Perché hai pagato così tanto i cioccolatini di San Valentino: il mostruoso aumento dei prezzi del cacao
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Se i cioccolatini per San Valentino oggi sono molto più costosi c'è una ragione ben precisa: il riscaldamento globale catalizzato dalle attività umane. Il cambiamento climatico è considerato la principale minaccia esistenziale per l'umanità a causa dell'impatto che ha sulla nostra salute e sull'ambiente; al di là degli effetti più noti come le ondate di caldo mortali più frequenti e l'innalzamento del livello del mare in grado di sommergere intere regioni costiere, ci sono conseguenze significative anche sui raccolti, col rischio di gravi carestie associate anche alla siccità estrema. Tra le piante più colpite in assoluto dal riscaldamento globale vi sono proprio quelle del cacao, che pur non essendo fondamentali per la dieta come cereali e legumi (sebbene il cioccolato fondente nelle giuste quantità è considerato un prezioso alleato del cuore), esse rappresentano comunque il cardine dell'industria dolciaria mondiale. Non va inoltre dimenticato che moltissime persone delle aree più povere del mondo si sostengono e sopravvivono proprio grazie alle piantagioni di cacao. Un nuovo rapporto ha evidenziato quanto queste piantagioni stanno soffrendo a causa della crisi climatica, con danni significativi alla produttività e conseguente incremento dei prezzi.
Al di là dei cioccolatini di San Valentino, basta ricordare quanto abbiamo pagato torroni, panettoni e altri dolci al cioccolato durante le recenti festività natalizie, con prezzi superiori anche del 30 percento (ma per alcuni marchi si è sforato addirittura il 50 percento). Tra le piogge torrenziali del 2023 e le temperature estreme del 2024, l'anno più caldo di sempre, le piantagioni di cacao dei Paesi dell'Africa centro-occidentale hanno subito danni devastanti che si sono riflessi in un progressivo aumento del costo del cacao, una materia prima che viene scambiata sui mercati di Londra e New York. Se fino a qualche anno fa una tonnellata di cacao si vendeva a 2.000 – 3.000 dollari, mercoledì 12 febbraio 2025 si poteva portare a casa con oltre 10.000 dollari (il picco massimo è stato raggiunto a dicembre 2024, con la cifra incredibile di 12.500 dollari, come indicato dall'Agence France Press). Sono gli evidenti effetti della crisi climatica, che chiaramente si stanno riflettendo anche sui costi al consumatore. Proprio oggi, 14 febbraio, se n'è accorto chi ha comprato una scatola di cioccolatini per il proprio partner. Negli ultimi tempi diversi marchi famosi hanno annunciato rialzi dei prezzi dei dolci al cioccolato in più occasioni, proprio per stare al passo delle quotazioni stellari del cacao sul mercato.
Un nuovo rapporto di Christian Aid ha evidenziato quanto le ondate di calore estremo sempre più frequenti stanno impattando su Costa d'Avorio, Ghana, Camerun e Nigeria, i Paesi dell'Africa centro-occidentale dove si concentra la maggiore area produttiva del cacao (ben il 70 percento a livello globale). I ricercatori hanno osservato che negli ultimi dieci anni si sono registrate in media tre settimane in più di caldo superiore ai 32 °C (la temperatura ottimale per le piante di cacao) nel periodo tra marzo e ottobre, quello di massima produttività. Nel 2024 ci sono stati almeno 42 giorni di caldo estremo in oltre il 70 percento delle aree analizzate nello studio, con un impatto significativo sulla quantità e la qualità del raccolto, che ha poi avuto un inevitabile riflesso sui prezzi.
Un altro studio, basato su un modello previsionale al computer, ha stimato che entro il 2060 la crisi climatica porterà a un calo della produttività del cacao nelle aree occidentali dei Paesi africani, ma anche a un aumento in quelle orientali. In generale, i modelli evidenziano maggiori riduzioni di resa in Costa d'Avorio e Ghana (12 percento) rispetto a Nigeria (10 percento) e Camerun (2 percento) e alcuni guadagni a seconda delle aree produttive. Complessivamente la Costa d'Avorio potrebbe perdere fino al 50 percento dell'area produttiva attuale, sebbene i ricercatori ritengano che a causa dei guadagni in altre regioni gli effetti del cambiamento climatico sulla produzione globale del cacao potrebbero essere contenuti. A condurre lo studio un team di ricerca internazionale guidato da scienziati del Centro per l'analisi dei sistemi colturali dell'Università di Wageningen (Paesi Bassi), che hanno collaborato con i colleghi del Centro Internazionale per l'Agricoltura Tropicale (Colombia) e il Centro di ricerca sulla biodiversità e sul clima Senckenberg (Germania). Una precedente ricerca della NOAA aveva determinato che fino al 90 percento delle aree produttive di cacao nei Paesi africani sarebbero sparite a causa del cambiamento climatico, portando di fatto il cioccolato alla sparizione o alla trasformazione in un bene di lusso.