Nuove, spettacolari immagini di Mercurio: sonda BepiColombo sorvola il pianeta ad appena 236 km
Alle 21:34 ora italiana (le 19:34 del Tempo Coordinato Universale – UTC) di lunedì 19 giugno la sonda BepiColombo ha compiuto uno spettacolare sorvolo su Mercurio, scattando immagini straordinarie del piccolo pianeta, il più vicino al Sole. L'orbiter, gestito in collaborazione tra l'Agenzia Spaziale Europea (ESA) e l'Agenzia Spaziale Giapponese (JAXA), è transitato ad appena 236 chilometri dalla superficie del corpo celeste, più o meno la distanza che separa Roma da Napoli. Il flyby è stato condotto sul lato notturno del pianeta, considerato il “proiettile” del Sistema Solare (è il più veloce di tutti, orbitando a una media di circa 47 chilometri al secondo).
Nonostante un passaggio così ravvicinato, la sonda BepiColombo, lanciata il 20 ottobre del 2018 dallo spazioporto di Kurou (Guyana Francese) a bordo di un razzo Ariane 5, tecnicamente non è ancora in orbita attorno a Mercurio. Sta infatti compiendo una serie di passaggi tecnici per rallentare la corsa ed entrare correttamente nell'orbita del piccolo pianeta, operazione che si concluderà a dicembre del 2025. Prima di allora effettuerà altri flyby spettacolari, di cui il prossimo è atteso a settembre del prossimo anno.
Una delle ragioni per cui ci vuole tutto questo tempo è legato al fatto che la sonda è equipaggiata con motori elettrici e non alimentati da carburante chimico; sono più lenti ma anche più costanti. Frenarli sfruttando la forza di attrazione gravitazionale dei pianeti è considerato uno dei metodi più efficaci dagli ingegneri aerospaziali. Fu proprio il matematico padovano Giuseppe Colombo – detto Bepi – a ideare i flyby multipli attorno a Mercurio per consentire l'inserimento corretto delle sonde in orbita; proprio per questo è dedicato a lui il nome della nuova missione su Mercurio.
Gli scatti del 19 giugno sono stati catturati dalla Fotocamera di Monitoraggio 3, mentre nel sorvolo precedente – verificatosi giovedì 23 giugno 2022 – fu utilizzata la Monitoring Camera 2 installata sul Mercury Transfer Module (MTM). L'Agenzia Spaziale Europea ha rilasciato tre nuove immagini in anteprima, ma presto verrà reso disponibile tutto il pacchetto. Non si tratta di immagini dalla qualità stratosferica, poiché in bianco e nero e con una risoluzione di appena 1024 x 1024 pixel, tuttavia sono particolarmente interessanti dal punto di vista scientifico.
Sono state catturate a una distanza compresa tra i 1.800 e i 3.500 circa, quando l'illuminazione era ideale per mostrare le caratteristiche geologiche di Mercurio; fra esse anche un cratere da impatto con un diametro di 218 chilometri, cui è stato appena assegnato un nuovo nome: Edna Manley. È un omaggio alla famosa artista giamaicana scomparsa nel 1987, conosciuta soprattutto per le sue sculture. Forse non tutti sanno che i crateri e altre caratteristiche di Mercurio hanno nomi dedicati a poeti, cantanti, autori e artisti di ogni genere. Il nuovo nome è stato approvato dal Working Group for Planetary System Nomenclature dell'Unione Astronomica Internazionale.
Nelle due immagini più ravvicinate il cratere è visibile appena al di sotto dell'equatore. “Durante la pianificazione delle riprese del sorvolo ci siamo resi conto che questo grande cratere sarebbe stato visibile, ma non aveva ancora un nome”, ha dichiarato in un comunicato stampa dell'ESA il professor David Rothery, docente di geoscienze planetarie presso la Open University (Regno Unito) e uno dei responsabili della sezione imaging per la missione. “In futuro sarà chiaramente di interesse per gli scienziati di BepiColombo poiché ha mostrato ‘materiale a bassa riflettanza' scuro che potrebbe rappresentare ciò che resta della prima crosta ricca di carbonio di Mercurio. Inoltre, il fondo del cratere è stato inondato da lava liscia, a dimostrazione della prolungata storia di attività vulcanica di Mercurio”, ha chiosato l'esperto. Insomma, si tratta di documenti molto preziosi per gli scienziati planetari. I ricercatori proveranno a determinarne la concentrazione di carbonio e la presenza di altri minerali. Tra gli altri elementi interessanti emersi dai nuovi scatti vi è anche uno sguardo sulla Beagle Rupes, una enorme scarpata che probabilmente si è formata “a seguito del raffreddamento e della contrazione del pianeta”, come spiegato dagli esperti.
L'area immortalata evidenzia un'interessante attività geologica, con elementi sia di origine vulcanica che tettonica. “Questa è una regione incredibile per studiare la storia tettonica di Mercurio. La complessa interazione tra queste scarpate ci mostra che quando il pianeta si è raffreddato e si è contratto ha causato lo scivolamento della crosta superficiale, creando una varietà di caratteristiche curiose che studieremo più in dettaglio una volta in orbita”, ha affermato la dottoressa Valentina Galluzzi dell'Istituto nazionale di astrofisica (INAF).
Come indicato, la sonda BepiColombo entrerà nell'orbita del piccolo pianeta alla fine del 2025; a quel punto si separerà in due orbiter distinti, il Mercury Planetary Orbiter (MPO) gestito dall'ESA e il Mercury Magnetospheric Orbiter (MMO) gestito dalla JAXA, ciascuno con compiti specifici. Non resta che attendere gli ulteriori flyby e l'avvio della missione scientifica vera e propria, che aprirà le danze all'inizio del 2026.