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Vulcano in Islanda in eruzione: 20 milioni di metri cubi di lava sotto la centrale geotermica

Poco prima delle 13 di mercoledì 29 maggio si è verificata la quinta eruzione in pochi mesi del vulcano sulla penisola di Reykjanes, in Islanda. È la più potente dall’inizio della crisi, con fontane di lava alte 50 metri. Diverse strade chiuse sono state invase dal magma. Rischi per la centrale geotermica di Svartsengi. Evacuata la Laguna Blu.
A cura di Andrea Centini
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Mercoledì 29 maggio 2024 è iniziata una nuova eruzione in Islanda, la quinta da quando a dicembre dello scorso anno il vulcano Fagradalsfjall ha iniziato a scagliare fiumi e fontane di lava nella penisola di Reykjanes, nel Sud Ovest del Paese. L'evento si è manifestato nei pressi di Sundhnúkagígar, a nord della città di Grindavík, i cui residenti erano già stati evacuati in modo permanente a novembre del 2023, quando ormai era chiara l'imminenza di un'eruzione. Il centro urbano era già stato pesantemente danneggiato dalle scosse di terremoto e in parte colpito da una delle precedenti eruzioni. Anche il nuovo fenomeno è stato preceduto da intensa attività sismica, cui è seguita una fase vulcanica esplosiva e la comparsa di fontane di lava alte 50 metri attraverso una lunga spaccatura nel terreno. Diverse strade sono state chiuse e travolte dal flusso di magma incandescente.

L'ultima eruzione in Islanda. Credit: mbl.is / screenshot Twitter
L'ultima eruzione in Islanda. Credit: mbl.is / screenshot Twitter

Il professore di geofisica Magnús Tumi Guðmundsson ha dichiarato alla TV statale islandese RUV che l'evento in corso è stato il più potente da quando è iniziata la recente crisi. Il flusso di lava registrato dagli strumenti è stato infatti tra il 50 percento e il doppio più grande di quello osservato nelle precedenti quattro eruzioni, ha spiegato lo scienziato. Sebbene la potenza della nuova eruzione sia diminuita nella notte tra il 29 e il 30 maggio, risulta ancora significativa nei diversi crateri della “bocca di fuoco” Sundhnjúk. Anche il cratere di Sýlingarfell risulta particolarmente attivo, ma non è facile capire quanti e quali sono quelli coinvolti al momento, anche a causa della scarsa visibilità nell'area.

Ciò che è certo è che si è arrestata l'attività esplosiva del vulcano e anche quella sismica si è ridotta sensibilmente nel corso delle ultime ore, sintomo che anche la nuova violenta eruzione potrebbe presto allinearsi con l'evoluzione delle altre. Dalle analisi i ricercatori ritengono che il flusso di lava, emerso da una fessura eruttiva di circa 2,4 chilometri a sud di Hagafell, non sia in grado di raggiungere il mare. “La lava è fluita sulla strada Grindavík verso Þorbjörn e poi lungo le barriere laviche a ovest di Grindavík, inondando parte della strada Nesvegur”, ha spiegato l'Icelandic Met Office. È un bene che non raggiunga l'acqua marina perché il contatto del magma produrrebbe alti pennacchi di vapore e ceneri in grado di impattare sul traffico aereo. Al momento non ci sono rischi specifici.

Le aree interessate dall'eruzione sono state tutte evacuate preventivamente, inoltre attorno a località e infrastrutture strategiche sono state inoltre poste solide barriere, che a quanto pare stanno svolgendo egregiamente il proprio compito. “L'esperienza ci mostra che i muri che sono stati costruiti funzionano molto bene con la lava. Essa scorre semplicemente lungo i loro lati. Non è abbastanza spessa da traboccare le barriere. Quindi stanno lavorando molto bene per mantenere la lava lontana da Grindavík”, ha dichiarato il professor Tumi Guðmundsson. Ma c'è una situazione che sta preoccupando seriamente gli esperti. Nella camera magmatica al di sotto della centrale geotermica di Svartsengi, che fornisce elettricità e acqua a decine di migliaia di persone sulla penisola Reykjanes, secondo i calcoli citati dal Guardian si sono accumulati ben 20 milioni di metri cubi di roccia fusa.

La centrale è stata evacuata e viene principalmente gestita da remoto, inoltre attorno ad essa sono state costruite grandi barriere per proteggerla, ma è chiaro che è costruita su un "pentolone" che rischia di esplodere e potrebbe subire danni catastrofici se si dovesse aprire una bocca di fuoco sotto di essa. La lava minaccia anche alcune antenne di comunicazione di proprietà della Marina americana nei pressi della città di Grindavík. Anche la famosa Laguna Blu, una delle mete turistiche più apprezzate in Islanda, è stata evacuata poco prima che spuntassero le prime fontane di lava, attorno alle 13 di mercoledì 30. Il fenomeno sembra in attenuazione ma ancora non è concluso e non è chiara la sua evoluzione.

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