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Cambiamenti climatici

Nel 2050 i morti per il caldo aumenteranno di 5 volte, ecatombe in Italia: lo studio su The Lancet

Secondo il nuovo rapporto Lancet Countdown 2023 il numero di morti provocati dalle ondate di calore estremo è destinato a quintuplicare nel giro di appena 30 anni. Solo in Italia, nell’estate 2022, il caldo ha ucciso 18.000 persone.
A cura di Andrea Centini
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Tra meno di 30 anni, entro il 2050, il numero di morti a causa delle ondate di calore aumenterà di circa cinque volte. È uno dei dati più drammatici emersi dal nuovo rapporto Lancet Countdown 2023, messo a punto da un gruppo di ricerca internazionale specializzato proprio nel monitorare l'impatto del cambiamento climatico sulla salute. In parole semplici, si stanno per palesare le “indicibili sofferenze” per l'umanità sulle quali gli scienziati provano ad avvisarci da molti anni. Invano, evidentemente. Non a caso continuiamo a immettere in atmosfera oltre 1.300 tonnellate di CO2 (anidride carbonica) ogni secondo, pari a circa 40 miliardi di tonnellate all'anno. È un valore in costante ascesa e che se non verrà tagliato nettamente e rapidamente ci porterà a superare un riscaldamento di 1,5 °C (rispetto all'epoca preindustriale) già entro il 2029, come evidenziato da un recente studio pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica Nature Climate Change.

Otre questa fatidica soglia, già citata nell'Accordo di Parigi sul Clima del 2015, si entrerà in uno scenario inedito nel quale le conseguenze del riscaldamento globale saranno catastrofiche e irreversibili. Tra esse figura l'incremento significativo del numero di giorni in cui saremo esposti al caldo estremo, quello pericoloso per la salute, in particolar modo per i bambini, gli anziani e i soggetti fragili. Il cambiamento climatico è in corso e il numero di queste giornate è già aumentato sensibilmente rispetto ai decenni addietro, tuttavia le proiezioni degli esperti evidenziano scenari estremamente drammatici per il prossimo futuro.

Come spiegato dagli autori del rapporto, coordinato dalla professoressa Marina Romanello dell'Institute for Global Health presso lo University College London (Regno Unito), rispetto al al ventennio 1986-2005, oggi le persone a rischio sono esposte al doppio dei giorni di caldo estremo, che è chiaramente catalizzato dalle emissioni di CO2 e altri gas climalteranti legate alle attività umane. “Sfruttando i rapidi progressi nella scienza del rilevamento e dell’attribuzione, una nuova analisi mostra che oltre il 60% dei giorni che hanno raggiunto temperature elevate pericolose per la salute nel 2020 avevano più del doppio delle probabilità che si verificassero a causa del cambiamento climatico di origine antropica”, hanno spiegato gli autori dello studio.

Nel 2022 le persone sono state esposte a una media di ben 86 giorni di temperature potenzialmente letali, che come indicato, sono il doppio di quelli che si sperimentavano appena pochi decenni addietro. Le ondate di calore record hanno conseguenze altrettanto estreme, come l'aumento significativo del numero di decessi. Per i soggetti con più di 65 anni, nel decennio tra il 2013-2022 e quello 1991-2000 l'incremento dei morti del caldo è stato dell'85 percento. Le stime degli esperti per il prossimo futuro sono inquietanti. In questo momento ci troviamo in uno stato di riscaldamento di 1,14 °C in più rispetto all'epoca preindustriale e siamo proiettati verso un drammatico + 2,7 °C entro la fine del secolo. Se la temperatura dovesse aumentare di circa 2 °C, che è già ben oltre la soglia di 1,5 °C da non superare, si stima che entro il 2050 i morti per le ondate di calore aumenteranno del 370 percento, ciò significa quasi cinque volte in più rispetto ai decenni passati. Per rendersi conto di quanto è letale il caldo e cosa ci aspetta in futuro, basti sapere che nell'estate del 2022, secondo uno studio coordinato da scienziati spagnoli dell'istituto ISGlobal di Barcellona, solo in Europa le vittime sono state 61.000. Il Paese più colpito è stato l'Italia con 18.000 decessi, seguito dalla Spagna con 11.300 e dalla Germania con 8.173. Tra 30 anni le estati nel nostro Paese saranno praticamente un'ecatombe.

A preoccupare gli esperti non ci sono solo le ondate di calore, ma anche la diffusione di malattie tropicali, a causa del fatto che le zanzare e gli altri vettori troveranno habitat sempre più favorevoli nelle regioni al di fuori delle aree tropicali e subtropicali. La febbre dengue, ad esempio, secondo quanto indicato dal rapporto Lancet Countdown avrà un potenziale di trasmissione superiore del 36-37 percento, mentre quella dei patogeni del genere Vibrio aumenterà del 25 percento. Se a tutto questo ci aggiungiamo siccità estrema, perdita della biodiversità, incendi catastrofici, migrazioni di massa senza precedenti (seguite da possibili guerre per risorse e territorio), innalzamento del livello del mare in grado di sommergere intere regioni e fenomeni atmosferici sempre più distruttivi e frequenti, ci sono davvero ben poche ragioni per essere sereni.

Certo, si stanno facendo passi in avanti negli investimenti sulle energie rinnovabili e il numero di morti per inquinamento da carbone si sta riducendo, ma la produzione di combustibili fossili continua a crescere in modo spaventoso. Sta letteralmente raddoppiando, secondo un recente rapporto dell'ONU. Se non riusciremo a liberarci dalla loro dipendenza, secondo gli esperti, saremo condannati ad atroci sofferenze. "Il mondo si sta muovendo nella direzione sbagliata, incapace di frenare la sua dipendenza dai combustibili fossili e lasciando indietro le comunità vulnerabili nella tanto necessaria transizione energetica", ha dichiarato il direttore generale dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) Tedros Adhanom Ghebreyesus. Le prime vittime della crisi climatica sono proprio quelle che non hanno responsabilità nell'innesco della situazione catastrofica che stiamo affrontando.

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