video suggerito
video suggerito

Ogni 21.000 anni il deserto del Sahara si trasforma in un bosco pieno di vita, secondo uno studio

Un team di ricerca internazionale ha determinato che il Sahara diventa verde ogni 21.000 anni, riempiendosi di vita. Ecco cosa trasforma il più grande e arido deserto caldo della Terra in un paradiso con boschi e savana.
A cura di Andrea Centini
94 CONDIVISIONI
Immagine

Il Sahara, il più grande e caldo deserto della Terra con i suoi 9 milioni di chilometri quadrati, non è sempre stato un inospitale mondo di sabbia e dune, come si potrebbe immaginare. Secondo un nuovo studio, infatti, gran parte di esso si trasforma in un verde e lussureggiante bosco pullulante di vita, grazie a un ciclo che si ripete ogni 21.000 anni. Esso è guidato non solo dalla precessione orbitale del pianeta già identificata da precedenti indagini, ma anche dalle ere glaciali, in particolar modo dall'estensione della calotta glaciale settentrionale. Questa combinazione di fattori è in grado di influenzare ciò che accade nel vastissimo territorio nordafricano e di conseguenza anche la diffusione di piante e animali, in Africa così come nei continenti limitrofi. Anche la dispersione del genere umano sarebbe stata guidata dalla chiusura e dall'apertura di questo immenso "cancello" sull'Eurasia.

A determinare che il deserto del Sahara diventa "verde" ogni 21.000 anni grazie alle oscillazioni dell'asse terrestre e all'influenza delle calotte di ghiaccio durante le ere glaciali è stato un team di ricerca internazionale guidato da scienziati dell'Università di Helsinki (Finlandia), che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi della Scuola di Geografia, Scienze della Terra e dell'Ambiente dell'Università di Birmingham e della Scuola di Scienze Geografiche dell'Università di Bristol (Regno Unito). I ricercatori, coordinati dal professor Edward Armstrong, docente presso il Dipartimento di Geoscienze e Geografia presso l'ateneo finlandese, sono giunti alle loro conclusioni grazie a una nuova versione di un modello climatico chiamato HadCM3B. In parole semplici, i ricercatori hanno condotto decine di simulazioni sui North African Humid Periods (NAHPs), i periodi umidi nordafricani, cioè proprio quelle fasi in cui il Sahara diventa verde. Di questo affascinante fenomeno “ci sono prove diffuse”, spiega l'Università di Bristol in un comunicato stampa, legate “alla proliferazione di fiumi, laghi e animali dipendenti dall'acqua come gli ippopotami”. Il team del professor Armstrong si è concentrato sui cicli verificatisi negli ultimi 800.000 anni, partendo dai dati disponibili.

Credit: Jani Närhi / Università di Helsinki
Credit: Jani Närhi / Università di Helsinki

Grazie alle simulazioni hanno osservato che il rinverdimento, come indicato, avviene ogni 21.000 anni. Esso è intimamente connesso all'oscillazione della Terra sul suo asse, la precessione orbitale, che influenza la quantità di radiazione solare / energia ricevuta dal nostro pianeta durante le diverse stagioni. Gli esperti spiegano che esso controlla l'intensità dei monsoni africani (dunque la piovosità) e di conseguenza la vegetazione nell'ampio territorio occupato dal deserto del Sahara. Il professor Armstrong e colleghi hanno scoperto che c'è un altro importante fattore a influenzare la comparsa di boschi e savana: le ere glaciali. Hanno osservato che i periodi umidi nel Nord Africa non si verificano durante queste fasi, in presenza di grandi calotte glaciali nell'emisfero settentrionale. Gli scienziati spiegano che esse raffreddano l’atmosfera fino a sopprimere l'intensità del sistema monsonico, con conseguenti crollo delle piogge, riduzione della vegetazione e desertificazione.

“La trasformazione ciclica del deserto del Sahara in ecosistemi di savana e boschi è uno dei cambiamenti ambientali più notevoli del pianeta”, ha dichiarato il professor Armostrong. “Il nostro è uno dei primi studi di modellizzazione climatica a simulare i periodi umidi africani con magnitudo paragonabile a ciò che indicano le osservazioni paleoclimatiche, rivelando perché e quando si sono verificati questi eventi”, ha aggiunto l'esperto. Secondo gli autori della ricerca l'ultimo periodo umido si è verificato tra 15.000 e 5.000 anni fa; circa 120.000 e 9.000 anni fa il deserto era confinato in una "ridotta" area nordorientale, mentre tutto il resto dell'attuale Sahara era ricoperto da vegetazione. È importante notare come questi cicli hanno anche influenzato la dispersione di molte specie verso l'Africa e altri continenti, compresa quella di Homo sapiens, comparso circa 300.000 anni fa. Tutto questo, naturalmente, non ha nulla a che fare con il cambiamento climatico innescato dall'uomo attraverso l'immissione di CO2 e altri gas climalternati nell'atmosfera. I dettagli della ricerca “North African humid periods over the past 800,000 years” sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Nature Communication.

94 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views