Orca intrappolata da giorni nella Senna, corsa contro il tempo per salvarla: si proverà con un drone
Un giovane esemplare maschio di orca (Orcinus orca) si è smarrito da almeno dieci giorni nel cuore della Senna, il fiume che attraversa la Francia settentrionale. Il mammifero marino è in precarie condizioni di salute e fortemente stressato; gli esperti sono molto preoccupati per la sua sorte, ma hanno approntato un piano che potrebbe garantirgli la salvezza. Come specificato dalla Prefettura della Senna Marittima su Twitter, si tenterà di attirare l'orca verso il mare attraverso l'ausilio di un drone, che emetterà richiami sonori di un gruppo di orche. Ciò, se tutto andrà bene, dovrebbe spingere l'esemplare – lungo circa 4 metri – a riconquistare il largo.
“Sulla base delle proposte avanzate dal gruppo di esperti, e tenuto conto del deterioramento dello stato di salute dell'orca, si è deciso di favorire un metodo di intervento delicato, volto a garantire il monitoraggio a distanza dell'animale mediante l'utilizzo di un drone, coordinato con un intervento volto a garantire la diffusione di stimoli sonori (suoni emessi da una popolazione di orche) per attirare e guidare l'animale al mare”, si legge nel comunicato della prefettura francese. Le orche – fondamentalmente grossi delfini – sono cetacei fortemente sociali che vivono in pod famigliari a guida matriarcale; la speranza degli esperti è che l'animale, stimolato dai richiami, possa essere spinto fino al delta del fiume e dunque nel canale della Manica.
Il cetaceo era stato avvistato per la prima volta ad aprile nei pressi del porto di Le Havre, città della Normandia affacciata sulla Manica dalla quale inizia il corso del fiume che attraversa Parigi. A metà maggio l'orca è ricomparsa nella Senna, tra il porto di Le Havre e la città di Honfleur, dove ha iniziato una lunga e inspiegabile risalita del fiume per decine di chilometri, fino ad arrivare alla città di Rouen. Già avvistare un'orca nella Manica è un evento piuttosto inconsueto, ma vederla nuotare in un fiume – e così a lungo – è decisamente raro. Le orche sono del resto mammiferi squisitamente marini, ma possono presidiare delta e foci dei fiumi per catturare le prede di cui si nutrono (come avviene ad esempio nella British Columbia per la caccia ai salmoni).
Anche il fatto che l'orca sia sola non è una buona notizia. Secondo gli esperti il cetaceo potrebbe essere malato, per questo potrebbe essersi allontanato dal suo gruppo, alla ricerca di cibo più facile da catturare e riparo in acque basse. Capita spesso che delfini e altri cetacei si avvicinino alla costa quando non si sentono bene. L'orca potrebbe anche essere stata allontanata dal suo gruppo famigliare, ma al momento si tratta solo di speculazioni.
L'unica cosa che sappiamo è che non sta bene e che non si trova nel suo habitat naturale. La pinna dorsale è piegata da un lato, come quella delle orche tenute prigioniere nei delfinari e parchi acquatici; è un segno che dimostra il forte stato di stress dell'animale. Sembra inoltre piuttosto denutrita e con una significativa perdita di massa muscolare. Gli scienziati hanno deciso di non avvicinarsi con le imbarcazioni perché ciò potrebbe arrecare ulteriore stress a un animale già in evidente difficoltà. L'uso del drone, approvato dal gruppo di esperti del CEREMA, dell'Ecole Nationale Supérieure de Techniques Bretagne, dell'Università di Oslo, del GECC e di altri istituti di ricerca, sembra essere al momento la soluzione migliore per provare a salvarlo.
Il tentativo di salvataggio sarà tenuto segreto, per quanto possibile; la prefettura ha infatti comunicato che non verrà segnalata la posizione esatta dell'animale per evitare assembramenti di curiosi, che aumenterebbero solo il rischio di fallimento. “Siamo davvero molto molto preoccupati”, ha dichiarato a TF1 il dottor Gérard Mauger, vicepresidente del GECC, un gruppo di studio sui cetacei francese. La speranza è che la missione di salvataggio col drone si riveli porti al risultato sperato.