Orca muore tra atroci sofferenze con lo stomaco pieno di plastica: trovati un tappetino e sacchetti
Una giovane femmina di orca (Orcinus orca) è stata uccisa in Brasile dall'inquinamento da plastica. Nel suo stomaco sono stati trovati un tappetino arrotolato di 89×40 centimetri, diversi sacchetti e altro materiale plastico. Non è stato recuperato nient'altro nel suo apparato digerente. Ciò indica che il magnifico cetaceo, lungo 5 metri, non si nutriva da tempo, come del resto evidenziato dai segni sul suo corpo, magro, emaciato e pieno di parassiti. Si tratta dell'ennesimo mammifero marino ucciso orribilmente dalla negligenza e dalla stupidità umana. Recentemente in Canada è stato trovato morto un capodoglio con 150 chilogrammi di plastica nello stomaco.
La povera orca era stata avvistata per la prima volta il 19 dicembre, mentre nuotava attorno all'imbarcazione di alcuni subacquei nelle acque di Nova Almeida, nello Stato di Espírito Santo. Il cetaceo sembrava volesse giocare con le persone a bordo, come dimostrato da un video condiviso dal progetto brasiliano di ricerca sui cetacei “Projeto Baleia Jubarte”, ma in realtà, come spiegato a Newsweek dal professor Paulo Rodrigues, un oceanografo, la sua era tutta fuorché voglia di giocare. Molto probabilmente era un grido disperato di aiuto.
Il giorno successivo all'incontro, infatti, l'orca è stata trovata morta sulla spiaggia di Costabella Serra di Nova Almedia, lungo la costa orientale del Brasile. Il suo corpo, oltre a essere devastato dal digiuno prolungato, era pieno di morsi di squalo. La presenza di numerosi parassiti indica inoltre che non riusciva a nuotare bene da diverso tempo, favorendo l'infestazione. Una fine atroce e colma di sofferenze, le cui cause sono state confermate durante l'esame autoptico condotto dai biologi marini e dai veterinari dell'Orca Institute brasiliano. Come specificato, il suo stomaco era pieno di plastica, con il pezzo più grande rappresentato da un tappetino arrotolato lungo quasi 1 metro. C'erano diversi sacchetti e altri detriti. Insieme avevano formato una massa che aveva completamente ostruito il tratto digerente dell'animale, condannandolo alla morte per denutrizione.
Il dottor João Marcelo Ramos, responsabile ambientale l'istituto di ricerca, ha sottolineato che non c'era altro nello stomaco dell'orca, pertanto si ritiene che non sia stata in grado di nutrirsi per lungo tempo. Gli scienziati sono estremamente preoccupati perché, come affermato dal dottor Lupércio Barbosa, direttore dell'Orca Institute, ingenti quantità di plastica sono state trovate nel corpo di altri animali marini recuperati in zona. L'inquinamento da plastica è una vera e propria emergenza globale, con circa 8 milioni di tonnellate di rifiuti che finiscono ogni anno nei mari e negli oceani di tutto il mondo. Tra le principali vittime ci sono proprio i cetacei odontoceti – con i denti – come capodogli e delfini (le orche sono fondamentalmente grandi delfini), che scambiano la plastica per le loro prede. Altri animali finiscono intrappolati nella plastica (reti da pesca in primis) e muoiono annegati o stritolati, procurandosi ferite lancinanti. Balene, uccelli marini, pesci e tartarughe sono tutte vittime innocenti del nostro uso scellerato della plastica.