Misteriose sfere scoperte su Marte dal rover Perseverance: scienziati sbalorditi, si studia l’origine

I rover della NASA nel loro peregrinare sull'accidentato terreno di Marte si sono spesso imbattuti in rocce dalla forma curiosa e interessante, ma ciò che è stato individuato qualche giorno addietro ha davvero sorpreso gli scienziati. Perseverance, “ammartato” la sera del 18 luglio 2021 nel cratere Jezero, lo scorso 11 marzo ha infatti immortalato una roccia stranissima, la cui superficie è costellata da piccole sfere. Alcune sono meno regolari ed ellittiche, altre hanno addirittura dei forellini in cima, un po' come le conchiglie dei molluschi bivalvi aggrediti dai gasteropodi della famiglia Naticidae (che perforano il carbonato di calcio attraverso un'appendice chiamata radula). Chiaramente nel caso delle sferule marziane siamo innanzi a un fenomeno geologico e non biologico (fino a prova contraria), ma i ricercatori della missione Mars 2020 della NASA stanno alacremente analizzando i dati per determinarne l'esatta origine.

Il rover Perseverance si è imbattuto nella roccia, chiamata St. Pauls Bay dai ricercatori, mentre esplorava la zona inferiore della collina Witch Hazel Hill nei pressi del bordo del cratere Jezero. In quest'area denominata “Broom Point” il robot a propulsione nucleare è arrivato circa due settimane fa; gli scienziati erano stati attirati in loco – se così si può dire – da curiose formazioni rocciose che alternavano strati scuri e chiari. Mentre analizzavano gli strati più chiari, le telecamere del rover hanno inquadrato casualmente una stranissima roccia “galleggiante”. Gli astronomi specializzati nel Pianeta Rosso chiamano così quelle rocce del cratere Jezero che si trovano lontane dal luogo in cui si sono formate, apparendo fuori posto e contesto rispetto alla geologia circostante. Marte miliardi di anni fa era solcato da fiumi e torrente come la Terra; questi corsi d'acqua erano in grado di spostare a chilometri di distanza rocce formate in ambienti completamente diversi. Anche l'erosione può concorrere al fenomeno. St. Pauls Bay appartiene a questa famiglia di rocce galleggianti, così come la famosa “roccia zebrata” identificata a settembre del 2024 – soprannominata Freya Castle – e “Atoko Point” rinvenuta a giugno dello scorso anno, caratterizzata da uno spettacolare bianco brillante e accesissimo.

La roccia St. Pauls Bay è stata individuata l'11 marzo 2025, o più precisamente nel sol 1442, ovvero il giorno marziano 1442 da quando il rover Perseverance è arrivato su Marte con una spettacolare manovra. Ricordiamo infatti che sul Pianeta Rosso il giorno dura circa 40 minuti in più che sulla Terra, nello specifico 24 ore, 39 minuti e 35,244 secondi. Le sfere che ne costellano la superficie hanno dimensioni di pochi millimetri e la fotografia soprastante è stata creata unendo più immagini catturate dallo strumento SuperCam Remote Micro Imager (RMI). Quella qui di seguito, in cui si vede la roccia scura nel suo complesso che risalta rispetto agli elementi circostanti, è stata invece ottenuta grazie alla telecamera Mastcam-Z di sinistra, scattata due giorni dopo quella del dettaglio. Come spiegato dalla NASA sul suo portale, non è la prima volta che i rover identificano rocce dalla strana forma sferica, come i cosiddetti “mirtilli marziani” (Martian Blueberries) scoperti nel 2004 dal Mars Exploration Rover Opportunity presso Meridiani Planum oppure le sfere rilevate da Curiosity nella Yellowknife Bay nel cuore del cratere Gale.

Sebbene l'idea che queste strane sfere possano essere legate in qualche modo ad attività biologica sia molto suggestiva, la loro origine è certamente legata a processi geologici. Secondo gli esperti le sferule sono concrezioni che possono formarsi in vari modi, ad esempio attraverso l'erosione operata dall'acqua delle falde acquifere, che erode e modella le rocce porose. Possono formarsi anche quando le goccioline di magma scaturite da un'eruzione vulcanica si raffreddano repentinamente, oppure a seguito dell'impatto di un asteroide. Ciò che è certo è che il Pianeta Rosso è ricchissimo di sorprese e gli scienziati catalogano continuamente rocce dalla forma e dalla composizione peculiare. Negli ultimi anni sono state trovate formazioni simili a coralli, pelle di alligatore e persino libri aperti.