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Perché gli astronauti bloccati sulla ISS sono tornati sulla Terra più alti di quando erano partiti

Tra gli effetti più curiosi delle missioni spaziali di lunga durata vi è un aumento dell’altezza. I due astronauti bloccati 9 mesi sulla ISS sono dunque tornati più alti di quando erano partiti. Ecco cosa succede al corpo umano.
A cura di Andrea Centini
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L'astronauta Butch Wilmore appena rientrato sulla Terra. Credit: NASA SpaceFlight
L'astronauta Butch Wilmore appena rientrato sulla Terra. Credit: NASA SpaceFlight

L'inaspettata e prolungata permanenza dei due astronauti Suni Williams e Butch Wilmore a bordo della Stazione Spaziale Internazionale (ISS) ha suscitato – e sta suscitando – notevole interesse e molta curiosità, anche e soprattutto per la vicenda umana di due persone rimaste “bloccate” nello spazio per nove mesi, a fronte di una missione prevista di appena otto giorni. In tanti si stanno domandando quali sono le loro condizioni di salute e se sono tornati “diversi” dopo questa esperienza imprevista. Sicuramente sono tornati più alti di quando erano partiti, uno degli effetti più curiosi della microgravità sul corpo umano quando vi si è sottoposti per periodi prolungati.

I due astronauti della Boeing Starliner erano partiti il 5 giugno 2024 alla volta del laboratorio orbitante nel contesto del The Crew Flight Test, una missione volta a certificare la navetta della Boeing come secondo veicolo privato approvato dalla NASA (dopo la Crew Dragon di SpaceX) nel trasporto di equipaggio da e verso lo spazio. Purtroppo a causa di perdite di elio e problemi ai propulsori riscontrati durante il viaggio di andata, per ragioni di sicurezza l'agenzia aerospaziale statunitense decise di far rientrare la navetta senza equipaggio, col pilota automatico, dopo alcune settimane di riflessione. Così il soggiorno di Williams e Wilmore si prolungò in modo significativo, tra la necessità di una nuova navetta e le rotazioni di equipaggio sulla ISS. Alle 23 ora italiana del 18 marzo 2025, dopo l'avvicendamento con la Crew-10, i due sono finalmente rientrati sulla Terra.

Come indicato, adesso tutte le attenzioni (anche mediatiche) sono rivolte alle loro condizioni di salute, considerando la lunga permanenza in microgravità, pertanto del tutto inattesa. Sicuramente sono arrivati più alti di quando sono partiti più di nove mesi fa. Uno degli effetti più curiosi della permanenza nello spazio risiede proprio in un temporaneo cambio di altezza degli astronauti. È stato calcolato che un essere umano alto 1,80 metri può acquisire da 3 a 5 centimetri di altezza al rientro sulla Terra, a seguito di una missione della durata di 6 mesi (il periodo di tempo che in genere gli astronauti trascorrono sulla ISS). Ma da cosa dipende questo significativo cambiamento?

Tutto ruota attorno al modo in cui il corpo umano risponde alla microgravità. Come spiegavamo in questo articolo, molto probabilmente Williams e Wilmore sono rientrati con “piedi da bambino” (baby feet), alla luce del fatto che lo spesso e resistente strato di pelle sotto la pianta dei piedi viene perduto – attraverso la naturale esfoliazione epidermica – ma non sostituito. Il fatto di non dover camminare per l'assenza di gravità elimina le sollecitazioni e la pressione cui i piedi vengono sottoposti dal peso del nostro corpo, per effetto della gravità terrestre. Di fatto non ci sono le condizioni affinché si accumuli il denso strato di pelle morta alla base dei piedi, che col passare del tempo diventano così morbidi e sensibili come quelli di un bimbo che ancora non cammina. Per un principio analogo gli astronauti diventano più alti. Non dovendo sostenere le sollecitazioni del peso corporeo, i dischi intervertebrali della colonna vertebrale tendono a espandersi e a rilassarsi, “stirando” di fatto il corpo degli astronauti, che come indicato possono acquisire anche 5 cm di altezza in più nel giro di alcuni mesi. Un recente studio ha anche osservato la massa muscolare magra a supporto della colonna vertebrale tende ad atrofizzarsi, con una diminuzione media di circa il 20 percento durante una missione di lunga durata.

Da oltre dieci anni è stato installato sulla ISS un dispositivo a ultrasuoni che permette di vedere come cambia la colonna vertebrale degli astronauti nel corso del tempo. In precedenza questo aumento di altezza veniva verificato solo al rientro sulla Terra, mentre oggi preziose indagini muscolo-scheletriche vengono fatte direttamente nello spazio e in tempo reale. È doveroso sottolineare che questo significativo cambio di altezza è solo temporaneo; una volta sottoposta alla gravità terrestre, la colonna vertebrale comincerà a schiacciarsi e i dischi intervertebrali tornano a svolgere il loro fondamentale ruolo di cuscinetto, che permette il movimento mantenendo comunque la struttura rigida e robusta. L'astronauta della NASA Scott Kelly perse i 5 centimetri guadagnati durante la sua lunga missione di 340 giorni in appena due giorni; è dunque possibile che Williams e Wilmore siano già tornati alla loro altezza terrestre. Il processo sembra collegato comunque a potenziali e fastidiosi mal di schiena.

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