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Perché gli scienziati ora dicono che nei laghi e fiumi d’Italia cresce il rischio di prendere la schistosomiasi

Le acque di laghi e fiumi stanno diventando più adatte alla sopravvivenza della lumaca che trasmette il parassita della schistosomiasi, una malattia causata da un piccolo verme (trematode) che, nella sua forma larvale (cercaria), penetra attraverso la pelle al contatto con acque dolci contaminate.
A cura di Valeria Aiello
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Laghi e fiumi d’Italia sono tra i bacini d’acqua dolce che stanno diventando più adatti alla sopravvivenza della lumaca Bulinus truncatus, ospite intermedio del parassita della schistosomiasi, un malattia nota anche come bilharziosi, che si contrae entrando in contatto con acque contaminate. Causata da un piccolo verme (trematode) che, nella sua forma larvale (cercaria), penetra attraverso la pelle, la schistosomiasi è una malattia parassitaria che, secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, è la seconda infezione più diffusa dopo la malaria, con oltre 200 milioni di casi segnalati ogni anno in tutto il mondo.

Secondo un team di ricerca della Katholieke Universiteit Leuven (UK Leuven), in Belgio, il rischio di contrarre la schistosomiasi in aree dove la malattia non è diffusa sta crescendo con l’aumento delle temperature legato al cambiamento climatico, estendendo l’habitat delle lumache che ospitano il parassita all’Europa meridionale: secondo le previsioni dettagliate nello studio appena pubblicato su Global Change Biology, i fiumi e laghi italiani diventeranno sempre più adatti alla sopravvivenza della specie entro il prossimo secolo, insieme a quelli di vaste aree di Spagna, Portogallo, Francia e Grecia.

Al momento, in Europa, la schistosomiasi è stata segnalata in Corsica dal 2013 e, più recentemente, nell’Almeria spagnola, ma finora non era stato calcolato fino a che punto può potenzialmente diffondersi.

Cos’è la schistosomiasi e dove è diffusa

La schistosomiasi è una malattia parassitaria causata da un piccolo verme (trematode) del genere Schistosoma che, nella sua forma larvale (cercaria), penetra attraverso la pelle al contatto con acque dolci contaminate. Il ciclo vitale del parassita coinvolge le lumache d’acqua dolce –  di cui Bulinus truncatus è un importante ospite intermedio – e gli esseri umani, che sono il principale serbatoio d’infezione.

Le forme larvali del parassita sono infatti rilasciate dalle lumache d’acqua dolce ma è nel fegato umano che le forme larvali si sviluppano in vermi adulti sessuati (schistosomi adulti) che poi migrano e vivono nei vasi sanguigni, dove le femmine rilasciano le uova. Alcune delle uova penetrano nell’intestino o nella mucosa vescicale, dove vengono eliminate attraverso le feci e l’urina, per continuare il ciclo di vita schiudendosi in acque dolci, dove liberano i miracidi (il primo stadio larvale) che infettano le lumache. Altre uova rimangono intrappolate nei tessuti corporei, causando reazioni immunitarie e danni progressivi agli organi.

La schistosomiasi è diffusa nelle aree tropicali e subtropicali, anche se la distribuzione geografica degli schistosomi che infettano gli umani differisce a seconda delle specie (se ne conoscono cinque). Le stime indicano che almeno il 90% di coloro che necessitano di cure per la schistosomiasi viva in Africa, soprattutto nelle comunità povere senza accesso ad acqua potabile sicura e servizi igienici adeguati. Focolai sono segnalati in Medio Oriente, Turchia e India, e in Asia, principalmente in Cina, Filippine, Thailandia e Indonesia.

Quali sono i sintomi della schistosomiasi

L’infezione è solitamente asintomatica, ma quando le larve penetrano nella pelle può manifestarsi un’eruzione cutanea. Dopo la deposizione delle uova, generalmente dalle 2 alle 4 settimane dopo l’infezione, insorgono i sintomi tipici della schistosomiasi, che includono:

  • febbre
  • forti dolori addominali
  • sangue nelle urine
  • sangue nelle feci (diarrea sanguinolenta)

Con il progredire della malattia, si verificano lesioni della mucosa intestinale, che possono portare a fibrosi focali, stenosi, fistole ed escrescenze papillomatose nell'intestino. La reazione alle uova può inoltre indurre fibrosi e cirrosi a livello epatico, mentre a livello polmonare possono svilupparsi granulomi e altre complicazioni. In caso di coinvolgimento vescicale, le infezioni possono produrre ulcerazioni che, con il passare del tempo, determinano la cistite cronica: altre complicazioni vescicali includono la formazione di masse papillomatose e lo sviluppo di carcinoma della vescica.

Come di cura la schistosomiasi

La schistosomiasi viene trattata con antielmintici (praziquantel) che sono efficaci contro gli schistosomi adulti, ma non contro le forme immature, che sono presenti nelle fasi iniziali dell’infezione. Pertanto, nelle persone con un’esposizione ad acqua dolce potenzialmente contaminata, il trattamento viene ritardato per 6-8 settimane, in modo da dare alle forme immature il tempo sufficiente per trasformarsi in adulti. Nel caso in cui, dopo il trattamento, nelle feci e nelle urine siano presenti uova, il trattamento viene ripetuto.

L’espansione dell’habitat della lumaca

Sulla base dei modelli che prevedono il clima europeo per il prossimo secolo, i ricercatori hanno osservato che l’habitat della lumaca che ospita il parassita della schistosomiasi è destinato ad estendersi, interessando vaste aree di Italia, Spagna, Portogallo, Francia e Grecia. Nel complesso, secondo i calcoli degli studiosi, si verificherà un aumento netto complessivo dell’area idonea fino al 17%, che toccherà anche in diverse regioni del Medio Oriente e gran parte dell’Africa centrale.

Altre ricerche hanno già dimostrato che il parassita stesso è in grado di sopravvivere in un clima temperato, ma sono necessari tutti e tre gli elementi, lumaca, parassita ed esseri umani, per completare il ciclo dell’infezioneha spiegato Tine Huyse, ricercatrice della KU Leuven e co-autrice dello studio – . I viaggiatori che portano il parassita dall’Africa all’Europa non rappresentano un grande rischio ora, ma a causa del cambiamento climatico, in futuro, i tre elementi prospereranno tutti nel clima europeo, consentendo alla malattia infettiva di diffondersi”.

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