Ogni sigaretta strappa 20 minuti di vita: il 50% di chi non smette di fumare viene ucciso dal fumo
Secondo una nuova ricerca ogni sigaretta toglie 20 minuti di vita, praticamente il doppio di quanto si pensava in precedenza. Ciò significa che i fumatori che consumano un pacchetto al giorno perdono oltre tre mesi di vita in un anno e circa un ventennio nell'arco della loro esistenza. E non si tratta di anni persi durante la vecchiaia piena di acciacchi (in tanti “giustificano” il loro vizio sostenendo di non essere interessati a vivere a lungo e malati), ma nella mezza età in cui si è relativamente in salute, come sottolineato dagli autori del nuovo studio.
Smettere di fumare del tutto e non ridurre il numero di sigarette resta comunque il modo migliore per proteggere la propria salute; secondo lo studio “Low cigarette consumption and risk of coronary heart disease and stroke: meta-analysis of 141 cohort studies in 55 study reports” pubblicato sul British Medical Journal, ad esempio, è stato dimostrato che il rischio di malattie cardiovascolari – come infarto e ictus – in chi fuma una sigaretta al giorno rispetto a chi consuma un intero pacchetto (venti sigarette) è inferiore soltanto del 50 percento. Non c'è dunque una proporzione. Ogni dose, di fatto, fa molto male alla nostra salute. Non a caso, in base a quanto indicato dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), il vizio del fumo uccide il 50 percento delle persone che non smettono.
A determinare che ciascuna sigaretta si prende 20 minuti di vita è stato un team di ricerca britannico guidato da scienziati del Dipartimento di Scienze Comportamentali e Salute dell'Istituto di Epidemiologia e Assistenza Sanitaria presso il prestigioso University College di Londra. I ricercatori, coordinati dalla dottoressa Sarah E. Jackson, sono giunti alle loro conclusioni dopo aver analizzato statisticamente i dati del British Doctors Study e del Million Women Study, due grandi e prolungate indagini condotte nel Regno Unito. In esse sono state analizzate a fondo le associazioni tra tassi di mortalità, stile di vita, abitudini alimentari e parametri di salute di oltre 1,3 milioni di partecipanti. Incrociando tutti i dati gli epidemiologi sono giunti alla conclusione che il fumo è tra le principali cause a erodere la salute, confermando quanto già ampiamente noto in letteratura scientifica. Ciascuna sigaretta, secondo i calcoli, strappa 22 minuti di vita alle donne e 17 minuti agli uomini, pertanto è una media di circa 20 minuti a persona.
Il dato emerso è doppio rispetto a quello rilevato dallo studio “Time for a smoke? One cigarette reduces your life by 11 minutes” pubblicato sul BMJ all'inizio del nuovo millennio, nel quale era stato determinato che ogni sigaretta fumata toglieva circa 11 minuti di vita. Rispetto al periodo in cui sono stati condotti i precedenti studi le persone fumano meno, spiegano gli autori della ricerca, ma all'impatto sulla salute concorrono anche il modo in cui si fuma (quanto sono “grandi” le boccate) e la predisposizione ai numerosi composti tossici presenti nelle sigarette. Più nello specifico, la dottoressa Jackson e colleghi hanno determinato che il consumo medio giornaliero di sigarette è passato da 15,8 a 11,5 al giorno negli uomini e da 13,6 a 9,5 al giorno nelle donne. Nonostante questi progressi, il fumo resta tra le le “principali cause prevenibili di malattia, disabilità e morte prematura a livello globale”.
Secondo i dati dell'OMS ogni anno 8 milioni di persone muoiono a causa del vizio del fumo, delle quali 1,3 milioni sono vittime dei fumatori esposte al fumo passivo. Soltanto in Italia perdono la vita circa 80 persone al giorno a causa del cancro ai polmoni, tra i tumori maligni più diffusi e mortali, che nella stragrande maggioranza dei casi è provocato proprio dal fumo. L'OMS indica che oltre il 22 percento della popolazione mondiale fuma e in larga parte si tratta di uomini (36,7 percento), contro il 7,8 percento delle donne. Come indicato, questo vizio toglie anni di vita sana e non alla vecchia con i suoi tipici malanni.
“Alcune persone potrebbero pensare di non preoccuparsi di perdere qualche anno di vita, dato che la vecchiaia è spesso segnata da malattie croniche o disabilità. Ma il fumo non abbrevia il periodo malsano alla fine della vita”, ha dichiarato al Guardian la dottoressa Jackson. “Intacca principalmente gli anni relativamente sani della mezza età, anticipando l'insorgenza di problemi di salute. Ciò significa che un fumatore di 60 anni avrà in genere il profilo di salute di un non fumatore di 70 anni”, ha chiosato l'esperta. La raccomandazione degli esperti è dunque quella di smettere immediatamente, un buon proposito per l'inizio del nuovo anno. I dettagli della ricerca “The price of a cigarette: 20 minutes of life?” sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Addiction.