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Milioni di persone credono di essere allergiche alla penicillina, ma non lo sono: i rischi

La Royal Pharmaceutical Society britannica sottolinea che milioni di persone risultano erroneamente allergiche alla penicillina, precludendo loro l’accesso al prezioso antibiotico. Una situazione non priva di rischi che può essere risolta consultando gli operatori sanitari.
A cura di Andrea Centini
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Moltissime persone – si parla di milioni – credono di essere allergiche alla penicillina senza esserlo realmente. Ciò può avere conseguenze significative per la salute, poiché la penicillina è un efficacissimo antibiotico utilizzato per il trattamento di molteplici infezioni. Qualora si risultasse erroneamente allergici, i medici possono prescrivere farmaci sostitutivi non altrettanto efficaci; ciò può sfociare in tempi di recupero più lunghi e in alcuni casi in ricoveri all'ospedale prevenibili. Ma non solo. Lo studio “‘Warning: allergic to penicillin’: association between penicillin allergy status in 2.3 million NHS general practice electronic health records, antibiotic prescribing and health outcomes” pubblicato sul Journal of Antimicrobial Chemotherapy da scienziati dell'Università di Leeds, infatti, ha dimostrato che essere “etichettati” come allergici alla penicillina aumenta il rischio di mortalità. Il numero di decessi in questa particolare categoria di pazienti risulta essere maggiore di 6 ogni mille persone nell'anno successivo al trattamento di un'infezione.

A lanciare l'allarme sui rischi di essere erroneamente etichettati come allergici alla penicillina sono gli esperti della Royal Pharmaceutical Society (RPS), che in occasione della giornata dedicata all'allergia alla penicillina – tenutasi il 28 settembre, data in cui nel 1928 Sir Alexander Fleming scoprì l'antibiotico – hanno sottolineato l'importanza di verificare con medici e farmacisti la propria cartella clinica. Molti, come indicato, potrebbero essere etichettati come allergici pur non essendolo effettivamente. I numeri delle persone coinvolte sono enormi: solo nel Regno Unito circa il 6 percento degli individui è indicato come allergico alla penicillina (4 milioni di persone), ma solo il 10 percento di essi lo è effettivamente. Con tutti i rischi che ciò comporta.

Ma perché si può essere indicati come allergici al prezioso antibiotico senza esserlo realmente? Ci sono diverse ragioni, specifica la RPS in un comunicato. La prima è legata al fatto che effetti collaterali comuni degli antibiotici come la nausea e la diarrea “vengono spesso confusi con reazioni allergiche e di solito scompaiono una volta terminato il ciclo di trattamento”; la seconda risiede nel fatto che talvolta i sintomi dell'infezione in corso, come un'eruzione cutanea, vengono erroneamente interpretati come una reazione allergica all'antibiotico e dunque segnalati come tali; la terza è che è l'effettiva reazione allergica segnalata da bambini si è attenuata nel corso degli anni, rendendo sicura la somministrazione della penicillina da adulti. In tutti questi casi si può essere “marchiati a vita” come allergici all'antibiotico, precludendosi l'accesso al prezioso farmaco.

“Molti individui corrono un rischio basso, o molto basso, di avere una vera allergia alla penicillina e spesso scopriamo che, dopo un'attenta indagine, possono assumere la penicillina in modo sicuro. Altri, che potrebbero aver avuto una reazione grave in passato, avranno bisogno di test allergici e in alcuni casi potrebbero non essere mai in grado di assumere la penicillina”, ha dichiarato la dottoressa Tase Oputu, portavoce dell'RPS. “I pazienti dovrebbero parlare con il proprio farmacista o altro operatore sanitario per comprendere la differenza tra gli effetti collaterali e le reazioni allergiche, che a volte possono sembrare simili, in modo da ricevere il trattamento più efficace per le loro esigenze”, ha chiosato la portavoce. Il consiglio degli esperti è dunque valutare attentamente l'effettiva sussistenza dell'allergia, con test allergologici se necessario. Perché se è vero che l'allergia segnalata sulla cartella clinica potrebbe non essere vera, quella reale può comportare un rischio potenzialmente fatale come lo shock anafilattico.

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