dati diffusi dalla Corea del Sud a novembre indicano inoltre che il Paese ha esportato la cifra record di 785 milioni di dollari di noodles istantanei (circa 710 milioni di euro) nei primi dieci mesi del 2023, con un aumento di quasi il 25% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
Allarme noodles istantanei: contengono troppo sale
Rispetto ai normali noodle, i noodles istantanei contengono livelli di sale più elevati per migliorare la consistenza e ridurre i tempi di cottura. Inoltre, il sale è fortemente presente nelle bustine di condimento fornite. Uno studio del 2017, che ha analizzato il contenuto di 765 tipi noodles istantanei venduti in dieci diversi Paesi, ha rilevato i livelli di sale contenuti in questi prodotti possono variare dal 35% al 95% del fabbisogno giornaliero di un adulto.
Oltre a ciò, dall’analisi è emerso che i noodles istantanei commercializzati nei Paesi a medio reddito avevano un contenuto di sale notevolmente più elevato rispetto quelli sul mercato nei Paesi ad alto reddito. Secondo alcune stime, due pacchetti da 70 grammi consumati in un solo pasto equivalgono a 2.352 mg di sodio, ovvero il 118% dell’assunzione giornaliera raccomandata dall'Organizzazione Mondiale della Sanità.
L’elevato contenuto di sale e la crescente popolarità dei noodles istantanei sono alla base della preoccupazioni di sanità pubblica, dal momento che il loro basso costo, la praticità e la diffusa disponibilità di questi prodotti sono tutti elementi che facilitano il loro consumo. L’assunzione di alti livelli di sale, in particolare, è legato all’aumento delle pressione sanguigna (ipertensione) che è un importante fattore di rischio per le malattie cardiovascolari.
“Ridurre l’assunzione di sale da parte della popolazione è riconosciuto come il “miglior acquisto” per la prevenzione e il controllo delle malattie non trasmissibili abbassando la pressione sanguigna e riducendo il rischio di ictus e malattie cardiache – evidenziano gli esperti – . La riduzione del sale è considerata un intervento prioritario dall’Organizzazione Mondiale della Sanità per la sua elevata fattibilità e il potenziale di beneficio per l’intera popolazione. Molti Paesi stanno lavorando per raggiungere l’obiettivo globale di una riduzione relativa del 30% del consumo medio di sale da parte della popolazione, verso la raccomandazione dell’OMS di livelli inferiori ai 2000 mg/giorno di sodio (equivalenti a meno di 5 g/giorno di sale (poco meno di un cucchiaino)”.