Perché hai paura di non ricordare nulla all’esame di Maturità: la risposta della psicologa
Ci risiamo, l'esame di Maturità è di nuovo alle porte. Il 19 giugno 2024 più di mezzo milione di ragazze e ragazzi affronteranno la prima prova dell'esame di Stato, l'evento che segnerà la fine di una fase della loro vita e l'inizio di una nuova. Qui potete trovare le possibili tracce. Lo scorso anno abbiamo messo alla prova ChatGpt chiededogli di svolgere le prove della Maturità e l'esito ci ha davvero stupiti. Per questa volta abbiamo usato l'intelligenza artificiale per prevedere le tracce.
D'altronde, dai tempi in cui Antonello Venditti cantava "Notte prima degli esami" – e anche prima – l'esame di Stato è uno degli eventi più importanti nella vita di un ragazzo. Non solo per l'esito, ma per tutto ciò che rappresenta. L'emozione, l'ansia da prestazione e un pizzico di paura sono normali ma a volte può succedere che la tensione sia così forti da diventare una fonte di malessere psicologico per i maturandi.
Una delle paure più comuni tra i ragazzi – a prescindere da quanto abbiano studiato – è il cosiddetto "vuoto di memoria", trovarsi davanti quel foglio bianco, vuoto, e avere l'impressione di non ricordare nulla. Fanpage.it ha chiesta a Francesca Rendine, psicologa esperta dell'età scolastica, come fare per evitare questa sensazione e nel caso come imparare a gestirla.
Cosa può fare un ragazzo che alla lettura delle domande avverte la sensazione di non ricordare nulla?
Non esiste una "formula magica" per questa sensazione riferita da molti studenti. Sicuramente sono diversi i fattori che possono generarla: ansia da performance, timore dell'errore, stress e fatica cognitiva generate dal periodo che precede l'esame. Ha molto senso capire da "dove arriva" questa sensazione e lavorarci prima di arrivare all'esame, evitando appunto sgradevoli sorprese.
Come si può gestire nel momento dell'esame?
Se al momento della prova un ragazzo sperimenta questa sensazione, il mio consiglio per gestirla è di leggere globalmente il compito e di partire da quelle domande in cui ci si sente maggiormente sicuri e preparati, contrastando una serie di aspetti psico-fisiologici dovuti al rilascio di noradrenalina (un neurotrasmettitore che il corpo produce in situazioni di forte stress), come difficoltà di concentrazione, capacità di gestione dello stress, ansia e difficoltà di memoria.
Perché succede? È un meccanismo dovuto all'ansia di prestazione o ci sono altre cause?
Oggi le neuroscienze ci dicono che non possiamo più considerare il nostro funzionamento cognitivo come qualcosa di separato dal nostro stato emotivo. Quando parlo di funzionamento cognitivo, nello specifico legato ai processi di apprendimento, parlo di tutte quelle funzioni che permettono agli studenti di apprendere: memoria, attenzione, utilizzo di strategie metacognitive, capacità di problem solving o decision making.
Quindi le nostre emozioni giocano un ruolo importante.
Questa sensazione può essere legata sia a difficoltà transitorie ma anche a a condizioni di bisogni educativi speciali per cui lo studente adotta una "strategia" di apprendimento inadeguata che lo porta ad avere difficoltà nel recupero delle informazioni nel momento della performance. Infine, l'impressione di avere un improvviso vuoto di memoria può dipendere anche da aspetti puramente emotivi, come ansia, stress o timore, a riprova di quanto possa essere forte il legame, in termini psicobiologici, tra aspetti cognitivi ed emotivi: in sostanza, un cervello sottoposto a stati emotivi molto intensi può generare un'alterazione dei processi cognitivi rendendoli inefficienti.
L'esame di stato è un momento importante nella vita dei ragazzi. Di solito quali sono le emozioni più comuni prima di questo giorno?
In primis ansia ma anche timore di non riuscire a dare il "meglio di sé", d'altra parte anche emozioni legate alla gioia ed al grande senso di soddisfazione per esser "arrivati fino a qui". È un momento estremamente importante e significativo in cui la preparazione scolastica si fonde con la propria costruzione di sé. In questo momento della sua vita, la ragazza o il ragazzo si fa delle domante molto importanti: "Cosa farò adesso?", "Chi voglio diventare da grande?", "Chi e cosa mi porto dietro dopo cinque anni?".
Un ragazzo o una ragazza che vive la scuola con molta tensione e preoccupazione cosa può fare per cercare di affrontare al meglio la prova?
Il paradosso sta in questo, se vivo la scuola con estrema tensione la cosa che devo fare è cercare di capire perché mi sento così, prima di arrivare "alla prova", se necessario anche con un aiuto psicologico. Quando la tensione e la preoccupazione diventano una costante dell'esperienza di apprendimento, ciò che si può fare è evitare di cercare "soluzioni magiche" al momento, ma lavorare su questi aspetti preventivamente di modo da non rendere la scuola un peso e soprattutto la performance un qualcosa di "ingestibile" da un punto di vista emotivo.
Cosa può fare un genitore per aiutare e accompagnare i ragazzi a questo appuntamento così importante?
Un genitore può sicuramente condividere con il proprio figlio il valore di questa esperienza sia in termini di performance ma soprattutto in termini emotivi, favorendo quella connessione di cui parlavamo prima, tra aspetti cognitivi ed emotivi. Bisogna evitare di polarizzarsi esclusivamente su uno dei due aspetti. La Maturità ha un significato che investe la persona a 360° ed è bene cercare di far arrivare questo ai ragazzi. Mostrare interesse per i traguardi che raggiungeranno è importante tanto quanto mostrare interesse relativamente a come si sentono.
Da psicologa ha dei consigli da dare ai ragazzi per vivere al meglio questo momento e sentirsi meno ansiosi?
Mi sento di dire ai ragazzi che l'ansia è inclusa nel "pacchetto" di questa importante esperienza, ma dico loro di riflettere su quanto questa pesa nelle loro vite, e se opportuno, di chiedere aiuto. In termini di benessere direi loro di lavorare sulle strategie di apprendimento durante l'intero corso dell'anno di modo da consolidare un "metodo di studio" che li renda competenti e consapevoli rispetto al processo di apprendimento. È importante praticare sport per favorire la neurogenesi e soprattutto è importante che ricordino sempre di tenere "separati" il valore delle loro performance o dei loro traguardi dal loro valore in quanto persone Quest'ultimo aspetto è importante per imparare a vivere l'eventuale "fallimento" scolastico, come un accadimento da cui poter imparare e riprendere il proprio percorso verso un nuovo traguardo.