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Perché fa così caldo e quanto durerà questa nuova ondata

Le ultime previsioni meteo mostrano un’ulteriore intensificazione del caldo a causa dell’Anticiclone africano, con temperature record in tutta Italia per almeno una decina di giorni. .
A cura di Valeria Aiello
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Il caldo non molla la presa, anzi. Sta per ritornare più prepotente di prima. Le ultime previsioni meteo mostrano l’arrivo di una nuova e intensa ondata di calore che sta per investire l’Italia e l’Europa occidentale, con temperature che torneranno a salire vertiginosamente, specialmente sulle regioni settentrionali. Si tratterà della quarta ondata di calore causata dall’Anticiclone africano, la più intensa di quest’estate (almeno finora) e tra le più durature, dal momento che i modelli meteo non lasciano ancora intravvedere con sufficiente sicurezza e precisione la sua fine. In altre parole, dovremo fare i conti con caldo intenso e afoso che ci accompagnerà per almeno una decina di giorni.

Ma perché fa così caldo?

I fattori che concorrono a definire e determinare il caldo sono molteplici e riguardano non solo la nostra percezione del calore. Come spiegavamo anche qui, l’umidità presente nell’aria influenza fortemente la nostra sensazione di caldo ma, concentrandoci solo sulla temperatura, ci sono essenzialmente tre elementi che, se concorrono insieme, possono far schizzare in alto i termometri.

La radiazione solare

Si tratta del fattore più ovvio, che nei mesi estivi dell’emisfero nord (il nostro) fa sentire la sua maggiore influenza. Come è noto, le stagioni calde e fredde dipendono dall’inclinazione della radiazione solare sulle diverse zone della Terra (non dalla nostra distanza dal Sole, che per noi è addirittura minima in gennaio), scaldando maggiormente le aree su cui i raggi cadono meno inclinati, perché investono una superficie minore. D’estate, l’intensità della radiazione solare è maggiore, proprio perché i raggi del Sole sono meno inclinati.

L’arrivo di correnti calde

Il sopraggiungere di masse d’aria – un fenomeno che in meteorologia è chiamato avvezione – con caratteristiche diverse dalla precedente, generalmente in termini di temperatura e umidità, è responsabile di un cambiamento dei parametri atmosferici. È chiaro che se queste masse d’aria si espandono dal Nord Africa, come nel caso dell’Anticiclone africano, contribuiscono al caldo. A influire, è bene ricordarlo, anche l’umidità che queste masse d’aria, originariamente molto secche, accumulano durante il loro viaggio sul Mediterraneo.

La subsistenza atmosferica

Si tratta di un fenomeno frequente nelle zone anticicloniche per cui, a causa della sua maggiore densità, l’aria degli strati più alti scende verso gli strati più bassi. In questo moto discendente, l’aria aumenta la sua temperatura per compressione – abbassandosi di quota, aumenta la pressione – , facendo aumentare la temperatura al suolo, con conseguente dissolvimento delle nubi. Questo fenomeno è rafforzato dal fatto che l’aria degli strati bassi scivola lateralmente, dalla zona dove la pressione è più alta verso zone dove la pressione è più bassa, allontanandosi dal centro con moto orario nell’emisfero settentrionale. Più è potente l’anticiclone sotto il quale ci troviamo, maggiore è la compressione dell’aria, dunque la sua temperatura.

A questi elementi si aggiungono una serie di fattori “locali” che, seppur minori, possono fare la differenza, a partire dall’influenza del micro-clima, che può amplificare o attenuare certi effetti. Ecco perché possono esistere grandi differenze tra una località e l’altra (basti pensare all’influenza del mare nelle zone costiere, alla presenza di laghi, ai rilievi…), anche se i fattori descritti in precedenza sono comunque presenti. Non da ultimi, l’effetto “isola di calore” delle città, dove la prepotenza di asfalto e cemento a scapito delle aree verdi contribuiscono ad accumulare calore, e l’impatto dei cambiamenti climatici, che aumentano la persistenza delle strutture circolatorie.

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