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Cambiamenti climatici

Perché i limpidi e incontaminati fiumi dell’Alaska stanno diventando arancioni: cosa sta succedendo

Circa 80 fiumi della Brooks Range, una catena montuosa dell’Alaska, si stanno tingendo di un preoccupante colore arancione. Il fenomeno rappresenta una seria minaccia per la biodiversità, gli ecosistemi e le comunità rurali che ne sfruttano l’acqua. Ecco cosa sta succedendo.
A cura di Andrea Centini
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Il fiume Kutuk in Alaska. Credit: Ken Hill / National Park Service
Il fiume Kutuk in Alaska. Credit: Ken Hill / National Park Service
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Potrebbe sembrare assurdo, ma i remoti, incontaminati e limpidissimi fiumi dell'Alaska, negli Stati Uniti, si stanno tingendo di un inquietante colore arancione, paragonato a “succo d'arancia lattiginoso” dagli esperti. Il fenomeno non è dissimile da quello che si verifica nei corsi d'acqua a ridosso delle miniere, dove avviene un fenomeno chiamato “drenaggio acido delle miniere”. In parole semplici, quando determinati composti – come il solfuro di ferro – vengono esposti all'acqua o all'aria per cause naturali o artificiali, il pH dell'acqua crolla e avviene il rilascio di metalli tossici nell'ambiente, che possono tingere di color ruggine e arancio fiumi e ruscelli. Il problema è che nell'area dell'Alaska in cui è stato osservato il fenomeno, la catena montuosa Brooks Range, non esiste alcuna miniera. Dunque, cosa sta succedendo?

A determinare la probabile spiegazione un nuovo studio condotto da scienziati statunitensi del National Park Service (NPS) e dell'Università della California Davis, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi dello US Geological Survey e dell'Environment and Natural Resources Institute dell'Università dell'Alaska di Anchorage. I ricercatori, coordinati dall'ecologista Jon O'Donnell dell'Arctic Inventory and Monitoring Network presso l'NPS, hanno iniziato a pensare a un possibile problema a partire dal 2018, quando hanno osservato un fiume tinto di arancione che l'anno prima era perfettamente limpido. Le prime chiazze nelle immagini satellitari erano comunque già emerse nel 2008. La situazione è degradata progressivamente negli ultimi anni, così, per capire esattamente cosa stesse succedendo, gli scienziati hanno iniziato a compiere vari sorvoli in elicottero e prelievi di campioni sul campo (con continueranno anche nei prossimi mesi). Sono infatti ben 75 i corsi d'acqua della Brooks Range – in un raggio di circa 1.000 chilometri – a presentare il problema della colorazione arancione, compreso il famoso Salmon River.

Dalle analisi di laboratorio condotte su campioni raccolti tra giugno e settembre 2022 è emerso un pH medio estremamente acido (2,3), contro i valori standard leggermente basici (8) dei fiumi non colpiti dal fenomeno. Inoltre sono state rilevate elevate concentrazioni elevate di metalli inquinanti come rame, nichel, ferro, piombo e altri ancora. “Vediamo molti tipi diversi di metalli in queste acque. Uno dei metalli più dominanti è il ferro. Questo è ciò che sta causando il cambiamento di colore”, ha dichiarato la coautrice dello studio Taylor Evinger in un comunicato stampa. La situazione è del tutto paragonabile al sopracitato problema del drenaggio acido delle miniere, ma non essendoci alcuna struttura analoga nell'area, il professor O'Donnell e i colleghi sono giunti a una specifica conclusione: è colpa del cambiamento climatico. Il riscaldamento globale catalizzato dalle emissioni di anidride carbonica (CO2) e altri gas climalteranti / a effetto serra, infatti, sta inducendo un'accelerazione dello scioglimento del permafrost, il cosiddetto ghiaccio perenne. La fusione di questo ghiaccio libera minerali metallici intrappolati nel lontano passato, permettendone l'interazione con l'acqua e l'ossigeno dell'aria. Il processo chimico rilascia i metalli tossici nell'acqua dei fiumi che vengono così tinti di arancione, un problema che non riguarda assolutamente il solo colore.

I metalli pesanti sono infatti tossici e abbattono la qualità dell'acqua, con un impatto significativo sul numero di pesci e invertebrati. “Ci sono alcuni siti che sembrano quasi un succo d'arancia lattiginoso”, ha spiegato O'Donnell. “Quei corsi d’acqua arancioni possono essere problematici sia in termini di tossicità, ma potrebbero anche impedire la migrazione dei pesci verso le aree di deposizione delle uova”, ha chiosato l'esperto. Se ciò non bastasse, c'è il rischio di problemi di salute per le comunità rurali che utilizzano l'acqua contaminata, oltre a quello della sussistenza a causa del crollo degli stock ittici. “Il problema si sta lentamente propagando nel tempo dalle piccole sorgenti ai fiumi più grandi”, ha concluso il chimico. Siamo dunque innanzi all'ennesimo, probabile effetto devastante causato dai cambiamenti climatici all'ambiente naturale e non solo. I dettagli della ricerca “Metal mobilization from thawing permafrost to aquatic ecosystems is driving rusting of Arctic streams” sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Communications Earth & Environment.

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