Perché alla Cop29 si sta parlando di scie chimiche, ma non è un complotto
Quelle che da anni ormai i sostenitori delle teorie del complotto definiscono scie chimiche rappresentano davvero un problema, ma non per i motivi sostenuti dai complottisti. Quelle scie bianche che vediamo in cielo dopo il passaggio di un aereo non sono infatti altro che le scie di condensazione causate dai vapori rilasciati dagli aerei durante il volo.
Le teorie cospirazionistiche secondo cui queste servano a diffondere nell'aria medicinali o vaccini vari, o addirittura a controllare la mente della popolazione non c'entrano nulla. Queste erano e sono tutt'ora prive di ogni fondamento scientifico. A preoccupare gli scienziati è piuttosto l'impatto ambientale sul riscaldamento terrestre delle scie di condensazione o contrails.
Il tema non è affatto secondario, tanto che se ne parlerà anche durante la Cop29, l'annuale Conferenza delle parti della Convenzione delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, che è attualmente in corso dall'11 al 22 novembre 2024 a Baku, in Azerbaigian. L'obiettivo è trovare una soluzione agli effetti dannosi delle scie di condensazione.
Come si formano le scie di condensazione
Le scie di condensazione, anche chiamate "contrails", si formano quando un aereo attraversa l'aria fredda e umida dell'atmosfera. Il loro impatto sul riscaldamento climatico è noto da ormai qualche anno: come hanno dimostrato diversi studi, queste scie di vapore contribuiscono a intrappolare il calore all'interno dell'atmosfera, amplificando il riscaldamento terrestre.
Ecco perché delle scie di condensazione si parlerà anche in un evento della Cop29, durante il quale verrà affrontato il più ampio problema dell'impatto ambientale dell'aviazione: si stima che "il riscaldamento causato dai livelli di traffico oggi – sebbene incerto – sia uguale a 33 miliardi di tonnellate di C02", spiega il sito della conferenza.
Il ruolo delle scie sul riscaldamento
Tuttavia, il problema delle scie di condensazione, che pure contribuisce all'impatto climatico in modo decisivo, potrebbe essere risolto in modo piuttosto semplice. Una soluzione "a basso costo" arriva, come riporta la Bbc, da un recente studio dalla European Federation for Transport and Environment (T&E), il principale ente europeo che raccoglie le organizzazioni non governative impegnate nel settore dei trasporti sostenibili.
Secondo l'ente, seppure l'impatto dei contrails sul riscaldamento sul clima sia negativo quanto quello delle emissioni di CO2 dell'aviazione, si tratta di un problema ben delimitato: meno del 3% dei voli globali – si legge nello studio – ha generato l'80% del riscaldamento da scie di condensazione nel 2019.
È possibile una soluzione a basso costo
Da questo studio emerge infatti che basterebbe controllare e pianificare le traiettorie dei voli in modo tale da evitare quelle sezioni dell'atmosfera note per essere associate a maggior numero di scie di condensazione, un po' come si fa oggi per evitare aree temporalesche o turbolente. Quelle da evitare sarebbero ad esempio le cosiddette "Ice supersaturated regions" (ISSR), letteralmente le "regioni sovrastare di ghiaccio", ovvero "le aree fredde e umide dell'atmosfera in cui è più probabile che si formino le scie", possono estendersi per diverse centinaia di chilometri, ma di solito hanno uno spessore inferiore a 1 km, quindi attraverso piccole aggiustamenti nella traiettoria di volo, con piccole deviazioni dall'alto al basso.
In realtà il costo di questa operazione sarebbe piuttosto contenuto e produrrebbe in poco tempo grandi risultati: gli autori dello studio sostengono infatti che modificando le traiettorie di volo di una manciata di aerei sarebbe possibile ridurre il riscaldamento dovuto alle scie di oltre la metà entro il 2040, con un costo inferiore a qualche euro: ad esempio la spesa necessaria per evitare le scie di condensazione di un volo Parigi-New York non sarebbe maggiore a 3,90 euro.