Perché i casi di morbillo sono aumentati del 3.000% in Europa e Asia centrale
Casi di morbillo in forte aumento in Europa e Asia Centrale dove, da gennaio al 5 dicembre 2023, si sono verificati 30.601 casi confermati, segnando un aumento del 3.266% rispetto ai 909 casi registrati nell’anno precedente.
L’allarmante incremento emerge da un nuovo rapporto dell’Unicef che ha preso in esame i dati di sorveglianza comunicati all’Organizzazione Mondiale della Sanità dagli Stati membri delle Nazioni Unite. L’analisi evidenza anche una più recente tendenza al peggioramento, mostrando che in queste stesse regioni la percentuale di casi di morbillo è quasi raddoppiata tra ottobre e novembre. “Si prevede che i casi aumenteranno ulteriormente a causa delle lacune immunitarie” avverte l’agenzia Onu.
Cosa c’è dietro l’aumento dei casi di morbillo
Il morbillo è una malattia infettiva causata da uno virus più contagiosi, un morbillivirus della famiglia Paramixovidae che si trasmette principalmente attraverso le goccioline respiratorie (droplet) di un soggetto infetto. I sintomi più comuni sono febbre, tosse, naso che cola, occhi rossi e un’eruzione cutanea rossa (esantema) – simile a quella di rosolia o scarlattina – che, il più delle volte, si risolve spontaneamente. In casi relativamente rari, il morbillo può però portare a complicazioni anche gravi e fatali.
Nonostante si possa prevenire con la vaccinazione – in Italia si utilizza di norma il vaccino combinato trivalente (MPR) morbillo-parotite-rosolia o il tetravalente (MPRV), morbillo-parotite-rosolia-varicella – , il virus morbillo continua a scatenare epidemie a livello globale, rimanendo una delle principali cause di morte tra i bambini (la mortalità è di 1-3 casi su 1.000 ed più alta nei soggetti sotto i 5 anni di età).
Gli ultimi dati indicano che circa 931.000 bambini in Europa e Asia centrale non hanno ricevuto, in tutto o in parte, le vaccinazioni di routine dal 2019 al 2021.
Il vertiginoso aumento di casi di morbillo registrato nel 2023 è “il più chiaro segnale del crollo della copertura vaccinale – dice Regina De Dominicis, direttrice regionale dell’UNICEF per l’Europa e l’Asia centrale – . Un aumento così drammatico richiede attenzione urgente e misure di sanità pubblica per proteggere i bambini da questa malattia pericolosa e mortale”.
Il morbillo ha un effetto devastante sulla salute dei bambini, con conseguenze talvolta fatali. “Provoca un indebolimento duraturo del sistema immunitario dei bambini, rendendoli più vulnerabili ad altre malattie infettive, inclusa la polmonite”.
I Paesi più colpiti
I dati del 2023 indicano che il tasso più alto di casi di morbillo si è registrato in Kazakistan, con 69 casi ogni 100.000 abitanti, per un totale di 13.254 casi. Il Kirghizistan ha il secondo tasso più alto di casi di morbillo con 58 casi ogni 100.000 abitanti, pari a 3.811 casi. La Romania, che la scorsa settimana ha annunciato un'epidemia nazionale di morbillo, ha un tasso di 9,6 casi su 100.000, per un totale di 1.855 casi.
“L’aumento dei casi di morbillo è attribuibile a una diminuzione della copertura vaccinale – precisa l’Unicef – . Il calo della domanda di vaccini, in parte alimentata dalla disinformazione e dalla sfiducia che è peggiorata durante e dopo la pandemia di Covid, l’interruzione dei servizi sanitari e la debolezza dei sistemi sanitari primari sono alcuni dei fattori responsabili”.
In particolare, in Europa e in Asia centrale, il tasso di somministrazione della prima dose contro il morbillo è sceso dal 96% nel 2019 al 93%nel 2022. “Poiché questi bambini superano l’età in cui i vaccini vengono regolarmente somministrati, è necessario uno sforzo dedicato per garantire che raggiungano la vaccinazione completa” sottolinea l’Agenzia delle Nazioni Unite, esortando i Paesi di queste regioni ad adottare misure volte a immunizzare i bambini che hanno saltato le vaccinazioni, intensificare le vaccinazioni, anche rafforzando la fiducia, dare priorità ai finanziamenti ai servizi di immunizzazione e all’assistenza sanitaria di base, e costruire sistemi sanitari resilienti attraverso investimenti negli operatori sanitari, nell’innovazione e nella produzione locale.