Nuova eruzione del vulcano in Islanda, magma a un passo da Grindavik: rischia di sgorgare nella città

Attorno alle 09:45 ora locale di oggi, martedì 1 aprile 2025, una nuova eruzione vulcanica si è verificata sulla penisola di Reykjanes, in Islanda, minacciando la città di Grindavík che era già stata danneggiata dai precedenti fenomeni. Gli esperti sono preoccupati perché c'è il rischio che il magma possa fuoriuscire all'interno del centro urbano, passando attraverso le fessure nel terreno che si sono già formate. Quella di oggi, infatti, è l'undicesima eruzione da quando l'area vulcanica del Fagradalsfjall si è risvegliata, dopo 800 anni di quiescenza. Dal 2023 sono coinvolti i crateri di Sundhnúkur, la cui ultima eruzione risaliva alla sera del 20 novembre 2024. L'eruzione è durata in tutto circa una ventina di giorni. Nel video qui di seguito si può vedere l'avvio dell'ultimo evento.
Il nuovo fenomeno sta preoccupando cittadini e autorità poiché una delle fessure eruttive si è aperta all'interno della barriera di sicurezza eretta a tutela della città e la lava continua a spostarsi verso sud, in direzione del centro urbano. La prima casa si troverebbe a meno di 500 metri dal punto in cui il magma sta sgorgando in questo momento. La città di Grindavík era stata già completamente evacuata alla fine del 2023, quando è iniziato l'ultimo ciclo eruttivo (accompagnato da terremoti che hanno danneggiato seriamente le infrastrutture), tuttavia 40 case sono state recentemente rioccupate. Nelle ore precedenti alla nuova eruzione le autorità hanno chiuso la limitrofa località termale di Blue Lagoon e invitato tutte le persone tornate in città ad abbandonarla immediatamente, senza tuttavia obbligarle. Un uomo avrebbe addirittura minacciato i poliziotti con una pistola. Stamattina otto di questi residenti erano ancora nel centro abitato, ma a seguito dell'eruzione sono fuggiti tutto; adesso la città, dove erano iniziati i lavori di ricostruzione, è nuovamente deserta.
Nell'ultimo evento si sono formate due fessure eruttive, una più grande di 1.200 metri, a ridosso dell'azienda ORF Biotechnology, e un'altra più piccola di mezzo chilometro all'interno delle barriere di difesa site a nord di Grindavík. Anche la prima è riuscita a penetrare (di poco) le difese e si estende fino ad Hagafell. Fortunatamente la sua attività non è particolarmente intensa e la maggior parte della lava interessa una sezione lontana dalla città. L'intrusione di magma registrata dall'Ufficio meteorologico islandese (IMO) nel sottosuolo, tuttavia, è superiore agli 11 chilometri, la più lunga mai registrata da quando sono iniziate le eruzioni alla fine del 2023, come indicato TV statale islandese RUV. Il rischio è che questo significativo flusso di magma possa penetrare nelle fessure sotto la città e sgorgare improvvisamente nel centro abitato, distruggendo definitivamente la città. “Ci sono grandi fenditure sotto Grindavík e siamo preoccupati che il magma possa fluire in quelle fenditure e risalire in superficie da qualche parte all'interno della città. Questa è una possibilità”, ha dichiarato alla RUV il dottor Benedikt Ófeigsson, geofisico dell'Ufficio meteorologico islandese. L'immagine qui di seguito mostra la posizione delle fessure eruttive rispetto alla città e alle barriere di difesa (in nero).
I residenti ad oggi non sanno se e quando potranno mai tornare a Grindavík, ma è evidente che il nuovo fenomeno avrà un impatto significativo sulle loro speranze. Uno degli ultimi video ripresi dalle webcam all'interno della città mostra anche del vapore uscire da una casa; secondo gli esperti deriva dalla rottura di una conduttura dell'acqua calda, a causa delle fratture nel terreno. Le deformazioni non sono dovute solo alla pressione esercitata dal flusso di lava nelle camere magmatiche, ma anche dai continui terremoti. Ne sono stati registrati oltre 200 da quando è stata rilevata dagli esperti l'ultima intrusione di magma nel sottosuolo, dei quali il più potente è stato un significativo magnitudo 4 (la maggior parte è stato di 3 o superiore). Gli esperti dell'IMO continuano a monitorare la situazione, nella speranza che il magma non distrugga definitivamente il centro urbano.