Mistero nello spazio, satellite Intelsat 33e distrutto in circostanze non chiare: disservizi estesi
Il satellite destinato alle telecomunicazioni Intelsat 33e (conosciuto anche come IS-33e e Intelsat 33 EpicNG) è andato distrutto in circostanze misteriose nella sua orbita geostazionaria, cioè che segue la rotazione della Terra. Intelsat, la società che gestiva il satellite, ha annunciato che il veicolo spaziale aveva subito un'anomalia il 19 ottobre, con conseguente “perdita di potenza e di servizio per i clienti”. Interessati dai disservizi numerosi Paesi in Europa, Africa, Asia e Oceania, ai quali Intelsat 33e garantiva la trasmissione delle comunicazioni grazie a centinaia di transponder in banda C, Ku e Ka.
Sin dapprincipio la situazione del satellite progettato e costruito da Boeing Space Systems è apparsa molto grave, dato che la stessa Intelsat lo riteneva praticamente perduto nella prima nota: “Sulla base delle informazioni a nostra disposizione, riteniamo improbabile che il satellite possa essere recuperato”, si legge nel comunicato stampa pubblicato il 19 ottobre. Attorno alle 04:30 del Tempo Coordinato Universale (UTC), le 06:30 ora italiana, il Comando Spaziale degli Stati Uniti (United States Space Command) ha confermato la distruzione del satellite, che da monitoraggio risultava frammentato in venti pezzi. “Attualmente stiamo monitorando circa 20 pezzi associati, analisi in corso. S4S (il codice delle forze spaziali statunitensi NDR) non ha osservato minacce immediate e continua a condurre valutazioni di routine per monitorare la sicurezza e la sostenibilità del dominio spaziale”, ha scritto lo U.S. Command su SpaceTrack, un servizio di tracciamento spaziale gestito dal Dipartimento della Difesa statunitense.
Il 21 ottobre Intelsat, che ha sede in Lussemburgo e in Virginia (Stati Uniti), ha ufficialmente confermato la perdita del satellite, sottolineando di aver avviato un'approfondita analisi dei dati in collaborazione con Boeing e le agenzie governative responsabili in tema di sicurezza spaziale. “È stato convocato un Failure Review Board per completare un'analisi completa della causa dell'anomalia”, ha specificato la società, aggiungendo che è in corso la pianificazione di migrazione dei servizi andati perduti sui satelliti di altre aziende. Al di là del danno economico, resta il mistero dell'anomalia che ha determinato la perdita dell'Intelsat 33e, un satellite di oltre 6,5 tonnellate lanciato in orbita geostazionaria il 24 agosto del 2016 ed entrato in servizio a gennaio del 2017.
In un'immagine condivisa da Spaceflux e pubblicata da Spacenews.com è possibile notare i vari pezzi del satellite della Boeing che fluttuano attorno satelliti WGS 10 (USA 291) e Ovzon-3, che fortunatamente non dovrebbero correre rischi significativi di essere colpiti. Uno dei problemi principali dei detriti spaziali risiede proprio nella possibilità che questi frammenti possano colpire altri veicoli, non solo altri satelliti, ma anche stazioni spaziali e navette con equipaggio umano, col rischio di vere e proprie tragedie. Recentemente la Stazione Spaziale Internazionale (ISS) ha dovuto effettuare manovre evasive proprio per evitare il possibile impatto con i detriti di un satellite distrutto, con gli astronauti pronti a una fuga di emergenza. Con il turismo spaziale e le missioni umane in aumento questi rischi non vanno assolutamente sottovalutati; proprio per questo la cosiddetta "spazzatura spaziale" viene catalogata e monitorata con cura.
Come indicato, non sono state rilasciate informazioni dettagliate sull'anomalia che ha portato il satellite a frammentarsi; tra le possibili cause un catastrofico guasto elettrico innescato dalle tempeste geomagnetiche (in questo periodo siamo nel periodo di massimo solare e fenomeni intensi si ripetono costantemente) oppure l'impatto con meteoroidi, piccoli sassi spaziali. Queste ipotesi sono state formulate per la perdita di Intelsat-29e nel 2019, un predecessore di Intelsat 33e. È noto anche il caso del satellite Cosmos 1408, distrutto intenzionalmente dalla Russia con una nuova arma anti-satellite. L'ISS nel 2022 dovette eseguire una manovra evasiva proprio per evitare i detriti (ne furono tracciati oltre 1500) del satellite disintegrato da Mosca, un'operazione giudicata irresponsabile dalla comunità internazionale.