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Parkinson, il trapianto di feci dal naso può migliorare i sintomi: com’è possibile

Un team di ricerca belga ha dimostrato che trapiantare le feci di persone sane nell’intestino di pazienti con Parkinson migliora i sintomi motori come tremori e rigidità. Lo studio evidenzia lo stretto legame tra la malattia neurodegenerativa e i batteri intestinali. Il trapianto potrebbe giovare a molte persone con la malattia neurodegenerativa.
A cura di Andrea Centini
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Potrebbe sembrare assurdo, ma il trapianto di feci di persone sane nell'intestino tenue di pazienti con il morbo di Parkinson può migliorare i sintomi motori di questi ultimi, come tremori e rigidità. È quanto emerso da un nuovo studio che ha dimostrato – ancora una volta – lo strettissimo legame tra la diffusa patologia neurodegenerativa e la flora batterica intestinale. Ad esempio, una ricerca dell'Università dell'Alabama di Birmingham ha evidenziato che, nelle feci dei pazienti con Parkinson, sussistono significative differenze nella composizione dei batteri. Tra le famiglie divergenti figurano Lactobacillaceae, Bifidobacteriaceae, Christensenellaceae, Pasteurellaceae e altre. Un'altra indagine più recente ha invece trovato una correlazione con la presenza del batterio Desulfovibrio.

Secondo gli studiosi, la neurodegenerazione del Parkinson è provocata da grumi di una proteina mal ripiegata chiamata alfa-sinucleina. In parole semplici, si pensa che questi aggregati si formino nella parete intestinale e, attraverso il nervo vago, siano in grado di raggiungere il tessuto cerebrale dove distruggono i neuroni dopaminergici (produttori di dopamina); ciò innesca i sintomi tipici del Parkinson come quelli motori, ovvero tremori, rigidità a difficoltà mantenere l'equilibrio. Tra gli altri sintomi sibillini anche stitichezza, disturbi del sonno e perdita dell'olfatto. Gli esperti ritengono che sia proprio la disregolazione del microbiota intestinale a favorire gli accumuli di alfa-sinucleina mal ripiegata, poi "spedita" attraverso il nervo vago al cervello. A suggerirlo anche uno studio guidato da scienziati del Karolinska Institutet di Stoccolma (Svezia), in base al quale la recisione del nervo vago abbatte il rischio di ammalarsi di Parkinson del 40 percento.

Alla luce dello stretto legame tra batteri intestinali e la patologia neurodegenerativa, i ricercatori hanno ipotizzato che trapiantare feci di persone sane in pazienti con Parkinson allo stadio iniziale avrebbe potuto offrire dei benefici nella sintomatologia, grazie all'alterazione benefica indotta alla flora batterica. Ed è esattamente ciò che è stato scoperto. A condurre l'esperimento un team di ricerca belga composto da scienziati dell'Ospedale Universitario di Ghent, della Facoltà di Medicina e Scienze della Salute dell'Università di Ghent e del VIB-UGent Center for Inflammation Research. I ricercatori, coordinati dal dottor Arnout Bruggeman del Dipartimento di Neurologia presso l'ateneo belga, per testare la propria ipotesi hanno coinvolto una cinquantina di persone con Parkinson allo stadio iniziale in uno studio in doppio cieco, monocentrico, randomizzato e controllato con placebo (il gold standard della ricerca scientifica).

I partecipanti, con un'età compresa tra i 50 e i 65 anni, tra il primo dicembre 2020 e dicembre 2021 sono stati divisi in due gruppi e sottoposti all'esperimento: al primo, composto da 22 persone, è stato somministrato un trapianto di microbiota fecale (FMT), “il processo attraverso cui le feci prelevate da un individuo sano vengono trasferite nell'intestino di una persona malata”, spiega l'Istituto Superiore di Sanità (ISS); al secondo, il gruppo di controllo con 24 partecipanti, sono state somministrate le loro stesse feci. L'introduzione è avvenuta tramite un sondino che attraverso il naso ha trasferito le feci (dei donatori sani o dei pazienti stessi) fino all'intestino tenue. Successivamente i ricercatori hanno monitorato i sintomi motori dei partecipanti tramite il Movement Disorders Society-Unified Parkinson’s Disease Rating Scale (MDS-UPDRS), un test standardizzato che assegna un punteggio alle capacità motorie di pazienti con la patologia neurodegenerativa.

Le valutazioni cliniche sono state fatte ogni trimestre per un anno intero, fino a dicembre 2022. I ricercatori, come indicato, hanno rilevato un miglioramento significativo nel punteggio del test nei pazienti che avevano ricevuto le feci dei donatori sani. Più nello specifico, dopo 12 mesi, “il punteggio motorio MDS-UPDRS è migliorato significativamente in media di 5,8 punti (IC 95% da -11,4 a -0,2) nel gruppo di donatori sani e di 2,7 punti (da -8,3 a 2,9) nel gruppo placebo (p = 0,0235)”, hanno scritto gli scienziati nell'abstract dello studio. “I nostri risultati sono davvero incoraggianti!. Dopo dodici mesi, i partecipanti che hanno ricevuto il trapianto di feci da donatore sano hanno mostrato un miglioramento significativo nel loro punteggio motorio, la misura più importante per i sintomi del Parkinson”, ha sottolineato il dottor Bruggeman in un comunicato stampa. “Il nostro studio fornisce indizi promettenti sul fatto che l'FMT può essere un nuovo prezioso trattamento per la malattia di Parkinson. Sono necessarie ulteriori ricerche, ma offrono un modo potenzialmente sicuro, efficace ed economico per migliorare i sintomi e la qualità della vita di milioni di persone affette da malattia di Parkinson in tutto il mondo”, gli ha fatto eco il professor Roosmarijn Vandenbroucke. I risultati, seppur molto promettenti, dovranno essere confermati da studi più ampi e approfonditi. I dettagli della ricerca “Safety and efficacy of faecal microbiota transplantation in patients with mild to moderate Parkinson's disease (GUT-PARFECT): a double-blind, placebo-controlled, randomised, phase 2 trial” sono stati pubblicati sulla rivista scientifica eClinicalMedicine del gruppo The Lancet.

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