Perché gli esperti dicono che siamo “terribilmente impreparati” a una massiccia eruzione vulcanica
Siamo “terribilmente impreparati” all’impatto di una massiccia eruzione vulcanica, che potrebbe interrompere le catene di approvvigionamento e avere effetti duraturi sul clima e le forniture alimentari globali. L’avvertimento arriva dagli esperti del Center for the Study of Existential Risk (CSER), il centro di ricerca dell’Università di Cambridge che si occupa dello studio e della mitigazione dei rischi che potrebbero portare all’estinzione umana o al collasso della civiltà, secondo cui i pericoli di un’eruzione vulcanica dirompente sono maggiori di quanto pensiamo. In un articolo pubblicato su Nature, spiegano che quanto accaduto in seguito alla devastante eruzione del vulcano Hunga Tonga-Hunga Ha’apai lo scorso gennaio a Tonga, nell’Oceano Pacifico meridionale, dovrebbe essere “un campanello d’allarme” della minaccia rappresentata da questo genere di eventi. “I dati più recenti – precisano gli autori dell’articolo – indicano che c’è una possibilità su sei di un’eruzione di magnitudo 7 o superiore (10 o 100 volte maggiore di quella del vulcano di Tonga) si verifichi in questo secolo. Eruzioni di queste dimensioni hanno, in passato, causato bruschi cambiamenti climatici e il collasso delle civiltà, e sono state associate all’insorgere di pandemie”.
Eppure, evidenziano gli esperti, sono stati fatti pochi investimenti per limitare ciò che un’eruzione di questa portata potrebbe causare, concentrando invece i finanziamenti nella prevenzione di scenari a bassa probabilità, come la collisione di un asteroide contro la Terra. “La minaccia molto più probabile che si verifichino eruzioni vulcaniche su larga scala è quasi ignorata, mentre la ‘difesa planetaria’ riceve centinaia di milioni di dollari di finanziamenti ogni anno e ha diverse agenzie globali dedicate. A settembre, la missione Double Asteroid Redirection Test (DART) della NASA cercherà di modificare la traiettoria di un asteroide, testando le capacità per la futura deflessione dell'asteroide. Quel progetto di preparazione anticipata costerà oltre 300 milioni di dollari. Al contrario, non esiste un’azione coordinata, né investimenti su larga scala, per mitigare gli effetti globali delle eruzioni di grande entità. Questo deve urgentemente cambiare”.
I ricercatori del CSER sostengono che è possibile adottare misure di protezione dalla devastazione vulcanica – da una migliore sorveglianza a una maggiore istruzione pubblica e manipolazione del magma – ma le risorse necessarie per farlo sono attese da tempo. Il monitoraggio, in particolare, deve essere migliorato. “Solo il 27% delle eruzioni dal 1950 ha avuto un sismometro nelle vicinanze e solo un terzo di quei dati è stato nuovamente inserito nel database globale per i ‘disordini vulcanici’ – rilevano gli esperti – . E laddove il monitoraggio locale da terra non è fattibile, in particolare nelle aree remote, l’osservazione satellitare e aerea diventa essenziale. Oltre a monitorare i cambiamenti termici, gassosi e di deformazione, i satelliti potrebbero fornire tassi di eruzione di massa in tempo reale, altezza del pennacchio e immagini per i soccorsi in caso di calamità. Ma gli attuali satelliti non hanno la necessaria risoluzione nel tempo e nello spazio”.
I vulcanologi chiedono un satellite dedicato al monitoraggio da oltre vent’anni – ha affermato la dottoressa Lara Mani, ricercatrice del CSER e co-autrice dell’articolo – . A volte dobbiamo fare affidamento sulla generosità delle società satellitari private per immagini rapide” .
Gli esperti chiedono anche una maggiore ricerca sulla “geoingegneria” dei vulcani. Ciò include la necessità di studiare i mezzi per contrastare le ceneri rilasciati da una massiccia eruzione, che potrebbero portare a un “inverno vulcanico”. Dovrebbe inoltre essere intrapreso un lavoro per indagare sulla manipolazione delle sacche di magma sotto i vulcani attivi. “Poter influenzare direttamente il comportamento vulcanico potrebbe sembrare inconcepibile, ma lo è stato anche per la deflessione degli asteroidi fino alla formazione del Planetary Defense Coordination Office della NASA nel 2016 – sottolineano i ricercatori – . I rischi di una massiccia eruzione che devasta la società globale sono significativi e l’attuale sottoinvestimento nella risposta a questi pericoli è semplicemente sconsiderato”.