Perché con la variante Omicron meno grave rischiamo comunque di mettere in crisi gli ospedali
Un crescente numero di prove indica che le infezioni causate da Omicron possono essere più lievi di quelle scatenate da altre varianti. Secondo gli esperti, tuttavia, è probabile che questa minore gravità faccia poca o nessuna differenza sulla pressione ospedaliera. L’enorme ondata di casi di Covid, guidata dalla variante Delta e dall’emergere della variante Omicron (quasi 120mila nel Regno Unito e 44mila in Italia nelle ultime 24 ore), potrebbe comunque mettere in crisi il sistema sanitario, anche se il ricovero ospedaliero dovesse riguardare una percentuale più piccola di persone.
Le stime dell’Agenzia per la sicurezza sanitaria del Regno Unito (UKHSA) mostrano che i positivi alla variante Omicron hanno dal 31% al 45% di probabilità in meno di recarsi al pronto soccorso rispetto a Delta, e tra il 50% e 70% di probabilità in meno di richiedere il ricovero in ospedale. In un’analisi separata, i ricercatori dell’Università di Edimburgo hanno osservato che “Omicron è associata a una riduzione di due terzi del rischio di ricovero per Covid rispetto a Delta”.
Un’ulteriore ricerca pubblicata dagli scienziati dell’Imperial College di Londra ha riscontrato una riduzione delle visite ospedaliere tra i casi di Omicron e di Delta, calcolando che i pazienti Omicron hanno il 40-45% in meno di probabilità di essere ricoverati rispetto ai pazienti Delta. Quest’analisi ha anche suggerito che il ciclo vaccinale a due dosi non è sufficiente a contrastare Omicron. “Data l’elevata trasmissibilità del virus Omicron, rimane il potenziale per i servizi sanitari di far fronte alla crescente domanda, se i casi di Omicron continueranno a crescere al ritmo che è stato visto nelle ultime settimane”.
A fare la differenza è infatti la maggiore trasmissibilità di Omicron: dal momento che è in grado di infettare più persone (l’indice di replicazione R0 della nuova variante potrebbe essere 10), anche se le infezioni sembrano determinare meno ricoveri, la più alta diffusione della nuova variante può comunque avere un impatto importante sui sistemi sanitari. “Se Omicron avesse avuto un minore effetto sulla diffusione dei casi, avrebbe influenzato le dimensioni dell’ondata e quindi il carico di salute pubblica – ha affermato il professor Mark Woolhouse dell’Università di Edimburgo e coautore dello studio scozzese – . La minore gravità dell’infezione è chiaramente molto importante, ma è solo un fattore in termini di onere per la salute pubblica. Altra cosa è la vastità dell’onda”.
“Dovremmo ancora essere preoccupati per la dimensione dell’ondata, per i tassi di crescita molto rapidi e per il tempo di raddoppio molto rapido – ha aggiunto Woolhouse – . Questi picchi di casi, che abbiamo visto nel Regno Unito, sono ancora in aumento, quindi è la vastità dell’onda a preoccupare maggiormente in questo momento”.