Nuovo, gigantesco buco nell’ozono scoperto sui tropici: è 7 volte più grande di quello antartico
Sembra incredibile ma è stato appena scoperto un altro gigantesco buco nell'ozono nell'atmosfera terrestre, sfuggito fino ad oggi agli occhi degli scienziati. Il nuovo buco, definito come un'area in cui è presente una perdita di ozono (O3) superiore del 25 percento rispetto all'atmosfera circostante, è stato identificato esattamente sopra ai tropici (30°N – 30°S) e sarebbe presente sin dagli anni' 80 del secolo scorso, ovvero da quando è stato scoperto il famigerato buco nell'ozono sopra l'Antartide. A rendere particolarmente inquietante la scoperta il fatto che il nuovo buco non solo ha la medesima profondità di quello antartico, ma è ben sette volte più esteso. Ciò significa che sta già avendo un impatto significativo sulla salute delle popolazioni esposte alla “voragine”.
A scoprire il buco dell'ozono tropicale, definito “per tutte le stagioni” (quello antartico ha un'estensione variabile su base stagionale), è stato lo scienziato cinese Qing-Bin Lu, ricercatore presso il Dipartimento di Fisica e Astronomia e i Dipartimenti di Biologia e Chimica dell'Università di Waterloo, in Canada. Lo studioso lo ha identificato combinando dati osservativi e modelli matematici dedicati ai raggi cosmici. Ciò gli ha permesso di rilevare sui tropici meccanismi fisici paragonabili a quelli che si verificano sopra l'Antartide, alla base del fenomeno. I suoi dati “concordano bene con il modello di reazione elettronica guidata dai raggi cosmici (CRE)”, si legge nel comunicato stampa dell'ateneo canadese. Esattamente come avvenuto con il buco antartico, anche il buco dell'ozono tropicale è stato generato dagli agenti inquinanti derivati dalle attività umane, in particolar modo sostanze chimiche chiamate clorofluorocarburi (CFC) utilizzate principalmente come refrigeranti. Parte di esse – soprattutto quelle contenenti cloro – sono state vietate dal protocollo di Montreal nel 1987, tuttavia, poiché hanno effetti molto duraturi sull'ozono (lo divorano letteralmente) le loro conseguenze si faranno sentire almeno fino al 2060-2070, secondo alcune previsioni. La scoperta di un nuovo buco complica naturalmente la situazione.
Lo strato di ozono, infatti, ci protegge dalla radiazione cosmica e solare ultravioletta più intensa e dannosa, in grado ad esempio di catalizzare mutazioni nel DNA e di conseguenza il cancro, oltre che problemi alla pelle e alla vista. Lo strato di ozono sopra ai tropici si è assottigliato di circa l'80 percento nella zona centrale, un dato che evidenzia la netta riduzione dell'assorbimento della radiazione. Considerando che ai tropici vive circa la metà della popolazione mondiale, “l'esistenza del buco dell'ozono tropicale può causare una grande preoccupazione globale”, ha dichiarato il professor Lu. “L'esaurimento dello strato di ozono può portare a un aumento della radiazione UV a livello del suolo, che può aumentare il rischio di cancro della pelle e cataratta negli esseri umani, nonché indebolire il sistema immunitario umano, diminuire la produttività agricola e influenzare negativamente gli organismi acquatici e gli ecosistemi sensibili”, ha chiosato lo scienziato cinese.
I buchi nell'ozono giocano un ruolo anche nella regolazione delle temperature della stratosfera, in particolar modo nel suo raffreddamento, pertanto la nuova scoperta può aiutare gli esperti a comprendere meglio anche gli effetti dei cambiamenti climatici. Saranno necessari ulteriori studi per determinare con precisione conseguenze e natura del buco nell'ozono tropicale. I dettagli della ricerca “Observation of large and all-season ozone losses over the tropics” sono stati pubblicati sulla rivista scientifica specializzata AIP Advances.