Orrendo massacro di delfini alle Faroe, 150 uccisi a coltellate: il mare si tinge di rosso sangue
Alle Isole Faroe c'è stata l'ennesima, orrenda mattanza di delfini, con oltre 150 esemplari trucidati a coltellate e a colpi di punteruolo da una folla senza cuore. Il massacro si è consumato in una piccola baia di Skálafjørður (Skålefjord), un fiordo di Eysturoy, la seconda isola per dimensioni dell'arcipelago incastonato nell'Oceano Atlantico settentrionale, tra Norvegia e Islanda. Durante le scioccanti uccisioni – molti animali sono stati quasi decapitati – il mare si è completamente tinto di rosso sangue, mentre l'odore acre della morte si levava nel cielo di quello che apparentemente è un paradiso naturale, ma dove la natura viene violata e smembrata nel modo più barbaro e atroce possibile.
Ad annunciare l'esito della mortale grindadrap o grind, la cosiddetta caccia “tradizionale” ai cetacei alle isole Faroe, i volontari dell'organizzazione ambientalista e animalista Sea Shepherd, che da molti anni è impegnata in prima linea nel sensibilizzare l'opinione pubblica – ad esempio attraverso la campagna “Operation Bloody Fjords” (Operazione Fiordi Insanguinati) – su queste e altre mattanze di animali nel mondo. Anche la Captain Paul Watson Foundation UK ha condiviso su Facebook diverse orribili immagini del massacro. L'ultima grindadrap di Eysturoy è iniziato nella tarda mattinata di sabato 7 settembre e le operazioni sono andate avanti per diverse ore, dopo che le vedette hanno avvistato il pod di delfini al largo di Skalabotn, attorno alle 11:30. A seguito dell'avvistamento i cetacei sono stati raggiunti da piccole e agili imbarcazioni, che li hanno circondati, terrorizzati e spinti verso l'insenatura del fiordo. Giunti a riva i delfini sono stati raggiunti da una folla inferocita armata di coltelli e altre armi bianche, con i quali sono stati colpiti a morte.
La tecnica prevede la recisione del midollo spinale che può portare quasi alla decapitazione del cetaceo; non è una morte rapida come si potrebbe immaginare. Il dolore della lama conficcata dietro la testa è inimmaginabile e l'agonia può durare alcuni minuti. La sofferenza degli animali è acuita dall'assistere alla morte di figli, madri, padri e compagni mentre urlano terrorizzati in attesa del proprio turno. I delfini sono infatti animali sociali e intelligenti che vivono nel proprio pod (gruppo famigliare) per tutta la vita. Instaurano legami sociali non sono dissimili ai nostri e sottoporli a un simile supplizio è una barbarie indegna di un popolo che si definisce civile. A rendere ancor più insopportabili questi massacri è il fatto che non ce n'è più bisogno per sostenersi e sopravvivere come in passato; le Faroe sono ricche e hanno i supermercati pieni di cibo, ma continuano a massacrare questi animali per "tradizione" e distribuirsi gratuitamente la carne (fra l'altro contaminata da elevati livelli di mercurio).
Un aspetto da non sottovalutare è la specie di delfino massacrata in questa occasione, il lagenorinco acuto (Leucopleurus acutus); in genere durante le mattanze della grindadrap vengono uccisi i globicefali o “balene pilota” (Globicephala melas), grossi delfinidi che possono raggiungere anche 8 metri di lunghezza. Sono più lenti e quindi possono essere raggiunti dalle imbarcazioni della vera caccia tradizionale; i lagenorinchi acuti vengono invece uccisi soltanto dal 1992, da quando alle Faroe si sono diffuse piccole barche a motore agili e veloci. Questi mammiferi marini non fanno dunque parte della caccia tradizionale, eppure vengono massacrati lo stesso. Nel settembre del 2021 ci fu il più grande massacro di questa specie, con circa 1500 individui uccisi. La mattanza sollevò enormi polemiche e da allora il governo limitò le uccisioni di questa specie nei due anni successivi a 500 esemplari all'anno. Il massacro del 7 settembre 2024 è il peggiore dallo sterminio del 2021.
Molti locali sono contrari all'uccisione di questi delfini, ma l'associazione dei cacciatori continua a perpetrare gli ingiustificabili massacri in nome di una tradizione che non è mai esistita. Non ci sarebbe nemmeno bisogno di uccidere i globicefali, le cui carcasse sono spesso gettate dalle scogliere senza essere consumate, come hanno mostrato alcune immagini condivise Sea Shepherd. È un'atrocità senza senso che le Isole Faroe – fuori dall'UE – possono compiere grazie alla protezione della Danimarca, un Paese dell'Unione Europea che ha rigorose leggi di tutela della biodiversità, in particolar modo di cetacei. Sea Shepherd sostiene che è possibile fermare questi massacri, ma servono un'azione corale di divulgazione e il coinvolgimento dei decisori politici a livello nazionale ed europeo, che possono fare leva su quelli locali. Almeno per i lagenorinchi acuti si pensa si possa arrivare a un divieto di caccia, ma al momento l'orrore non sembra avere mai fine.