Oggi la NASA svelerà le immagini e i dati del pezzo di asteroide Bennu: dove vedere la diretta
Alle 17:00 ora italiana di oggi, mercoledì 11 ottobre 2023, la NASA mostrerà in diretta streaming le prime immagini e i dati preliminari dei campioni dell'asteroide Bennu (101955 Bennu), riportati sulla Terra all'interno di una capsula nelle scorse settimane. A lanciarla la sonda OSIRIS-Rex, che ha compiuto il primo passaggio ravvicinato alla Terra nel contesto della sua storica missione iniziata nel 2016 dalla base di Cape Canaveral. La sonda, infatti, dopo aver analizzato e mappato a fondo l'asteroide, nella cui orbita giunse alla fine del 2018, nell'ottobre del 2020 raccolse campioni di regolite estendendo un braccio robotico e sparando azoto. I preziosi reperti spaziali furono immediatamente sigillati in una capsula, quella atterrata con successo nel deserto dello Utah domenica 24 settembre 2023.
Dove seguire la diretta streaming della NASA
Nei giorni scorsi la NASA ha già anticipato la presenza di polvere nera e detriti, che vengono accuratamente analizzati presso uno speciale laboratorio del Johnson Space Center di Houston. “Queste operazioni si svolgono in un nuovo laboratorio progettato specificamente per la missione OSIRIS-Rex. Il coperchio in alluminio è stato rimosso all'interno di un vano progettato per consentire di lavorare con il grande pezzo di hardware”, ha affermato il dottor Shaneequa Vereen, tra gli scienziati responsabili della missione. Per ammirare le prime immagini dei campioni e conoscerne i dati preliminari su composizione e altri dettagli si deve attendere la conferenza stampa ad hoc, prevista per le 17:00 ora italiana di oggi, 11 ottobre 2023. Potete seguirla in diretta streaming sul canale ufficiale Youtube della NASA nel riquadro sottostante:
Cosa potrebbe svelare la NASA
Secondo recenti studi sull'asteroide Bennu un tempo c'era acqua liquida. Più precisamente sull'asteroide “madre” da cui si staccò tra 1 e 2 miliardi di anni fa, a seguito di una collisione devastante avvenuta nello spazio profondo. Il dato è emerso grazie alle analisi spettrografiche condotte nel 2018 grazie agli strumenti OVIRS e OTES della sonda OSIRIS-Rex. I ricercatori scoprirono infatti idrossili, ovvero molecole con ossidi di ossigeno e idrogeno assieme che indicano un passato contatto con l'acqua. Uno studio su Science ha anche evidenziato la presenza di composti organici a base di carbonio; non è inverosimile pensare che durante la conferenza stampa di oggi la NASA ne dia ulteriori conferme. Potrebbero esserci anche veri e propri “mattoni della vita” e magari qualche sorpresa. Qualora questi composti venissero dagli esami di laboratorio, si tratterebbe di una scoperta significativa che avvalorerebbe la teoria della panspermia, secondo la quale i “semi della vita” sarebbero stati diffusi sulla Terra proprio dall'impatto di asteroidi e comete.
Bennu, un asteroide potenzialmente pericoloso
Bennu è un asteroide di classe apollo inserito nell'elenco dei Near Earth Objects (NEO) e in quello degli oggetti potenzialmente pericolosi (PHO), avendo un diametro superiore ai 150 metri – arriva al mezzo chilometro – e avvicinandosi all'orbita terrestre. Secondo i calcoli i più recenti, ottenuti proprio grazie alla missione OSIRIS-Rex e ai dati del Deep Space Network, Bennu non ha alcuna probabilità di impatto con la Terra entro il 2100, tuttavia il rischio di collisione è calcolato in 1 probabilità su 1.750 tra la fine di questo secolo e il 2.300 (0,057 percento). Il giorno col più elevato rischio di impatto, al momento, è il 24 settembre 2182, quando l'asteroide avrà lo 0,037 percento di probabilità (1 su 2.700) di schiantarsi contro il nostro pianeta.
In caso di impatto provocherebbe un disastro a livello regionale o addirittura nazionale, considerando che secondo gli esperti basterebbe un asteroide di 100 metri per “cancellare” l'intera New York City con i suoi 6 milioni di abitanti. Siamo lontani dalle dimensioni di un “killer di pianeti” come l'asteroide Chicxulub, che 66 milioni di anni fa, alla fine del Cretaceo, provocò l'estinzione dei dinosauri non aviani (aveva un diametro di circa 10 chilometri), ma i danni sarebbero comunque catastrofici.