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Ora sappiamo come è morto l’ultimo mammut sulla Terra

Una ricerca pubblicata dal genetista Love Dalén sulla rivista scientifica Cell ha chiarito come sono morti i mammut dell’isola di Wrangel. A ucciderli non è stato un crollo genomico ma un evento estremo. In breve, se non fosse stato per una pestilenza o una tempesta oggi avremmo ancora i mammut sulla Terra.
A cura di Valerio Berra
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L’isola di Wrangel è un’isola che si trova nell’Artico. Guardandola sulla mappa si vede quanto è lontana dal resto dei continenti. È a Nord della Russia, nella parte Est, si trova sopra il circolo polare artico. La storia dell’isola sarebbe anche trascurabile, al netto di un primato di tipo faunistico. Qui si è rifugiata l’ultima popolazione di mammut passati sulla Terra.

Secondo una serie di ricerche sull'isola di Wrangel sarebbero vissute fino a 1.700 a. C. due sottospecie di mammut: i mammut lanosi e i mammut nani. Una popolazione che a un certo punto è scomparsa. Il genetista Love Dalén ha pubblicato sulla rivista scientifica Cell una ricerca dove vengono analizzati i genomi di 13 esemplari di mammut rinvenuti a Wrangel.

Cosa è emerso dagli studi scientifici sui mammut di Wrangel

Fino a questo momento si riteneva che la popolazione di mammut sull’isola di Wrangel fosse semplicemente troppo piccola. Come spiega il quotidiano britannico The Guardian, secondo la teoria più accreditata la popolazione di mammut avrebbe affrontato un collo di bottiglia genetico: una crisi dovuta all’accumulo di mutazioni genetiche dannose provocate dalla consanguineità.

Detto molto in breve, sembrava che la popolazione dell’isola di Wrangel fosse semplicemente troppo piccola per poter sopravvivere. Ora Love Dalén e i ricercatori che hanno lavorato allo studio sono riusciti a dimostrare che almeno dal punto di vista genetico la popolazione fosse in salute. Anzi. I mammut di Wrangel avevano affrontato e superato con successo una crisi.

In una fase della loro storia erano arrivati a contare in tutta la popolazione solo otto esemplari riproduttori. Da qui però si erano ripresi, tornando a un totale compreso tra i 200 e i 300 esemplari nell’arco di 20 generazioni.

Come ha spiegato Dalén quindi la morte degli ultimi esemplari non era segnata e soprattutto non era dovuta alla genetica: “Probabilmente è stato solo un evento casuale a ucciderli, e se quell'evento casuale non si fosse verificato, oggi avremmo ancora i mammut”. Cosa fosse questo evento casuale non è noto. Le ipotesi in campo vanno dalla pestilenza a una tempesta. Sicuramente non è stata la genetica.

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