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Mostruoso “fulmine” di plasma lungo 500.000 chilometri scagliato dal Sole: cosa sta succedendo

Il Sole ha scagliato un colossale fulmine di plasma (particelle cariche elettricamente) lungo mezzo milione di chilometri. Si è formato tra due grandi macchie solari, di cui una è grande quattro volte la Terra.
A cura di Andrea Centini
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Il "fulmine" di plasma nell'atmosfera solare. Credit: Solar Dynamics Observatory
Il "fulmine" di plasma nell'atmosfera solare. Credit: Solar Dynamics Observatory

L'atmosfera del Sole è stata attraversata da una scarica di plasma colossale, lunga circa 500.000 chilometri. Un fenomeno gigantesco e dalla curiosa forma di fulmine, a zig zag, che fortunatamente non ha prodotto eruzioni di materiale o espulsioni di massa coronale (CME), eventi che possono proiettare verso la Terra il vento solare e scatenare una tempesta geomagnetica. Proprio ieri, giovedì 19 gennaio 2023, il nostro pianeta è stato parzialmente investito da un fiume di particelle cariche elettricamente (il plasma, appunto) scaturito da un'espulsione di massa coronale, legata alla macchia solare AR3182. Fortunatamente non è stato un colpo “diretto” e particolarmente violento, pertanto si è innescata soltanto una tempesta di Classe G1. Ma una Classe G5, il livello massimo, sarebbe letteralmente in grado di mettere in ginocchio il mondo intero per settimane o mesi, distruggendo comunicazioni radio, satelliti, linee elettriche e internet. Ecco perché è così importante monitorare il Sole.

Il fulmine di plasma nell'atmosfera del Sole. Credit: spaceweather.com / Solar Dynamics Observatory
Il fulmine di plasma nell'atmosfera del Sole. Credit: spaceweather.com / Solar Dynamics Observatory

Come spiegato dal portale specializzato spaceweather.com, il gigantesco "fulmine di plasma" da mezzo milione di chilometri ha messo in collegamento due macchie solari, AR3192 e AR3190. La seconda, presente nella zona equatoriale della stella, è talmente grande da poter contenere quattro volte la Terra. Teoricamente è visibile a occhio nudo, ma farlo equivarrebbe a subire danni permanenti alla vista o la cecità. Il Sole non va mai, e ribadiamo mai, osservato direttamente senza filtri solari o occhialini appositi, come quelli che si usano per le eclissi solari. Come spiegato dalla NASA, le macchie solari sono aree più scure della fotosfera – la superficie del Sole – poiché più fredde di quelle circostanti. Si generano dove sono presenti fortissimi campi magnetici che formano una sorta di barriera al calore proveniente dal cuore della stella, per questo risultano più fredde e scure, come veri e propri “nei” sulla superficie. Nel video qui di seguito, registrato dall'Italia, potete osservare proprio la gigantesca macchia solare AR3190 legata all'enorme fulmine di plasma.

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Le linee del campo magnetico solare nei pressi delle macchie sono molto caotiche e continuano a interagire fra di esse, aggrovigliandosi e riorganizzandosi. Durante questi processi di riconnessione possono sprigionare le scariche di plasma come il sopracitato fulmine, talmente grande da poter avvolgere l'equatore della Terra una dozzina di volte. Fortunatamente, come indicato, non c'è stata alcuna eruzione di materiale o CME dal Sole legata alla “saetta”; in caso positivo, probabilmente, avrebbe portato a una tempesta geomagnetica sulla Terra, dato che la macchia solare AR3190 è rivolta proprio verso il nostro pianeta. Le spettacolari immagini del fulmine di plasma sono state catturate dal telescopio spaziale Solar Dynamics Observatory della NASA, lanciato l'11 febbraio del 2010 proprio per studiare la nostra stella.

Il Sole. Al centro la grande macchia solare AR3090. Credit: Andrea Centini
Il Sole. Al centro la grande macchia solare AR3090. Credit: Andrea Centini

Se il Sole in questo periodo appare piuttosto irrequieto, tra macchie solari giganti, brillamenti, CME e saette di plasma colossali, non c'è nulla di cui meravigliarsi. Si sta infatti dirigendo verso il picco massimo dell'attività magnetica (previsto per luglio 2025) del suo ciclo di 11 anni, una fase piuttosto “movimentata” nella quale questi fenomeni risultano più frequenti e intensi del normale. Alcuni giorni fa il vento solare ha anche "spezzato" la coda alla cometa dei Neanderthal.

Al momento non c'è nulla di cui preoccuparsi, ma naturalmente gli esperti monitorano costantemente il Sole: il rischio di una tempesta geomagnetica di classe G5 in epoca moderna provocherebbe problemi significativi a infrastrutture cruciali e ci proietterebbe in un vero e proprio medioevo tecnologico. Nel 1859 l'evento di Carrington, la più grande tempesta geomagnetica documentata dagli esperti, fece prendere fuoco ai telegrafi (molti addetti presero brutte scosse elettriche) e l'aurora boreale fu visibile a latitudini molto più basse del normale, tanto che apparve anche nel cielo di Roma. Nel mondo iper connesso di oggi i danni sarebbe catastrofici.

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