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Moo Deng è un cucciolo di ippopotamo: se ti piace il suo muso c’è un motivo molto scientifico

Moo Deng è un cucciolo di ippopotamo pigmeo che si trova nel Khao Kheow Open Zoo in Thailandia. Sta conquistando i social network ma nei suoi like non c’è nessuna sorpresa: tutto nasce da un processo evolutivo.
A cura di Valerio Berra
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Questa volta è il turno di Moo Deng, un nome che in thailandese si può tradurre con polpetta di maiale. È un cucciolo di ippopotamo pigmeo nato nel Khao Kheow Open Zoo in Thailandia. Se fate un giro sui social, consigliamo TikTok, trovate decine di video. Moo Deng che viene accarezzato dagli operatori, Moo Deng che morde gli operatori, Moo Deng che corre verso ciotole pieno di cibo.

Il fenomeno è ciclico. Una volta c’erano i video dei gattini di YouTube, poi c’è stato il cucciolo di orso polare Knut, la giraffa Aprile che partorisce in diretta perfino la lunga saga dei pulli di falco pellegrino ripresi dalle webcam sulla cima del Pirellone a Milano. Cuccioli di animale che per qualche settimana sono diventati virali sui social, si sono trovati migliaia di follower su profili Instagram e sono diventati meme e adesivi

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Perché Moo Deng è diventato virale

La popolarità di questi cuccioli di animale non è un caso. Anzi. È una diretta conseguenza di un processo evolutivo. La prima teorizzazione è stata fatta nel 1943: secondo l’etologo Konrad Lorenz in molti casi i cuccioli di animali hanno una serie di caratteristiche che vengono definite come “Baby Schema”. Tratti morbidi, occhi grandi e corpi piccoli. Caratteristiche che sono molto evidenti soprattutto nei mammiferi.

Questa “Baby Schema” non è stato cesellato dalla natura per ottenere like sui social, ovviamente. Serve per difendersi dai predatori in una fase in cui questi animali sono facilmente cacciabili. I loro tratti attivano aree del cervello legate al piacere. E questo avviene anche per gli essere umani. Daniel Kruger, ricercatore scientifico in psicologia evolutiva, ha spiegato al Washington Post:

“Noi umani siamo fortemente selezionati per avere queste reazioni di cura verso la tenerezza, semplicemente perché i nostri bambini sono molto indifesi: immaginate a che età un bambino sarebbe effettivamente in grado di badare a se stesso se non ci fossero adulti in giro”.

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