Morto il secondo uomo con un cuore di maiale: il trapianto meno di due mesi fa
A circa sei settimane da un trapianto di cuore sperimentale, nello specifico uno xenotrapianto con l'organo di un maiale, è morto Lawrence Faucette, il secondo uomo sottoposto alla pionieristica procedura. L'intervento era stato eseguito da un team multidisciplinare della Scuola di Medicina dell'Università del Maryland (UMSOM) presso il Centro medico dell'Università del Maryland (UMMC) lo scorso 20 settembre. Nonostante un primo mese con progressi significativi in termini di recupero e funzionalità cardiaca, negli ultimi giorni il cuore di suino del cinquantottenne “ha dato i primi segni di rigetto”, come specificato in un comunicato dell'ateneo statunitense. L'uomo è spirato il 30 ottobre, circa sei settimane dopo il trapianto.
Nonostante sia vissuto poco, secondo il professor Bartley P. Griffith che ha eseguito l'intervento e tutti i medici e i ricercatori coinvolti nel pionieristico xenotrapianto, i dati raccolti da questa esperienza possono aiutare altre persone ad avere una speranza quando non è possibile trapiantare un cuore umano. Faucette arrivò in ospedale il 14 settembre 2023 con un'insufficienza cardiaca allo stadio terminale, appena sei giorni prima dello xenotrapianto. A causa di una grave malattia vascolare periferica e altre condizioni sottostanti, non è stato considerato idoneo per un trapianto di cuore umano, pertanto gli è stata stata proposta l'alternativa dello xenotrapianto, che ha accettato di buon grado, pur essendo consapevole che molto probabilmente sarebbe vissuto poco.
“L'ultimo desiderio del signor Faucette era che sfruttassimo al massimo ciò che abbiamo imparato dalla nostra esperienza, in modo che ad altri possa essere garantita la possibilità di un nuovo cuore quando un organo umano non è disponibile. Poi ha detto all’équipe di medici e infermieri che si era radunata attorno a lui che ci amava. Ci mancherà moltissimo”, ha dichiarato il professor Griffith. “Non possiamo esprimere abbastanza gratitudine al signor Faucette e alla sua famiglia per averci permesso di continuare a fare progressi significativi per rendere gli xenotrapianti una realtà. Il signor Faucette era uno scienziato che non solo leggeva e interpretava le proprie biopsie, ma comprendeva l'importante contributo che stava dando al progresso in questo campo”, gli ha fatto eco il professor Muhammad M. Mohiuddin, docente di Chirurgia e Direttore scientifico del Programma di xenotrapianti cardiaci presso l'UMSOM.
Come specificato, dopo l'intervento il signor Faucette aveva fatto progressi importanti; aveva iniziato la terapia fisica per tornare a camminare e trascorreva serenamente del tempo con la sua famiglia, ad esempio giocando a carte con la moglie Ann. Durante il primo mese il suo cuore di maiale (geneticamente modificato) mostrava un'ottima funzionalità e nessun segno di rigetto, considerato una delle principali complicanze anche quando si effettuano trapianti regolari da donatore umano. “Si tratta di un risultato monumentale e sono necessari sforzi titanici per far avanzare il campo dei trapianti”, ha affermato la professoressa Christine Lau, primario del Dipartimento di Chirurgia dell'UMSOM. Purtroppo, come indicato, circa un mese dopo l'operazione sono comparsi segnali di rigetto e in pochi giorni l'uomo ha perso la vita.
Il signor Faucette è sopravvissuto meno del cinquantasettenne David Bennett, il primo uomo sottoposto allo xnotrapianto con un cuore di maiale a gennaio del 2022. Anch'egli era affetto da una condizione cardiaca allo stadio terminale. Sopravvisse circa due mesi. La sua morte sarebbe sopraggiunta per una serie di fattori, tra i quali anche la presenza di virus suini, come evidenziato da uno studio pubblicato su The Lancet. È noto che i genomi di alcuni retrovirus sono integrati nel DNA dei maiali e possono produrre particelle virali in grado di infettare le cellule dell'uomo; in un recente xenotrapianto condotto in laboratorio (il rene di un maiale trapiantato in un macaco) i ricercatori hanno “silenziato” con l'ingegneria genetica decine di geni legati proprio a questi genomi virali incorporati, per ridurre il rischio di infezioni letali.
Gli scienziati si augurano che un giorno, attraverso questa sperimentazione e i pionieristici interventi come quelli di Bennet e Faucette, si possa disporre sistematicamente di organi alternativi a quelli umani, abbattendo le lunghissime liste d'attesa. Ma allevare animali come fabbriche d'organi e sacrificarli per produrre “pezzi di ricambio” per l'essere umano è una pratica controversa che ha acceso un ampio dibattito pubblico.