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Misteriosa malattia neurologica in Canada, scienziato afferma che gli è stato impedito di indagare

Il Guardian ha potuto visionare in esclusiva lo scambio di e-mail tra esperti coinvolti nell’indagine su una presunta “misteriosa malattia neurologica”, che sarebbe comparsa in Canada da alcuni anni. Uno di essi ha affermato di essere stato tagliato fuori. Nel rapporto finale di una commissione è stato indicato che non esiste alcun gruppo di pazienti affetti da condizioni sconosciute, ma non tutti gli scienziati concordano.
A cura di Andrea Centini
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Nel Nuovo Brunswick (New Brunswick), una provincia del Canada orientale, da alcuni anni stanno emergendo centinaia di casi di quella che, secondo molti, sarebbe una misteriosa malattia neurologica di origine sconosciuta. I suoi sintomi sono assimilabili a quelli della demenza – come il morbo di Alzheimer – e di malattie da prioni alla stregua della famigerata malattia di Creutzfeldt-Jakob, la forma umana del cosiddetto morbo della mucca pazza. Un aspetto significativo, come riportato dal quotidiano britannico Guardian, risiede nel fatto che la condizione sta colpendo soprattutto persone giovani, con sintomi che si riscontrano prevalentemente nella popolazione anziana.

Ad oggi sono oltre 200 gli individui – sia uomini che donne – che avrebbero sviluppato i sintomi dell'anomala condizione, tuttavia un comitato indipendente di esperti è giunto alla conclusione che nella provincia canadese non si starebbe diffondendo alcuna malattia cerebrale misteriosa. Si tratterebbe, secondo un rapporto, solo di probabili casi di errate diagnosi di patologie ben conosciute, come cancro e demenza. Come riporta il Guardian, il governo del Nuovo Brunswick e la commissione avrebbero anche messo in dubbio i referti di un noto neurologo, che ha seguito molti dei pazienti colpiti dalla condizione rimanendo al loro fianco.

I sintomi neurologici della presunta condizione misteriosa sono affini a quelli delle malattie neurodegenerative, cioè legate alla morte dei neuroni. Fra essi figurano progressivo declino cognitivo, tremori, significativo calo della vista, convulsioni, difficoltà a orientarsi, salivazione eccessiva, alterazioni nel comportamento e molto altro ancora. Ricordiamo che una malattia prionica come la Creutzfeldt-Jakob, legata a una proteina mal ripiegata in grado di trasferire la sua anomalia a quelle sane, è mortale nel 100 percento dei casi. Anche la malattia del cervo zombie balzata recentemente agli onori della cronaca – che avrebbe causato la morte delle prime due persone – è una malattia prionica.

Come indicato, nonostante lo stupore di diversi medici innanzi a queste strane manifestazioni, con il rapporto della commissione – relativo alle prime decine di casi – quella di New Brunswick sembrava una storia chiusa, per quanto nebulosa. "Il comitato di supervisione ha concordato all'unanimità che queste 48 persone non avrebbero mai dovuto essere identificate come affette da una sindrome neurologica di causa sconosciuta e che, sulla base delle prove esaminate, tale sindrome non esiste", aveva affermato uno dei funzionari sanitari della provincia canadese.

Ora, come riportato dal Guardian in esclusiva, c'è un colpo di scena. I giornalisti del quotidiano britannico hanno infatti visionato lo scambio di e-mail fra alcuni esperti dell’Agenzia Canadese per la Sanità Pubblica (PHAC) coinvolti nella vicenda, dalle quali si evince un quadro di incertezza. Trapela infatti preoccupazione “per la causa – e i sintomi debilitanti – di una malattia apparentemente inspiegabile che colpisce in modo sproporzionato i giovani”. A stupire è soprattutto la posizione di un illustre microbiologo, che in una delle missive elettroniche esprime tutta la sua perplessità. Dal suo punto di vista, infatti, stava succedendo "qualcosa di reale" nella provincia canadese, che non poteva essere spiegato col pregiudizio o col pensiero di un solo neurologo, alla luce dei troppi pazienti. In parole semplici, non potevano essere tutti derubricati a diagnosi errate.

In un'altra mail visionata dal Guardian, lo stesso esperto – che aveva ricoperto un ruolo di primo piano nel comitato di valutazione federale – ha inoltre affermato di essere stato tagliato fuori da questa storia, ritenendo che il probabile motivo fosse di tipo politico. In pratica, non ha più potuto indagare sulla malattia. Sebbene il microbiologo non abbia risposto all'invito del quotidiano a rispondere sulla questione, in una delle mail citate aveva scritto di ritenere che dietro la misteriosa malattia ci potesse essere un'esposizione ambientale o una combinazione di esposizioni in grado di innescare e/o accelerare “una varietà di sindromi neurodegenerative” in persone apparentemente suscettibili a diversi disturbi “da misfolding delle proteine”. Un altro degli esperti coinvolti nella vicenda aveva chiesto alla commissione di indagare sul glisofato, un'erbicida in commercio dagli anni '70 finito a più riprese sul banco degli imputati come sostanza potenzialmente pericolosa per la salute. Ma non c'è alcuna conferma di correlazione.

Gli scienziati citati dal Guardian non hanno rilasciato alcun commento al giornale, ma gli scambi di e-mail sono arrivati nelle mani della commissione grazie ai gruppi che difendono i pazienti. Non è chiaro che tipo di strascichi possano esserci a seguito della pubblicazione di queste comunicazioni private, ma è evidente che chi è stato colpito dalla condizione si sente abbandonato dal governo e vorrebbe assistenza medica adeguata, oltre a voler capire l'origine dei sintomi debilitanti. Il Guardian cita l'esempio di una giovane donna affetta da tremori, scarsa coordinazione, perdita della memoria e della vista, tutti disturbi che in genere verrebbero riscontrati in persone più anziane di diversi decenni e affette da demenza.

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