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Ora anche i gatti domestici sono contagiati dall’aviaria: quali cibi possono trasmetterla

Negli Stati Uniti preoccupa l’aumento dei casi di influenza aviaria H5N1 nei gatti domestici che vivono al chiuso e non sono quindi esposti a volatili selvatici potenzialmente infetti. A Los Angeles registrati i primi casi di infezione dovuti al consumo di cibo crudo per animali confezionato.
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Dopo il primo caso registrato in Oregon a dicembre 2024, continuano ad arrivare dagli Stati Uniti notizie di gatti domestici contagiati dal virus dell'influenza aviaria H5N1 ad alta patogenicità (HPAI) dopo aver mangiato cibo crudo per animali o latte crudo contenenti tracce del virus. Secondo gli ultimi dati disponibili, solo nella contea di Los Angeles almeno sette gatti di casa sarebbero morti a causa del virus.

Cinque avrebbero contratto il virus dopo aver bevuto latte crudo destinato al consumo umano contaminato (vi lasciamo qui un approfondimento sul rischio aviaria relativo a questo prodotto), mentre gli altri due animali molto probabilmente hanno contratto il virus dopo aver consumato cibo crudo per animali. Non parliamo quindi del normale cibo umido che siamo abituati a comprare per i nostri animali, ma di linee di prodotti o marchi specifici che propongono prodotti a base di carne cruda.

I casi a Los Angeles: cosa sappiamo

Non è la prima volta che ne parliamo – già a partire degli ultimi mesi del 2023 è stato registrato un significativo aumento a livello globale del numero di infezioni di influenza aviaria nei gatti – tuttavia ciò che rende diversi gli ultimi casi è la diversa via di infezione: trattandosi di gatti domestici che vivevano al chiuso, non avrebbero infatti potuto entrare in contatto con uccelli selvatici, quindi la causa del contagio è da rintracciare quasi certamente nella loro alimentazione.

In base a quanto riferisce un comunicato del dipartimento di sanità pubblica di Los Angeles, cinque gatti domestici di una famiglia locale hanno manifestato una forma acuta della malattia dopo aver mangiato cibo crudo di due marche diverse disponibili in commercio. Dei felini contagiati quattro presentavano sintomi gravi e uno solo una forma lieve: dei primi due sono morti per una crisi respiratoria acuta che ha costretto i proprietari a sottoporli a eutanasia. Dalle analisi effettuate su uno dei gatti più gravemente malati è stata confermata l'infezione da influenza aviaria H5N1.

Tra i sintomi con cui il virus può manifestarsi nei gatti rientrano infatti – spiega il comunicato – sintomi respiratori superiori, letargia, riduzione dell'appetito, necessità di urinare spesso, movimenti involontari o difficoltà motorie, occhi rossi, edema corneale, uveite e retinite, distacco della retina con conseguente perdita permanente della vista.

I rischi legati al cibo crudo per animali

Anche il cibo consumato dai gatti infettati è stato analizzato in laboratorio ed è emerso che una delle due marche di prodotti a base di alimenti crudi, la Monarch Raw Pet Food, presentava tracce certe del virus.

In un'altra famiglia è stato segnalato un secondo caso distinto: qui, l'unico gatto di casa, anche lui rigorosamente tenuto al chiuso, ha manifestato sintomi riconducibili all'aviaria, poi confermata dai test di laboratorio. Anche in questo caso, nella dieta dell'animale erano presenti tre marche di cibo crudo per animali, su cui le autorità della Fda (Food and Drug Administration) hanno disposto delle analisi, ancora in corso, per confermare o meno la presenza del virus.

I casi causati dal latte crudo

Oltre a questi casi, i primi nella contea di Los Angeles collegati al consumo di cibo crudo confezionato per animali, ci sono stati anche diversi casi di gatti morti per un'infezione di aviaria dopo che avevano bevuto latte crudo destinato al consumo umano di un lotto che era stato ritirato dal commercio, proprio a causa della presenza del virus. D'altronde, il latte crudo è già stato indicato come una possibile via di infezione, che potrebbe aver causato la morte di diversi felini negli allevamenti bovini contagiati dal virus negli Stati Uniti.

Queste notizie, oltre a mettere in allarme i proprietari di gatti, hanno ovviamente riacceso l'interesse sul virus dell'influenza aviaria H5N1 per il possibile rischio di contagio umano. È importante specificare che finora "non ci sono prove di diffusione locale da gatto a gatto, da gatto a uomo o da uomo a uomo dell'influenza aviaria H5N1″, rassicura il dipartimento, tuttavia la vicinanza a un animale infetto, soprattutto uccelli selvatici, o le loro feci aumenta il rischio di contagio.

Cosa fare per ridurre il rischio di infezione

Ribadiamo che queste notizie si riferiscono a casi avvenuti negli Stati Uniti: sebbene anche le autorità europee abbiano più volte ribadito il rischio che il virus dell'influenza aviaria possa compiere un nuovo salto di specie e contagiare l'uomo, è importante specificare che in Italia non sono stati registrati finora casi di infezione tra i bovini, come accaduto negli Stati Uniti.

A ogni modo, a fronte di questi casi le autorità sanitarie della contea di Los Angeles hanno raccomandato ai proprietari di animali domestici di seguire alcune regole fondamentali. Il loro obiettivo è ridurre il rischio di influenza aviaria, ma restano comunque dei suggerimenti sempre validi per la salute degli animali e dei loro umani.

Ad esempio, è consigliato evitare di nutrire gli animali con latticini crudi, carne cruda, pollame crudo o prodotti crudi, anche se confezionati e disponibili in commercio. A questo proposito, chi vive negli Stati Uniti può inoltre consultare la lista ufficiale stilata dalla FDA dei marchi o prodotti ritirati dal commercio, in Italia il Ministero della Salute offre un servizio simile sul suo sito ufficiale. Inoltre, è importante monitorare la salute del proprio gatto e rivolgersi immediatamente al proprio veterinario se il proprio animale sembra non stare bene o avere uno dei sintomi sopra indicati.

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