Perché gli acquisti online stanno uccidendo le balene
Potrebbe sembrare assurdo, ma il significativo aumento degli acquisti online degli ultimi anni sta uccidendo le balene. Letteralmente. La ragione risiede nell'incremento del traffico navale per trasportare le merci; basti sapere che le sole autorità portuali degli Stati di New York e New Jersey hanno segnalato un boom del 27 percento rispetto ai livelli precedenti alla pandemia di COVID-19. La costante spola per il rilascio e il recupero dei container ha ingolfato di gigantesche navi mercantili le tratte frequentate dai grandi mammiferi marini, che spesso non riescono a spostarsi in tempo e vengono colpiti e uccisi, o feriti in modo atroce dalle eliche. Emblematiche le immagini della balenottera con la colonna vertebrale spezzata che ha compiuto una migrazione di 5.000 chilometri (dal Canada alle isole Hawaii) lo scorso anno.
In base ai dati della National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA), da gennaio 2016 ad oggi, 1 marzo 2023, lungo la costa atlantica degli Stati Uniti sono state trovate morte centinaia di balene, fra le quali quasi 200 megattere (Megaptera novaeangliae). Ben 23 carcasse sono state individuate negli ultimi tre mesi. Oltre alle già citate megattere, tra le vittime figurano balenottere minori (Balaenoptera acutorostrata) e rarissime balene franche nordatlantiche (Eubalaena glacialis). Quest'ultima è una specie classificata come in pericolo critico di estinzione (codice CR) nella Lista Rossa dell'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN); si stima che ne restino soltanto 300 esemplari in tutto, le generazioni superstiti ai massacri della baleneria.
Tra le cause principali di questa mattanza, quasi completamente attribuibile all'uomo, vi sono i cambiamenti climatici, l'attrezzatura da pesca "fantasma" (come le reti abbandonate o perse) e le sopracitate collisioni con le navi, che rappresentano anche la prima causa di morte delle balenottere comuni nel Mar Mediterraneo. La situazione è così seria che la NOAA Fisheries ha indetto una conferenza stampa ad hoc per spiegare nel dettaglio le ragioni dei continui spiaggiamenti di balene mutilate. Come riportato dal New York Times, la direttrice delle relazioni pubbliche dell'agenzia – la dottoressa Lauren Gaches – ha innanzitutto spiegato che alla base vi è l'impatto del riscaldamento globale, che sta modificando il comportamento degli animali e la loro distribuzione. I pesci, infatti, a causa dell'acqua marina più calda sono spinti ad avvicinarsi alla costa; le balene, loro predatori naturali, li seguono e finiscono nelle tratte trafficate dalle navi mercantili, che spesso le investono.
Le balene, purtroppo, continuano a morire numerose nonostante nelle aree più critiche siano stati introdotti limiti di velocità, proprio per permettere ai cetacei di spostarsi in tempo. Come richiesto dagli scienziati servirebbe una deviazione delle rotte, per aggirare i luoghi in cui si concentrano di più i grandi cetacei. Fortunatamente ciò sta già avvenendo in alcune parti del mondo. Alcune grandi compagnie di trasporto navale hanno accettato la proposta degli scienziati per preservare questi animali, ma non tutte. Inoltre l'incremento delle imbarcazioni per trasportare l'enorme mole di prodotti acquistati online non fa altro che peggiorare una già drammatica situazione.