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Nuovo farmaco anti obesità fa perdere ai pazienti fino a una media di 24 chilogrammi

Il Tirzepatide, un nuovo farmaco sperimentale anti obesità di Eli Lilly, ha permesso ai pazienti di perdere fino a una media di 24 kg di peso. Come funziona.
A cura di Andrea Centini
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Un nuovo farmaco contro l'obesità ha permesso ai partecipanti di uno studio di perdere fino a una media di 24 chilogrammi, contro i 2 chilogrammi del gruppo placebo. Si tratta del primo medicinale sperimentale anti obesità che in uno studio di Fase 3 – l'ultimo step prima della richiesta di approvazione e commercializzazione – è riuscito a far perdere oltre il 20 percento del peso corporeo ai pazienti, rappresentando una delle soluzioni più promettenti contro i chili di troppo.

Il farmaco, chiamato Tirzepatide e messo a punto dalla casa farmaceutica statunitense di Eli Lilly, si basa su due ormoni sintetici, un recettore GIP (polipeptide insulinotropico glucosio-dipendente) e un agonista GLP-1 (peptide-1 simile al glucagone), che replicano i veri ormoni rilasciati dall'organismo dopo i pasti. Quando abbiamo fame, un meccanismo che indica la necessità di introdurre energia, il nostro corpo rilascia un ormone chiamato grelina; dopo aver mangiato produce meno grelina e rilascia ormoni come le leptine e il GLP-1, che ci fanno sentire sazi. Il Tirzepatide, in parole semplici, imita questi ormoni della sazietà riducendo l'assunzione di cibo e aumentando il dispendio energetico, come evidenziato da studi preclinici.

Gli scienziati di Eli Lilly hanno coinvolto nello studio di Fase 3 in doppio cieco, randomizzato e controllato con placebo (chiamato SURMOUNT-1) circa 2.500 pazienti affetti da obesità, con un peso medio di 105 chilogrammi. I partecipanti sono stati suddivisi in quattro gruppi: i primi tre hanno ricevuto un dosaggio crescente del Tirzepatide, ovvero 5, 10 e 15 milligrammi tramite iniezioni settimanali, il quarto gruppo un placebo. I pazienti sono stati seguiti per 72 settimane, al termine delle quali è stato valutato l'impatto di ciascun dosaggio sul peso corporeo. Gli scienziati hanno rilevato una riduzione media del peso di 16 chilogrammi (16 percento peso totale) nel gruppo da 5 milligrammi; di 22 chilogrammi nel gruppo trattato con 10 milligrammi (21,4 percento del peso totale; e di 24 chilogrammi con la dose da 15 milligrammi (22,5 percento del peso corporeo). Il gruppo placebo ha perso invece una media di soli 2 chilogrammi nel medesimo arco temporale, pari a una riduzione del 2,4 percento del peso corporeo.

“Tirzepatide è il primo farmaco sperimentale a fornire in media oltre il 20 percento di perdita di peso in uno studio di Fase 3, rafforzando la nostra fiducia nel suo potenziale per aiutare le persone che convivono con l'obesità”, ha dichiarato in un comunicato stampa il professor Jeff Emmick, dirigente della casa farmaceutica. “L'obesità è una malattia cronica che richiede opzioni terapeutiche efficaci e Lilly sta lavorando incessantemente per supportare le persone con obesità e modernizzare il modo in cui questa malattia viene affrontata. Siamo orgogliosi di ricercare e sviluppare trattamenti potenzialmente innovativi come il Tirzepatide, che ha aiutato quasi due terzi dei partecipanti del dosaggio più alto a ridurre il proprio peso corporeo di almeno il 20% in SURMOUNT-1”, ha aggiunto lo scienziato.

Dal punto di vista della sicurezza e della tollerabilità, gli effetti collaterali più diffusi sono stati registrati a livello gastrointestinale, come nausea, diarrea, vomito e stitichezza, che aumentavano all'aumento del dosaggio. Il più comune è stato la nausea, che ha interessato il 24,6 percento dei pazienti trattati con dose da 5 milligrammi e oltre il 30 percento di quelli con dose da 10 e 15 milligrammi. Anche la diarrea ha interessato circa 1 paziente su cinque, mentre il vomito e la costipazione 1 su dieci. Gli scienziati sottolineano che il profilo di sicurezza, con effetti collaterali da lievi a moderati, era “simile ad altre terapie a base di incretina approvate per il trattamento dell'obesità”. I tassi di interruzione del trattamento a causa degli eventi avversi è stato del 4,3 percento per la dose da 5 milligrammi; del 7,1 percento di quella da 10 milligrammi; e del 6,2 percento per quella da 15 milligrammi. Al momento i risultati della ricerca non sono stati sottoposti a revisione paritaria e saranno inviati a breve a una rivista scientifica. I risultati di ulteriori studi sull'efficacia e la sicurezza del farmaco sono previsti entro il prossimo anno. Solo successivamente verrà richiesta l'approvazione del Tirzepatide come terapia per il trattamento dell'obesità. Secondo un recente studio quasi un quarto degli europei è considerato obeso.

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