Mostruosa cometa di 129 km diretta verso il cuore del Sistema solare, ma la Terra è al sicuro
Grazie a recenti osservazioni effettuate attraverso il celebre Telescopio Spaziale Hubble sono state confermate le mostruose dimensioni della cometa C/2014 UN271 Bernardinelli-Berstein. Il suo nucleo, che gli scienziati ritengono sia “nero come il carbone”, ha infatti un diametro stimato di 85 miglia, ovvero 129 chilometri. La lunghezza è leggermente inferiore rispetto alla stima fatta recentemente da scienziati dell'Osservatorio di Parigi dell'Università della Sorbona, ovvero 137 chilometri, calcolati attraverso l'analisi delle immagini del Transiting Exoplanet Survey Satellite (TESS) della NASA. Nonostante questa piccola riduzione, la cometa scoperta dai due astronomi Gary Bernstein (Università della Pennsylvania) e Pedro Bernardinelli (Università di Washington) è di gran lunga la più grande mai individuata.
Gli scienziati della NASA sottolineano che la cometa è circa 50 volte più grande di quelle tipiche che osserviamo comunemente nel Sistema Solare, mentre la massa stimata è di 500 trilioni di tonnellate, centomila volte superiore alla massa di una cometa comune. Un vero e proprio colosso, dunque, grande praticamente il doppio della cometa C/1995 O1 (Hale-Bopp), che ha un diametro stimato di 74 chilometri ed è nota per il passaggio straordinario alla fine dello scorso millennio. Al secondo posto si piazza invece la cometa C/2002 VQ94 scoperta nel 2002 grazie al progetto Lincoln Near-Earth Asteroid Research (LINEAR), il cui nucleo ha un diametro stimato di 96 chilometri.
Ma come hanno fatto gli scienziati a calcolare esattamente il diametro della cometa Bernardinelli-Berstein, considerando che al momento l'oggetto si trova a ben 3,22 miliardi di chilometri dal nostro pianeta? I ricercatori della NASA sono partiti da una foto scattata dalla fotocamera Wide Field Camera 3 del telescopio Hubble lo scorso 8 gennaio; dall'analisi della luminosità è stato possibile ottenere un modello della chioma della cometa e sottrarlo dall'immagine, ottenendo così il bagliore puntiforme del nucleo. Combinando questi dati con quelli ottenuti da un radiotelescopio gli scienziati sono riusciti a ottenere una stima piuttosto precisa delle dimensioni del nucleo, 129 chilometri appunto, che è un po' meno della distanza che separa Roma da Perugia.
“Questa cometa è letteralmente la punta dell'iceberg delle molte migliaia di comete che sono troppo deboli per essere osservate nelle parti più lontane del sistema solare”, ha dichiarato il professor David Jewitt, docente di scienze planetarie e astronomia presso l'Università della California do Los Angeles (UCLA) e coautore del nuovo studio sulla cometa. “Abbiamo sempre sospettato che questa cometa dovesse essere grande perché è così luminosa a una distanza così grande. Ora confermiamo che lo è”, ha aggiunto l'esperto.
Fortunatamente, sebbene sia in direzione del Sole, nel suo passaggio “ravvicinato” atteso per il 2031 la cometa Bernardinelli-Berstein non arriverà a meno di 1,6 miliardi di chilometri dalla Terra, che è oltre la distanza di Saturno. Non c'è nulla da temere, dunque. L'impatto con un colosso del genere, del resto, avrebbe conseguenze a dir poco apocalittiche, considerando che l'asteroide Chicxulub che fece estinguere i dinosauri non aviani (e il 75 percento delle altre specie animali e vegetali) aveva un diametro stimato di circa 10-14 chilometri. I dettagli della ricerca “Hubble Space Telescope Detection of the Nucleus of Comet C/2014 UN271 (Bernardinelli–Bernstein)” sono stati pubblicati sulla rivista scientifica specializzata The Astrophysical Journal Letters.