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Perché dormire di pomeriggio può farti sentire più stanco: come evitare il rischio “inerzia del sonno”

Il corpo umano è fisiologicamente portato a sperimentare un calo di energia tra le ore 13:00 e le 16:00, tuttavia fare un pisolino può essere una soluzione solo a determinate condizioni. Se non si seguono i giusti accorgimenti infatti dormire di pomeriggio potrebbe essere perfino controproducente.
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Hai appena finito la pausa pranzo, ti rimetti alla scrivania, ma tenere gli occhi aperti ti sembra quasi impossibile. Se ti sei rivisto in questa situazione, tranquillo, capita anche ai lavoratori più instancabili. Durante la giornata infatti il corpo umano non ha sempre lo stesso livello di energia, ci sono momenti in cui fisiologicamente siamo portati a sentirci più stanchi. Uno di questi è proprio il primo pomeriggio, tra le 13:00 e le 16:00: la digestione gioca di certo un ruolo, ma non è l'unico fattore dietro la sonnolenza che si avverte subito dopo la pausa pranzo.

Un articolo sulla rivista scientifica The Conversation spiega perché il pisolino può essere un bisogno fisiologico, innescato dal nostro orologio interno – quello che viene definito anche "ritmo circadiano" – tuttavia spesso dormire nel pomeriggio non è sempre la cosa migliore da fare, soprattutto in alcune circostanze: ad esempio dopo un pisolino piuttosto lungo non è raro sentirsi più stanchi di prima e in una sensazione di intorpidimento che può perseguitarci anche per tutto il pomeriggio.

Perché dormire nel pomeriggio non è sempre un aiuto

L'orologio interno che regola il nostro ritmo circadiano è estremamente sensibile. Ecco perché, anche se avvertiamo il bisogno di dormire nel primo pomeriggio, cedere a questa tentazione può avere delle controindicazioni. Da una parte, diverse ricerche hanno suggerito che un breve pisolino, non più lungo di 30 minuti, può avere una lunga serie di benefici, soprattutto se ci si espone a una buona luce subito dopo. Ad esempio aiuta a contrastare il senso di stanchezza e può favorire la nostra concentrazione e perfino le nostre funzioni cognitive. Uno studio della Nasa suggerisce che fare "power nap" della durata di 26 minuti può può migliorare le prestazioni del personale operativo di volo del 34% e la loro attenzione del 54%.

Ma attenzione: la soglia tra un sonnellino ricostituente e un sonno nocivo è davvero molto labile. Se si dorme a lungo infatti il nostro cervello entra nella fase del sonno profondo o sonno a onde lente. A questo punto, svegliarsi dal sonno profondo diventa più complesso, in quanto interromperlo può farci sperimentare quella condizione che alcuni definiscono "inerzia del sonno", ovvero "lo stordimento e il disorientamento che derivano dal risveglio durante le fasi del sonno profondo". Inoltre, dormire a lungo nel pomeriggio potrebbe alterare la nostra naturale alternanza sonno/veglia con il rischio di causare problemi di insonnia o comunque difficoltà ad addormentarsi durante la notte.

Come evitare i rischi del pisolino pomeridiano

Questo non significa che non bisogna dormire affatto nel pomeriggio, ma che bisogna farlo in modo intelligente. Anzi, per alcune categorie di persone, come chi lavora su turni o chi fa un lavoro che richiede un forte stress mentale, fare un pisolino è addirittura raccomandato, anche per ridurre il rischio di errori sul lavoro.

È però necessario adottare i giusti accorgimenti per evitare gli effetti collaterali. Per prima cosa, è consigliato dormire tra i 10 e i 20 minuti al massimo. Fanno la differenza anche le condizioni esterne: meglio infatti dormire in un luogo fresco e soprattutto non farlo troppo tardi. L'orario raccomandato è entro le 14:00. Tuttavia – spiegano gli esperti – non è detto, anche in queste condizioni, che il sonnellino pomeridiano faccia a bene a chiunque: ad esempio chi ha problemi di sonno dovrebbe puntare a migliorare il sonno notturno piuttosto che a recuperare le energie durante il giorno, perché questo potrebbe peggiorare la sua situazione.

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