Ora sappiamo che sapore hanno gli hamburger di plancton: il test di un’azienda norvegese
Produrre carne dal mare. Sembra una contraddizione sotto ogni punto di vista, eppure in Norvegia ci sono dei ristoranti in cui è già possibile mangiare lasagne, polpette e hamburger che, pur avendo l'aspetto e il sapore della carne tradizionale, sono prodotti a partire da alcuni organismi che rappresentano un costituente fondamentale del plancton: i tunicati.
Esistono circa 3.000 specie di tunicati in tutto il mondo e popolano i mari da centinaia di milioni di anni, eppure sono stati ignorati per moltissimo tempo. Questi organismi sono i parenti più prossimi dei vertebrati – spiega un approfondimento dell'Università di Padova – e appaiono come dei tubicini gelatinosi dalle forma cilindrica e dalle dimensioni variabili. Essendo parte del plancton, sono alla base della catena alimentare e crescono praticamente spontaneamente e hanno anche la qualità di assorbire l'azoto di mare.
Da qui l'idea di un'azienda norvegese di utilizzare la varietà di tunicati tipica del Mare del Nord – il nome scientifico è "Ciona intestinalis" – per produrre un'alternativa alla carne tradizionale. Questo nuova fonte proteica mira, come altri prodotti sempre più spesso presenti sulle nostre tavole, a ridurre l'impronta climatica degli allevamenti intensivi, uno delle principali cause dell'inquinamento atmosferico e delle emissioni di gas serra, oltre a offrire una nuova materia prima a fronte del crescente fabbisogno alimentare mondiale.
L'idea di un'azienda norvegese
Pronofa è un'azienda norvegese nata nel 2021 con l'obiettivo di cercare e produrre proteine alternative sostenibili. Uno dei loro progetti di punta è Purply. L'azienda la definisce "la carne più rispettosa del clima al mondo" ed è prodotta a partire dalla Ciona, la variante locale di tunicati che cresce spontaneamente lungo la costa della Norvegia e della Svezia. A chiunque verrebbe in mente che da una specie che cresce dal mare al massimo si può ottenere qualcosa che sa di mare, invece – stando a quanto dichiarato dall'azienda – i suoi prodotti vogliono imitare la consistenza e il sapore della carne tradizionale.
I vantaggi per l'ambiente
I problemi da cui parte il progetto di questa azienda norvegese sono due: la crescita del fabbisogno alimentare a fronte dell'aumento della popolazione mondiale e l'impossibilità di continuare a basarci su un modello alimentare ormai non più sostenibile in termini di risorse impiegate di impatto climatico. "Si prevede – spiega l'azienda – che la popolazione mondiale raggiungerà i 10 miliardi nei prossimi 30-35 anni. Di conseguenza, avremo bisogno del 70% in più di cibo di quello prodotto oggi".
Per quanto riguarda i vantaggi per l'ambiente, Ciona sarebbe una delle fonti proteiche oggi più sostenibili, con impatto pari a 0,2 chili di C02 per ogni chilo di materia prima prodotta. Per avere un'idea di cosa questo significhi, basta pensare che oggi produrre un chilo di carne di manzo equivale a rilasciare nell'ambiente circa 60 tonnellate di C02. Inoltre, trattandosi di una specie naturalmente invasiva, la sua coltivazione non ha bisogno di fertilizzanti, né di grandi quantità di acqua dolce o di energia.
Come fa a sembrare carne tradizionale
Per quanto riguarda i suoi vantaggi per l'alimentazione umana, l'azienda norvegese afferma che questa materia prima è naturalmente ricca di proteine e di acidi grassi come gli Omega 3. Anche per quanto riguarda l'aspetto più difficile nell'approccio al consumatore, ovvero il sapore e la consistenza, il ceo dell'azienda Hans Petter Olsen ha spiegato che i tunicati della varietà Ciona hanno un elevato contenuto di cellulosa, dalla quale attraverso un particolare processo brevettato dall'azienda è stato possibile ricreare una consistenza simile a quella della carne senza aggiungere additivi. Questo è infatti uno degli argomenti più spesso usato dai critici dei surrogati plant-based della carne (anche se questo è vero solo per alcuni prodotti ultraprocessati).