Per la prima volta raccolte rocce dalla faccia nascosta della Luna: traguardo storico per la Cina
A cinque anni dal primo, storico allunaggio sulla faccia nascosta della Luna, la Cina ha conquistato un altro primato storico. La sonda Chang'e-6 ha infatti prelevato campioni di roccia dal lato non visibile (dalla superficie terrestre) del satellite naturale ed è ora in viaggio verso il nostro pianeta. Se tutto andrà come previsto, le rocce lunari saranno paracadutate sulla Terra martedì 25 giugno. Più precisamente, il contenitore che le custodisce giungerà nella regione cinese della Mongolia interna, dove ad attenderlo per il recupero ci saranno squadre di tecnici e scienziati in festa.
Per gli studiosi, del resto, si tratta di materiale preziosissimo; li aiuterà a comprendere meglio la composizione chimica della Luna e soprattutto a scoprire le differenze con la geologia della faccia visibile, dalla quale sono stati prelevati diversi campioni sin dall'Apollo 11, la prima missione umana ad aver allunato (nel lontano 1969). La Luna orbita in rotazione sincrona con la Terra e, al netto di alcune oscillazioni – chiamate librazioni – che permettono di vedere parti della faccia nascosta, larga parte di un emisfero lunare non possono essere viste dalla superficie del nostro pianeta.
Per motivi tecnici si tratta di un luogo sul quale è anche più difficile allunare, ecco perché è trascorso esattamente mezzo secolo dalla pionieristica missione degli astronauti statunitensi Neil Armstrong e Buzz Aldrin (assieme al pilota del modulo di comando Michael Collins rimasto in orbita) prima di poter vedere il primo allunaggio sulla faccia nascosta. Fu proprio la Cina con la missione Chang'e-4 a raggiungere l'obiettivo il 3 gennaio 2019, quando la sonda toccò delicatamente il cuore del cratere Von Karman, sito nel bacino Polo Sud-Aitken.
A cinque anni di distanza l'agenzia spaziale cinese (formalmente China National Space Administration – CNSA) è tornata all'attacco, puntando un altro ambizioso e pionieristico obiettivo: raccogliere campioni da riportare sulla Terra, per un totale di circa 2 chilogrammi di roccia lunare. A prelevarli attraverso affascinanti manovre il lungo braccio robotico del lander, che li ha depositati nel contenitore ora in viaggio verso la Terra.
Oltre a prelevare i campioni la sonda Chang'e-6 ha lasciato una speciale bandiera cinese – fatta di filamenti di basalto per resistere alle condizioni estreme dell'ambiente spaziale lunare – nel cratere inesplorato Apollo Basin, anch'esso sito nel grande Polo Sud-Aitken (SPA), dove era arrivata domenica 2 giugno.
Come indicato dalla CNSA in una nota, “l'ascendente cinese Chang'e 6 si è separato dal lander ed è decollato dal bacino del Polo Sud-Aitken sulla Luna alle 7:38 ora di Pechino del 4 giugno” con il suo prezioso carico. Dopo essere entrato in orbita si è agganciato alla sonda madre per il viaggio di rientro, che si concluderà nel giro di tre settimane. Se tutto andrà secondo i piani, infatti, il contenitore contenente i campioni di roccia lunare verrà paracadutato sulla Terra il 25 giugno sulla Mongolia cinese, replicando un po' ciò che è accaduto con i campioni dell'asteroide Bennu, recuperati dalla sonda della NASA OSIRIS-Rex e sganciati sul deserto dello Utah del 24 settembre 2023.
L'arrivo dei campioni dalla faccia nascosta della Luna sarà un traguardo storico per la scienze e un ulteriore passo avanti della Cina tra le superpotenze mondiali nello spazio. L'obiettivo più ambizioso è portare i primi taikonauti (astronauti cinesi) sulla regolite lunare entro il 2030; la NASA, tuttavia, dovrebbe essere in vantaggio con la missione Artemis, grazie alla quale porterà la prima donna e la prima persona nera sul satellite della Terra nei prossimi anni.