Perché gennaio sembra il mese più lungo di sempre: la risposta è nel nostro cervello
Sono trascorsi sono 27 giorni dal Capodanno, meno di 20 da quando abbiamo disfatto l'albero di Natale, eppure sembra che sia passato molto più tempo, sicuramente più di un mese. Ogni anno è la stessa storia: gennaio sembra infinito. Sui social, quest'anno, come negli anni passati, vanno virali i post che scherzano sull'argomento: "Gennaio sta durando 391092 anni", oppure "È un anno che è gennaio" e così via.
Ma, battute a parte, questa sensazione è così comune che ha portato anche psicologi e studiosi del comportamento umano a domandarsi da cosa nasca e quali siano le cause. Qualche anno fa alcuni ricercatori della University College London (UCL) hanno teorizzato una possibile spiegazione che tira in ballo diversi meccanismi alla base del funzionamento della mente umana.
Il ruolo della dopamina
Il primo meccanismo alla base di questa sensazione comune riguarda chiaramente la percezione del tempo, un fenomeno molto soggettivo influenzato da diversi fattori. Zhenguang Cai, oggi docente The Chinese University of Hong Kong, aveva spiegato alla rivista inglese New Statesmen come "ricominciare a lavorare dopo la pausa natalizia porti a molta noia (rispetto al divertimento durante la pausa natalizia), che a sua volta determina l'impressione che il tempo rallenti a gennaio".
Questa variabilità della percezione dello scorrere del tempo, più veloce quando ci si diverte meno quando siamo impegnati in qualcosa che non ci interessa, è anche influenzata dalla dopamina, un fondamentale neurotrasmettitore coinvolto nei meccanismi di ricompensa e di motivazione, controllo dell'umore, regolazione del sonno e della sensazione di piacere.
Solo lavoro e impegni
A gennaio quindi il nostro orologio della percezione del tempo subirebbe un forte rallentamento perché in questo mese non ci sono né feste, né vacanze da aspettare, ma solo lavoro e impegni. Questa assenza di momenti di svago può risultare ancora più difficile da accettare soprattutto se in confronto a dicembre e a tutte le sue feste.
Potrebbe contribuire a questa sensazione anche la stagione e la durata delle giornate: anche se a gennaio iniziano ad allungarsi, non ce ne rendiamo ancora completamente conto. "Questo – spiega David Whitmore dell'UCL – porta alla sensazione che le giornate finiscano presto".
Questi fattori, uniti alla voglia che questo periodo finisca per entrare in un mese più stimolante, che non sia fatto solo di impegni e dove ogni giorno è uguale a quello precedente, contribuiscono a innescare in noi la sensazione che gennaio non finisca mai. Ma coraggio, alla fine, anche quest'anno, il momento in cui strappiamo via la prima pagina del calendario sta per arrivare.