Ogni secolo stelle come il Sole hanno mostruose eruzioni pari a 1 trilione di atomiche: cosa ci aspetta
In media, ogni cento anni, stelle simili al Sole emettono un potentissimo “superflare”, un brillamento solare talmente energetico da rilasciare una quantità di energia mostruosa, paragonabile all'esplosione simultanea di un trilione di bombe atomiche. È dunque un'eruzione solare molto, molto più violenta dei brillamenti registrati regolarmente sul nostro Sole, ma anche di quelli eccezionali accaduti nell'ultimo secolo. Il più potente in assoluto degli ultimi cento anni è stato un brillamento di Classe X 28 registrato il 4 novembre del 2003, che ha causato blackout radio significativi e interruzioni di corrente in alcune aree del pianeta (in particolar modo il Canada), oltre ad aver innescato magnifiche aurore polari a latitudini decisamente più basse del solito.
Per rendersi conto della potenza di una X 28, ricordiamo che le eruzioni solari si dividono in cinque classi di potenza (A, B, C, M e X); la X è proprio la più potente. Tra una classe e l'altra, ciascuna di esse suddivisa in nove sotto-categorie da 1 e 9, c'è un salto energetico di ben dieci volte. La Classe X è l'unica a non avere un valore massimo definito. Anche se violentissime, comunque, queste eruzioni solari non sono che un'inezia se paragonate ai superflare di cui parlano gli scienziati. Anche il famigerato evento di Carrington del 1859, una tempesta geomagnetica G5 innescata da un brillamento (stimato) X 45, rappresenta un centesimo delle spaventose eruzioni solari indicate nello studio. Ciò porta a una conclusione piuttosto preoccupante: poiché i ricercatori hanno calcolato che simili eventi si verificano in media una volta ogni cento anni su stelle simili alla nostra, il Sole è attualmente in palese ritardo. Significa dunque che possiamo aspettarci uno di questi maxi brillamenti in qualsiasi momento (e proprio adesso ci troviamo nel massimo solare di attività magnetica, periodo che corrisponde alle probabilità maggiori di simili eventi).
Gli effetti di un superflare accompagnato da un'espulsione di massa coronale (CME) – non tutti lo sono – sarebbero catastrofici, considerando che l'evento di Carrington fece prendere fuoco ai telegrafi e diversi operatori presero la scossa. Addirittura le pile iniziarono ad attivarsi senza essere collegate. “La rete telegrafica crollò in gran parte dell'Europa settentrionale e del Nord America”, hanno spiegato gli autori dello studio in un comunicato stampa. Superflare molto più energetici, in un mondo ipertecnologico e connesso come quello moderno, potrebbero letteralmente friggere gli impianti di alimentazione e distruggere i satelliti attraverso le correnti parassite, rispedendoci dritti in un medioevo tecnologico. Le conseguenze sociali ed economiche sarebbero apocalittiche.
A determinare che questi eventi hanno una frequenza di uno ogni cento anni su stelle simili al Sole è stato un team di ricerca internazionale guidato da scienziati tedeschi del Max Planck Institute for Solar System Research (MPS) di Gottinga, che hanno collaborato con i colleghi di vari istituti. Fra quelli coinvolti il Sodankylä Geophysical Observatory dell'Università di Oulu (Finlandia), il Subaru Telescope Okayama Branch Office (Giappone) e altri. I ricercatori, coordinati dal professor Valeriy Vasilyev del MPS, sono giunti alle loro conclusioni dopo aver analizzato l'attività eruttiva di oltre 5.000 stelle simili al Sole, i cui dati sono stati catturati del telescopio spaziale Kepler della NASA tra il 2009 e il 2013. “Nella loro interezza, i dati di Kepler ci forniscono la prova di 220.000 anni di attività stellare”, ha dichiarato ìil coautore dello studio Prof. Alexander Shapiro.
In parole molto semplici, dalle analisi delle immagini di queste stelle i ricercatori hanno identificato quasi 3.000 superflare, scaturiti da oltre 2.500 astri dei 56450 osservati. Tenendo in considerazione anche il fattore tempo, incrociando tutti i dati il professor Vasilyev e colleghi sono giunti alla conclusione che questi superflare si verificano una volta ogni cento anni su stelle simili al nostro Sole. “Siamo rimasti molto sorpresi dal fatto che stelle simili al Sole siano inclini a superflare così frequenti”, ha spiegato il professor Vasilyev. “. “I nuovi dati sono un duro promemoria del fatto che anche gli eventi solari più estremi fanno parte del repertorio naturale del Sole”, gli ha fatto eco la coautrice Dr.ssa Natalie Krivova. A partire dal 2031 una sonda specializzata dell'Agenzia Spaziale Europea (ESA) chiamata Vigil cercherà di migliorare le capacità di previsione di questi disastrosi eventi. Essere colpiti da un simile fenomeno, secondo gli esperti, non è questione di se, ma di quando. Esattamente come per un grande asteroide. I dettagli dello studio “Sun-like stars produce superflares roughly once per century” sono stati pubblicati sull'autorevole rivista scientifica Science.