Omicron nei bambini sta facendo aumentare i casi di una malattia infantile
Omicron sembra colpire i bambini in un modo diverso dalle altre varianti: lo indicano i dati dell’ultimo report della National Covid Cohort Collaborative (N3C), la rete americana di informazioni cliniche sulle infezioni da coronavirus Sars-Cov-2, che con l’aumento dei casi di Covid in età pediatrica ha rivelato un incremento di un tipo di infiammazione acuta delle vie respiratorie, chiamata laringotracheobronchite (nota anche come croup), che può causare problemi respiratori che generalmente si manifestano con una tosse di timbro metallico, abbaiante, e un suono acuto durante l’inspirazione, noto come stridore respiratorio.
Anche se di solito è causata da diversi virus, come il virus parainfluenzale di tipo 1, il virus respiratorio sinciziale (RSV), e meno frequentemente da enterovirus, rinovirus, virus del morbillo e coronavirus del comune raffreddore, è la prima volta che la laringotracheobronchite viene associata in maniera significativa a una variante di Sars-Cov-2.
Secondo gli esperti, la laringotracheobronchite molto probabilmente si verifica perché la variante Omicron tende a infettare maggiormente le alte vie respiratorie che “nei bambini sono così piccole che ci vuole meno infiammazione per ostruirle” ha spiegato il dottor Byddy Creech, specialista in malattie infettive pediatriche e direttore del Vanderbilt Vaccine Research Program presso il Vanderbilt University Medical Center di Nashville, nel Tennessee, che non è stato coinvolto nell’analisi della N3C.
“Da quello che abbiamo visto localmente, la laringotracheobronchite associata a Covid-19 non è più o meno grave di quella causata da altri virus – ha aggiunto il dottor Michael Grosso, pediatra e direttore medico dell’Huntington Hospital di New York, anche lui esterno all’indagine – . È però importante tenere a mente che, tuttavia, questa infiammazione può avere un’ampia gamma di gravità, con alcuni bambini che non richiedono alcun trattamento specifico mentre in altri può progredire verso la necessità di una terapia intensiva pediatrica”.