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Ogni settimana inaliamo 5 grammi di plastica, quanto quella di una carta di credito: i rischi

Un nuovo studio ha dimostrato che ogni settimana respiriamo fino a 5 microgrammi di microplastiche, la quantità di una carta di credito. In una anno sono 240 grammi, quanto un grande piatto di pasta. Esperti preoccupati per le conseguenze sulla salute.
A cura di Andrea Centini
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Ogni settimana inaliamo tanta plastica quanta ne è contenuta in una carta di credito. Per quantificare il problema, basti sapere che una carta di credito (o di debito) tipica pesa circa 5 grammi. Ciò significa che possiamo inalare fino a 20 grammi di plastica in un mese e 240 grammi ogni anno, che è quella contenuta in un piattone di pasta. La colpa è delle famigerate microplastiche, tutti i frammenti plastici con dimensioni comprese tra i 50 micrometri e i 5 millimetri (quelle inferiori ai 100 nanometri vengono invece chiamate nanoplastiche). Il nostro pianeta è letteralmente intriso di questi minuscoli frammenti di plastica, derivati da spazzatura, detriti e processi di lavorazione dei materiali polimerici (in particolar modo dei tessuti sintetici). Le microplastiche sono state state trovate ovunque: nell'aria, nell'acqua e nei luoghi più remoti della Terra, dalle vette più elevate agli abissi più profondi. Non c'è dunque da stupirsi che la inaliamo e la mangiamo costantemente.

Una precedente ricerca del WWF e dell'Università di Newcastle aveva rilevato che ogni settimana ingeriamo 5 grammi di plastica, che sommati a quelli inalati rilevati dal nuovo studio fanno ben mezzo chilogrammo di plastica all'anno che finisce nel nostro organismo. Alla luce di questi dati non è sorprendente che le microplastiche siano state trovate diffusamente nei campioni di tessuti e organi umani, come placenta, sangue, fegato, milza, reni e ovviamente polmoni. Proprio sulle vie aeree si è concentrato il nuovo studio, che ha calcolato attraverso un modello di fluidodinamica quanta microplastica finisce nel corpo quando respiriamo. I ricercatori hanno calcolato che ogni ora inaliamo 16,2 bit di frammenti plastici, che sommati fanno appunto 5 grammi a settimana e 240 grammi in un anno. A determinarlo è stato un team di ricerca internazionale guidato da scienziati dell'Università della Tecnologia di Sydney (Australia), che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi della School of Engineering, Design and Built Environment della Western Sydney University, della Facoltà di Ingegneria dell'Università Urmia (Iran), dell'Università di Comilla (Bangladesh) e di altri istituti.

Gli scienziati, coordinati dal professor Mohammad S. Islam, docente presso il Dipartimento di Ingegneria Meccanica e Meccatronica dell'ateneo australiano, sono giunti alle loro conclusioni dopo aver esposto un modello delle vie aeree umane a microplastiche di diverse forme e dimensioni, oltre che in condizioni di respirazione lenta e veloce. Per quanto concerne le forme sono state utilizzate particelle sferiche, tetraedriche e cilindriche, mentre le dimensioni spaziavano da 1,6 a 5,56 micron. Attraverso la simulazione fluidodinamica i ricercatori hanno scoperto che le microplastiche tendevano ad accumularsi nella cavità nasale, nell'orofaringe e nella parte posteriore della gola. “La forma anatomica complicata e altamente asimmetrica delle vie aeree e il complesso comportamento del flusso nella cavità nasale e nell'orofaringe fanno sì che le microplastiche deviino dalla linea del flusso e si depositino in quelle aree”, ha dichiarato il professor Islam in un comunicato stampa. “La velocità del flusso, l'inerzia delle particelle e l'anatomia asimmetrica influenzano la deposizione complessiva e aumentano la concentrazione della deposizione nelle cavità nasali e nell'area dell'orofaringe”, ha chiosato l'esperto, aggiungendo che maggiore era la portata della respirazione e superiori erano le dimensioni delle microplastiche depositate.

Ad oggi non sappiamo con certezza quali rischi per la salute possano comportare le microplastiche, tuttavia i ricercatori sospettano principalmente infiammazione e problemi legati allo sviluppo e alla riproduzione. Inoltre non va dimenticato che le microplastiche possono fare da vere e proprie navette di trasporto per agenti patogeni come virus, batteri e molecole tossiche, alla stregua dei famigerati ritardanti di fiamma come le PFAS e di altri composti chimici dannosi. “Milioni di tonnellate di queste particelle microplastiche sono state trovate in acqua, aria e suolo. La produzione globale di microplastiche è in aumento e la densità di microplastiche nell'aria sta aumentando in modo significativo. Per la prima volta, nel 2022, gli studi hanno trovato microplastiche in profondità nelle vie aeree umane, il che solleva la preoccupazione di gravi rischi per la salute respiratoria”, ha affermato il professor Islam.

L'inquinamento da plastica è considerato una delle principali emergenze a livello globale, a causa dell'impatto catastrofico sugli ecosistemi e sulla fauna, soprattutto quella marina. Ma non vanno sottovalutati i potenziali effetti sulla nostra salute a lungo termine. La recente Giornata Mondiale dell'Ambiente, celebrata il 5 giugno, è stata dedicata proprio a questo enorme problema. I dettagli della nuova ricerca “How microplastics are transported and deposited in realistic upper airways?” sono stati pubblicati sulla rivista scientifica specializzata Physics of Fluid.

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