Nuove scosse ai Campi Flegrei, il vulcanologo: “È come quando provate a piegare una matita”
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Questa mattina l'area dei Campi Flegrei è stata svegliata da un nuovo sciame sismico, ancora in corso. Le scosse, nella prima mezz'ora tutte di magnitudo tra 1.1 e 1.4 a una profondità di circa 3 chilometri, sono iniziate alle ore 8:03 e sono state avvertite a Pozzuoli, ma anche a Napoli, tra Fuorigrotta, Agnano e Bagnoli. Poi, alle ore 8:32 e alle 8:52, due eventi sismici più rilevanti, la prima, una scossa di terremoto di magnitudo 2.6, e la seconda, ancora più forte, di magnitudo 3.1 a una profondità di 2,7 chilometri a Napoli, hanno definitivamente messo in stato di allerta i residenti.
La coincidenza delle scosse con l‘orario di ingresso nelle scuole ha creato un certo stato di agitazione: diversi istituti a Quarto e Fuorigrotta sono stati evacuati e gli studenti sono tornati a casa con i loro genitori, mentre in altre l'ingresso è stato ritardato. Nelle aree in cui le scosse sono state avvertite con maggiore intensità, come nella zona di Agnano e della Solfara, gli abitanti hanno lasciato le loro case, riversandosi in strada. "Al momento ci sono verifiche in corso sul territorio da parte della Protezione civile regionale e della Polizia municipale", ha spiegato il sindaco di Pozzuoli Gigi Manzoni. In fondo all'articolo trovate il documentario sui Campi Flegrei realizzato da Fanpage e Geopop.
Cosa sta succedendo
A Fanpage.it Piergiorgio Scarlato, dirigente vulcanologo dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), ha spiegato che, nonostante il comprensibile stato di agitazione dei residenti, "le scosse di queste ore fanno parte di uno sciame sismico che ormai va avanti da alcuni anni, quindi non rappresentano una novità nel contesto dei Campi Flegrei e rientrano nel fenomeno del bradisismo, a cui è soggetta l'area".
L'area dei Campi Flegrei, come altre caldere vulcaniche nel mondo, è soggetta a lenta deformazione del suolo, un fenomeno noto con il nome di bradisismo – spiega l'Ingv – che avviene con modalità diverse nel tempo, portando sia al sollevamento che alla subsidenza, ovvero il lento sprofondamento dell'area interessata. Qui vi lasciamo un approfondimento sulle caratteristiche morfologiche e il rischio associato a quest'area vulcanica.
Perché le scosse sono legate alla caldera sottostante
"La caldera vulcanica attiva presente nell'area fa sì che il sottosuolo si muova: in profondità c'è una sorgente magmatica attiva che esercita una pressione sulle rocce sovrastanti e sulla falda acquifera presente nella parte superiore. Questa contiene acqua e gas che vanno in sovrappressione, causando la deformazione delle rocce", spiega l'esperto. Le rocce infatti non sono elastiche ma fragili, quindi oltre una certa soglia non riescono a deformarsi sotto la spinta della pressione e finiscono per rompersi: "È un po' come quando provi a piegare una matita – spiega l'esperto – fino a un certo punto la matita si deforma ma alla fine si spezza". Dalla rottura delle rocce si originano le scosse sismiche.
Tornando agli eventi che hanno interessato l'area questa mattina: "Siamo molto lontani – rassicura Scarlato – dalla sequenza sismica dei primi anni '80, sia in termini di frequenza che di intensità. È comprensibile che per chi vive in questa area non sia facile convivere con il ripresentarsi continuo di eventi di questo tipo, ma d'altra parte è importante tenere presente il contesto storico, anche quello recente".
Per quanto riguarda gli effetti sulla popolazione, "bisogna considerare – prosegue l'esperto – che la magnitudo di una scossa indica l'energia sprigionata, ma il modo in cui viene percepita in superficie dipende anche molto dalla profondità a cui si registra. Più è vicino alla superficie, più sarà percepita con forza. Nell'area dei Campi Flegrei le scosse sono avvertite molto dalla popolazione perché si verificano a una scarsa profondità. Questo crea agitazione tra i cittadini, ma dal punto di vista puramente scientifico parliamo di un evento che energicamente non deve destare preoccupazione perché rientra in una routine tipica dell'area".