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No, un bicchiere di vino al giorno non allunga la vita: uno studio smonta il più classico dei luoghi comuni

Bere con moderazione non favorisce la longevità: da un confronto tra astemi e persone che consumano pochissimo alcol emerge che non ci sono prove che i bevitori leggeri o moderati vivano più a lungo.
A cura di Valeria Aiello
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Bere un bicchiere di vino al giorno non allunga la vita, né sembra assicurare particolari effetti benefici sulla salute. È quanto emerge da un nuovo studio che ha voluto fare luce su uno dei più classici luoghi comuni, che spesso ci porta a ritenere che bere qualche bicchiere di vino o qualche birra sia un comportamento potenzialmente non pericoloso. Questa percezione, spiegano gli studiosi, è favorita da ricerche che non fanno distinzione tra astemi, ex bevitori e bevitori occasionali e che, non tenendo conto del fatto che alcune persone potrebbero aver ridotto il consumo di alcolici o aver smesso di bere per motivi di salute, portano a risultati falsati.

Da un’analisi più attenta della letteratura, è infatti emerso che non ci sono prove che i bevitori leggeri o moderati vivano più a lungo: anche un importante studio pubblicato nel 2018 ha supportato questa tesi, calcolando che l’alcol ha causato 2,8 milioni di decessi nel mondo nel 2016 ed è stato il principale fattori di rischio per morte e disabilità nelle persone di età compresa tra i 15 e 49 anni. Tra gli over 50, il 27% dei decessi per cancro nelle donne e il 19% negli uomini era risultato collegato al consumo di alcolici.

Bere con moderazione non allunga la vita

Gli studi su alcol e salute possono essere soggetti a limitazioni, che ci portano a ritenere che bere con moderazione abbia benefici sulla longevità e molto spesso hanno impatti sulle linee guida nazionali, sulle stime del peso dell’alcol sulle malattie in tutto il mondo, nonché ripercussioni sulla definizione di politiche sul consumo di alcolici e di salute pubblica.

A tal proposito, un team di ricerca canadese ha preso in esame 107 studi sul consumo di alcolici e la longevità, riscontrando che gli studi che non facevano distinzioni tra astemi e il gruppo di ex bevitori e bevitori occasionali, arrivavano a calcolare un rischio di morte anche del 16% più basso per questa popolazione.

Tuttavia, come osservato nell’analisi appena pubblicata dagli studiosi sul Journal of Studies on Alcohol and Drugs, quando si separano gli ex bevitori e i bevitori occasionali dagli astemi – cioè le persone che consumano da un drink a settimana (> 1,3 grammi di etanolo al giorno, equivalenti a poco meno di un bicchiere di vino a settimana) a due drink al giorno (< 25 grammi di etanolo al giorno, pari a due bicchieri di vino al giorno) dalle persone che non bevono alcolici – il rischio di morte nei bevitori leggeri o moderati è simile a quello degli astemi (2%).

In altre parole, non ci sono prove che un basso consumo di alcolici assicuri una vita più lunga. “La maggior parte degli studi – ha spiegato Tim Stockwell, primo autore dello studio e scienziato presso il Canadian Institute for Substance Use Research presso l'Università di Victoria – mette a confronto i bevitori con un gruppo di persone che si astiene dal bere o beve molto poco. Ma sappiamo che spesso le persone smettono di bere o riducono il consumo di alcolici quando si ammalano o diventano più fragili con l’età. Ciò porta a risultati distorti, facendo apparire molte persone che hanno smesso o ridotto il consumo di alcolici come persone in salute”.

Tali risultati, hanno aggiunto gli studiosi nelle conclusioni della ricerca, pervadono il campo dell’epidemiologia dell’alcol e possono confondere le comunicazioni sui rischi per la salute. “La ricerca futura – evidenziano – dovrebbe indagare anche sull’associazione con il fumo, che porta a confondere la relazione tra alcol e mortalità”.

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