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Parte “Non sono tutti uguali”, la campagna sui percorsi da seguire dopo la diagnosi di tumore al seno

MSD in collaborazione con Fondazione Aiom ha lanciato la campagna “Non sono tutti uguali. Tumori al seno e percorsi di vita”. In occasione di questa campagna Lucia Ocone si esibirà in un monologo dove vengono raccontate le fasi attraversate da una donna che riceve una diagnosi di tumore al seno.
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Circa 48.000 casi nel 2013. Quasi 60.000 casi nel 2023. Nell’arco di dieci anni i casi di tumore alla mammella in Italia sono aumentati del 16%. Grazie ai passi avanti fatti dalla ricerca le diagnosi arrivano prima e riescono a prevenire gli esisti peggiori. C’è però un aspetto che non è ancora chiaro a tutti. Il percorso di cura è diverso per ogni donna.

MSD in collaborazione con Fondazione Aiom ha lanciato la campagna “Non sono tutti uguali. Tumori al seno e percorsi di vita”. Una campagna che si basa su un monologo interpretato da Lucia Ocone dove vengono raccontate tutte le fasi attraversate da una donna che riceve una diagnosi di tumore al seno. Lucia Ocone si esibirà il 10 e 17 maggio, a Roma e Milano, in apertura ai Pinguini Tattici Nucleari.

Come viene decisa la terapia per il tumore al seno

Durante la presentazione di “Non sono tutti uguali”, il presidente della Fondazione AIOM Saverio Cinieri ha spiegato come avviene la scelta della terapia dopo la diagnosi: “L’88% dei pazienti è vivo a cinque anni dalla diagnosi. La scelta della terapia dipende da più fattori, tra cui le caratteristiche istologiche e biologiche del tumore e quelle della paziente, ad esempio età e presenza di altre malattie, che influiscono sulla storia clinica e sulla risposta alle cure”.

Scendendo ancora più nello specifico, le tipologie di tumore vengono identificate tramite le biopsie. Da qui si può capire meglio la tipologia di tumore. Esistono infatti tre sottotipi: i tumori ormono-sensibili, i cosiddetti HER2 positivi e i triplo-negativi. I più frequenti, circa il 70% dei casi, sono i tumori ormono-sensibili, quelli che sono in grado di rispondere alle terapie ormonali.

Oggi una diagnosi al momento giusto e un percorso di terapia adeguato possono portare ad ottimi tassi di sopravvivenza. A cinque anni dalla diagnosi questo tasso arriva al 100% per tumori allo stadio I, al 90% per tumori allo stadio II, 71% per tumori allo stadio III e al 29% per lo stadio IV. Secondo Mario Taffurelli, presidente di APS Senonetwork Italia, per i tumori trattati nelle Breast Unit la sopravvivenza è ancora più alta:

“Uno studio su oltre 13.700 pazienti, pubblicato sul ‘British Medical Journal’, ha dimostrato un aumento della sopravvivenza del 18% per le donne trattate nelle Breast Unit, dove è garantita l’assistenza da parte di équipe di professionisti che studiano il singolo caso, individuano la terapia più idonea, l’approccio chirurgico ottimale e le cure successive”.

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