video suggerito
video suggerito
Cambiamenti climatici

Non è vero che il nuovo presidente dell’Ipcc nega la pericolosità del cambiamento climatico

Le dichiarazioni di Jim Skea, nuovo capo del Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici (IPCC) della Nazioni Unite, travisate da negazionisti e certa stampa. Ecco cosa ha realmente detto sul riscaldamento globale.
A cura di Valeria Aiello
46 CONDIVISIONI
A sinistra, Jim Skea, 69 anni, eletto nuovo presidente dell'IPCC il 26 luglio 2023
A sinistra, Jim Skea, 69 anni, eletto nuovo presidente dell'IPCC il 26 luglio 2023
Attiva le notifiche per ricevere gli aggiornamenti su

In un mondo chiassoso, anche solo parlare di cambiamento climatico può rappresentare un rischio concreto. Il pericolo è che certi concetti non arrivino nella loro completezza all’orecchio dell’interlocutore o, come in questo caso, agli occhi di chi legge. Finendo così, nel giro di un paio di giorni, per essere rigirati, stravolti e deformati, all’interno di trame alterate che snaturano i principi del discorso stesso. Quando la scarsa informazione fa rima con posizione, si rischia così che frasi estrapolate dal proprio contesto facciano passare un messaggio per quello che non è. Come nel caso del riscaldamento globale, di cui ha parlato Jim Skea, nuovo presidente dell’IPCC, il Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici delle Nazioni Unite.

In due interviste pubblicate da due importanti testate giornalistiche tedesche durante il fine settimana, subito dopo la sua nomina a ruolo, Skea ha messo in guardia dall’esagerare con la narrazione delle minacce esistenziali rappresentate dalla crisi del clima. “Non dovremmo disperare e cadere in uno stato di shock” se le temperature globali aumenteranno di 1,5 °C rispetto all’era preindustriale, ha affermato Skea al settimanale Der Spiegel. Interpellato dall’agenzia di stampa tedesca DPA, Skea ha quindi spiegato il perché.

Se comunichi costantemente il messaggio che siamo tutti destinati all’estinzione, ciò paralizza le persone e impedisce loro di adottare le misure necessarie per affrontare il cambiamento climatico. Il mondo non finirà se si riscalderà di più di 1,5 gradi”. Ma, precisa Skea, “sarà comunque un mondo più pericoloso”.

In sostanza, se l’obiettivo dichiarato dalla comunità internazionale di contenere il riscaldamento globale entro 1,5 °C verrà sforato, la Terra sopravvivrà, ma ci ritroveremo a esistere su un pianeta più instabile, a causa di eventi meteorologici più frequenti ed intensi che ci esporranno a maggiori rischi e sconvolgeranno gli equilibri naturali come oggi li conosciamo.

Il messaggio è quindi di affrontare la situazione senza allarmismi, ma mantenendo l’ottimismo.

Ogni misura che prendiamo per mitigare il cambiamento climatico ci aiuta”; azioni che stanno diventando “sempre più efficaci dal punto di vista dei costi” ha precisato Skea che, alla luce dei suoi quasi quarant’anni di esperienza e competenza nella scienza del clima, pensa che l’obiettivo da perseguire nel breve termine debba rimanere l’espansione della produzione di energia da fonti rinnovabili per ridurre l’uso dei combustibili fossili (carbone, petrolio e gas naturale) e limitare così le emissioni di gas serra responsabili del riscaldamento globale. La produzione energetica, secondo i dati dell’IEA, l’Agenzia internazionale dell’energia, è infatti il settore responsabile della maggiore quantità di emissioni di CO2 nel mondo, seguito da industria e trasporti.

A lungo termine – ha continuato Skea – probabilmente non potremo fare a meno di soluzioni tecnologiche come la cattura della CO2, ossia dei sistemi di rimozione dell’anidride carbonica dall’atmosfera, sempre più destinati a diventare un importante strumento nella lotta alla crisi del clima.

Sarà quindi compito della scienza quello di permettere l’implementazione di queste tecnologie su larga scala, così come di urbanisti e imprese quello di consentire alle persone di vivere in un mondo più consapevole per il clima. Non sta invece agli scienziati dire alla gente come vivere o cosa mangiare. “L’astinenza individuale è un bene, ma da sola non porterà al cambiamento nella misura necessaria” ha fatto notare Skea. “Abbiamo bisogno di infrastrutture completamente nuove. Le persone – ha chiarito con un esempio – non andranno in bicicletta se non ci sono piste ciclabili”.

Un aspetto determinante di questo cambio di passo, su cui spera di fare progressi durante il suo mandato, sarà rappresentato dagli investimenti che verranno intrapresi a livello globale. “Ci sono abbastanza soldi nel mondo – ha concluso Skea – . La sfida sarà farli arrivare nei posti giusti” in modo che abbiano l’impatto più ampio possibile.

46 CONDIVISIONI
553 contenuti su questa storia
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views