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Cambiamenti climatici

Ora l’industria del petrolio è minacciata dal clima: l’inaspettato effetto dell’innalzamento del mare

Ben 12 dei 14 principali porti petroliferi potrebbe subire danni importanti quando il livello del mare si innalzerà di un solo metro. Questo potrebbe mettere a rischio l’intera filiera petrolifera con un effetto domino sulla stessa sicurezza energetica di gran parte del Pianeta.
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Sarà sufficiente che il livello del mare si innalzi anche solo di un metro per causare danni pesanti a dodici dei più importanti porti petroliferi al mondo. Parliamo di località situate ovunque, a ogni latitudine, negli Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita, Stati Uniti, Cina, Singapore e Paesi Bassi. Ironia della sorte, potrebbe essere proprio quindi una delle industrie maggiormente responsabili della crisi climatica, quella dei combustibili fossili, a fare presto i conti con le sue conseguenze più impattanti.

È quanto emerge da un recente report realizzato dagli scienziati di China Water Risk (CWR), un'organizzazione no profit che si occupa di indagare i rischi legati alla crisi idrica nel Paese. Secondo questa previsione l'intera produzione mondiale di petrolio è seriamente minacciata dall'imminente innalzamento del livello del mare che ha contribuito a determinare con il suo impatto sul clima come effetto estremo del riscaldamento globale.

La previsione degli scienziati

Non si tratta di scenari ipotetici, ma di un esito concretamente possibile, a meno che non vengano prese misure sostanziali per disincentivare l'industria dei combustibili fossili a favore delle fonti energetiche rinnovabili. Secondo i recenti calcoli dell'International Cryosphere Climate Initiative (ICCI), un'organizzazione che riunisce scienziati di tutto il mondo per la preservazione della criosfera (la porzione di superficie terrestre formata da ghiacciai), è ormai certo che entro un secolo il livello del mare si alzerà di un metro. Anzi, questa risulta essere oggi una delle previsioni meno pessimiste: se non si realizza un taglio delle emissioni di CO2 lo scioglimento della calotte glaciali potrebbe essere anche più veloce e portare a questo esito già entro il 2070.

Dato che quasi due terzi del petrolio prodotti a livello globale viene trasportato tramite petroliere, i ricercatori del CWR hanno calcolato quali esiti questo innalzamento del mare potrebbe avere sul settore energetico. Ne è emerso che ben 12 dei 14 principali porti petroliferi potrebbero subire importanti conseguenze, mettendo quindi a rischio l'intera filiera petrolifera, con un effetto domino sulla stessa sicurezza energetica di gran parte del Pianeta.

I possibili effetti sul trasporto di petrolio

L'impatto dell'innalzamento del livello del mare di un solo metro potrebbe infatti – sostengono gli autori del report – interrompere fino al 42% delle esportazioni globali di greggio da Arabia Saudita, Russia, Stati Uniti ed Emirati Arabi Uniti, nonché fino al 45% delle importazioni globali di petrolio verso Cina, Stati Uniti, Corea del Sud e Paesi Bassi. A fronte dell'allarmante velocità con cui sti stanno sciogliendo i ghiacciai in Groenlandia e Antartide, gli scienziati chiedono ai governi dei Paesi coinvolti e ai principali attori dell'industria petrolifera di mettere in cima alle loro agende la resilienza dei porti petroliferi e la sicurezza energetica.

Tuttavia, per gli scienziati dell'ICCI è necessario "chiudere i rubinetti del petrolio" perché rifiutarsi di farlo significa continuare ad accelerare l'innalzamento dei mari, le cui conseguenze saranno sempre più disastrose, dall'erosione costiera al rischio di alluvione, fino alla minore disponibilità di acqua dolce. L'impatto sulla produzione di petrolio è quindi solo l'ultimo campanello di allarme: "Questa analisi dimostra che affidarsi ai combustibili fossili in un mondo in via di riscaldamento – avvertono gli scienziati – è un percorso verso il disastro, non verso la sicurezza energetica"

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